Curarsi con le Erbe e le Piante

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view post Posted on 18/6/2009, 20:54

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Sorbo
(Sorbus domestica)

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FAMIGLIA: Rosaceae
NOMI COMUNI: Sciorboa, tamariss, auliè, tremej, corbellar, curbella, suorvo, sciorave, sciorba, zorba, sirva, supurva, suerva.
LA DROGA: Il falso frutto.
QUANDO SI RACCOGLIE: Il falso frutto si raccoglie in settembre - ottobre; per l' uso alimentare si dispone su uno strato di paglia ad ammezzire: dopo alcune settimane assume un colore bruno e diviene commestibile.
PROPRIETÀ: Diuretiche, astringenti, antiinfiammatorie, lenitive.
PRINCIPI ATTIVI: Sostanze peptiniche e tenniniche, acidi organici (specialmente acido sorbico), sorbitolo (o sorbite).


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COME SI USA LA DROGA
Il frutto del Sorbo, la cui maturazione viene completata sotto la paglia, è perfettamente commestibile e, come tutto ciò che sà di asprigno, è gradito ai ragazzi.
Con le sorbe si possono fare ottime marmellate e, previa fermentazione, anche bevande alcoliche; per prolungare la loro disponibilità, le sorbe possono essere essicate.
Con la polpa dei frutti maturi si possono fare ottime maschere detergenti, tonificanti e riacidificanti per pelli precocemente invecchiate, astringenti e lenitive sulle pelli irritabili.
Per uso interno i frutti sono soprattutto astringenti intestinali e la loro azione è più efficace qualora si usino frutti ancora più acerbi.
Le foglie e la corteccia del Sorbo hanno anch' esse proprietà astringenti e, in considerazione del loro elevato contenuto in tannino, sono impiegate nella concia delle pelli.


USO INTERNO
I frutti: Come astringente intestinale.

Decotto (dei frutti essicati): 5 grammi in 100 ml di acqua. Una - due tazzne al giorno.

Succo (dei frutti freschi): 50 - 80 grammi al giorno.


USO ESTERNO
I frutti: Come detergente e astringente sulla cute.

Decotto: Fare lavaggi sulle zone interessate.


USO COSMETICO
Una maschera di bellezza fatta con polpa di sorbe ben mature setacciate, commiste a farina, è usatanella cosmesi delle campagne quale blando astringente e turgescente per i visi precocemente invecchiati e con piccole rughe inestetiche.

 
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Serpillo
(Thymus serpyllum)

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FAMIGLIA: Lamiaceae
NOMI COMUNI: Tummu, sepinna, perisò, pluiet, puieul, tim salvadeg, tem, peverino, sarpoll, pepulin, timo cedrato, timo peparello, luma, oregano, tumu, riganeddu sarvaggiu, santaredda, armidda, elba barona.
LA DROGA: La porzione aerea fiorita della pianta.
QUANDO SI RACCOGLIE: Le piante si raccolgono alla fioritura, in maggio - agosto; si tagliano gli steli fiorali, evitando le parti basali indurite.
PROPRIETÀ: Aromatizzanti, digestive, depurative, balsamiche, tossifughe, anticatarrali, antisettiche, stimolanti, revulsive.
PRINCIPI ATTIVI: Olio essenziale (contenente specialmente carvacrolo, timolo e linalolo), sostanze amare e tannini.


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COME SI USA LA DROGA
Molto simile al Timo , il Serpillo è particolarmente apprezzato per l' aroma più tenue e gradevole che dipende dal minor contenuto di olio essenziale e di timolo. Esso ha proprietà eupeptiche, carminative, antispasmodiche; esercità sull' apparato respiratorio virtù balsamiche, tossifughe, espettoranti, fluidificanti della secrezione catarrale; è inoltre un buon sedativo degli attacchi di pertosse e di asma. Altre proprietà sono quelle colagoghe, emmenagoghe e blandamente diuretiche.
Per uso esterno il Serpillo è considerato un un buon stimolante e soprattutto un detergente disinfettante della pelle; il suo uso è talvolta limitato dalla comparsa di irritazioni locali.


USO INTERNO
Le sommità fiorite: Per favorire la digestione, per sedare le tossi catarrali.

Infuso: 2 grammi in 100 ml di acqua. Una - due tazzine al giorno (meglio dolcificato con miele).

Tintura: 20 grammi in 100 ml di alcool di 70° (a macero per 5 giorni). Due - tre cucchiai al giorno in acqua zuccherata o co miele.


USO ESTERNO
Le sommità fiorite: Per detergere piccole piaghe e ferite in caso di necessità per purificare la cavità orale.

Infuso: 5 grammi in 100 ml di acqua. Fare lavaggi, sciacqui e gargarismi.


USO COSMETICO
Il Serpillo è usato in soffumigi stimolanti delle pelli pallide e stanche (un pugno di parti aeree fresche in un catino di acqua bollente). Si usa anche in lozioni idroalcooliche per l' igiene del viso e nelle acque di colonia.

 
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view post Posted on 18/6/2009, 21:37

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Santoreggia
(Santureja hortensis)




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FAMIGLIA: Lamiaceae
NOMI COMUNI: Isopu, santorin, serea, saleia, ciatura, sagarzola, segrescula, sedulia, pevarela, savurezzen, dragon, coniella, timo dritto, erba acciuga, savitarella, peperna, santaredda.
LA DROGA: La porzione aerea della pianta.
QUANDO SI RACCOGLIE: La pianta si raccoglie in estate, durante la fioritura, recidendola a pochi centimetri da terra; si eliminano le foglie secche o avariate e le eventuali porzioni basali di stelo indurite o lignificate.
PROPRIETÀ: Aromatizzanti, digestive, antispasmodiche, stimolanti, purificanti.
PRINCIPI ATTIVI: Olio essenziale (contenente oltre il 30% di carvacrolo), sostanze tanniche e oligo minerali.


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COME SI USA LA DROGA
La Santoreggia è molto usata, per il grato aroma, in gastronomia, liquoreria e profumeria. Nell' uso medicamentoso essa ha virtù digestive, antispasmodiche e carminative. La medicina popolare le attribuisce anche proprietà vermifughe e antidiarroiche, antiemetiche, espettoranti e stimolanti della sfera intellettuale e sessuale. Conviene tuttavia limitare l' uso medicamentoso della Santoreggia a quello stomachico e antispasmodico poichè le piante di questa famiglia possono provocare, a dosi eccessive, effetti secondari indesiderati.
Per uso esterno la pianta viene usata come cicatrizzante, blando antisettico e stimolante utile nella pratica domestica per favorire la regressione di piccole ulcere della bocca e della gola e per purificare la pelle.


USO INTERNO
La parte aerea della pianta: Per aiutare la digestione.

Infuso: 2 grammi in 100 ml di acqua. Una - due tazzine all' occorrenza.

Tintura: 20 grammi in 100 ml di alcool di 60°. A gocce, fino a mezzo cucchiaino, all' occorrenza.


USO ESTERNO
La parte aerea della pianta: Per le mucose boccali ulcerate, per il mal di gola.

Infuso: 4 grammi in 100 ml di acqua. Fare sciacqui e gargarismi.


USO COSMETICO
Bagni o pediluvi con una manciata di Santoreggia sono stimolanti, tolgono la stanchezza, purificano e deodorano. L' infuso o la tintura diluita frizionati sul cuoio capelluto migliorano le condizioni del bulbo pilifero.

 
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Sambuco
(Sambucus nigra)




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FAMIGLIA: Caprifoliaceae
NOMI COMUNI: Sureau, schitac, sambus, sango, scioccarina, zambuch, munnaro, zambuco puzzolente, zammuco, sauco, savuco, savucu di gai, sabuccu.
LA DROGA: I fiori e i frutti.
QUANDO SI RACCOGLIE: I fiori si raccolgono da aprile a giugno recidendo le infiorescenze alla base; i frutti si raccolgono in agosto - settembre usando gli stessi pettini utilizzati per raccogliere i mirtilli.
PROPRIETÀ: Diuretiche, sudorifere, lassative, antireumatiche, antinevralgiche, emollienti.
PRINCIPI ATTIVI: Olio essenziale, tannini, unrutoside, il glucoside sambunigroside (fiori); tannini, pectine, tracce di olio essenziale, acidi organici, oligoelementi minerali (frutti).


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COME SI USA LA DROGA
Con i fiori del sambuco, usati anche come componenti aromatici in liquoreria, si fa una gradevole tisana che serve come rimedio sintomatico popolare per il raffreddore, l' influenza, la tosse,l' asma e il reumatismo; ai fiori vengono anche riconosciute proprietà lassative e antiemorroidarie. I fiori secchi hanno sulla pelle proprietà emollienti, mentre allo stato fresco possono essere irritanti sulla cute.
I frutti del sambuco devono essere raccolti ben maturi; essi vengono usati soprattutto come lassativi e trovano un' interessante applicazione contro le nevralgie del trigemino.
Tutte le preparazioni fatte con il Sambuco vanno utilizzate cominciando con dosi molto basse e non superando mai quelle indicate.


USO INTERNO
I fiori: Come sudorifero, diuretico, antireumatico, emolliente delle vie aeree.

Infuso: 5 grammi in 100 ml di acqua. Due - tre tazzine al giorno.

I frutti: Come antinevralgico, diuretico e lassativo.

Succo: Uno o due cucchiaini o cucchiai (a cucchiai si manifesta l' effetto lassativo).

Decotto: 4 grammi in 100 ml di acqua. Una - due tazzine all' occorrenza (dosi superiori sono lassative).


USO ESTERNO
I fiori: Come emolliente, lenitivo su foruncoli, scottature, emorroidi.

Infuso: 5 grammi in 100 ml di acqua. Fare lavaggi, applicare compresse imbevute di infuso.

 
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Salvia
(Salvia officinalis)

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FAMIGLIA: Lamiaceae
NOMI COMUNI: Sauvia, marlipò, erba mascadella, sevia, erba sacra.
LA DROGA: Le foglie e le sommità fiorite.
QUANDO SI RACCOGLIE: Le foglie si raccolgono, ben sviluppate, da aprile a luglio, le sommità fiorite in maggio - agosto, tagliando i fusti 10 - 20 centimetri al di sotto dei fiori.
PROPRIETÀ: Eupeptiche, digestive, colagoghe, balsamiche, espettoranti, antisettiche, antiinfiammatorie.
PRINCIPI ATTIVI: Olio essenziale, tannini, saponosidi e colina.


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COME SI USA LA DROGA
La Salvia ha proprietà stimolanti le funzioni dell' intestino e della cistifellea. Sull' apparato respiratorio ha un effetto balsamico ed espettorante ed è benefica anche negli accessi di asma. Altre interessanti proprietà sono quelle di abbassare la glicemia, diminuire la sudorazione dovuta a debolezza generale, agire favorevolmente su taluni disturbi ovarici.
L' olio essenziale o preparazioni molto concentrate di Salvia per via interna possono dare seri disturbi nervosi e gravi intossicazioni.
Per uso esterno la Salvia è antisettica e leggermente astringente. L' antica medicina ne ha fatto uso come potente cicatrizzante su ferite e piaghe difficili da rimarginare; l' uso domestico più valido è quello per il cavo orale e la gola (gengive molli e sanguinanti, arrossamenti e ulcerette, alito cattivo).


USO INTERNO
Le foglie: Per la digestione, la sudorazione profusa, la tosse e l'asma.

Infuso: 1 grammo in 100 ml di acqua. Una tazzina al giorno all' occorrenza (gradevolissima con miele e una scorzetta di limone).

Tintura vinosa: 4 grammi in 100 ml di vino bianco o marsala (a magero per 5 giorni). Un bicchierino all' occorrenza.


USO ESTERNO
Le foglie: Per le irritazioni delle gengive e in genere della bocca, della gola e dell' epidermide.

Infuso: 4 grammi in 100 ml di acqua. Fare sciacqui, lavaggi, gargarismi.


USO COSMETICO
Le Foglie fresche, sfregate sui denti, li puliscono e purificano l' alito.

 
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Salice bianco
(Salix alba)

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FAMIGLIA: Salicaceae
NOMI COMUNI: Sarxu giancu, gabba salas, sales bianch, salech, venzer bianco, salicastro, vetrice bianco, salcone, caporniolo, salacone, gurra, sarpa.
LA DROGA: La corteccia dei rami.
QUANDO SI RACCOGLIE: La corteccia si raccolglie in ottobre - novembre, alla caduta delle foglie, da rami di due - tre anni: si incide con il coltello, si strappa quindi con le mani e si taglia in piccoli pezzi .
PROPRIETÀ: Febbrifughe, antireumatiche, antinevralgiche, analgesiche e astringenti.
PRINCIPI ATTIVI: Tannini, resine, l' eteroside salicoside.


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COME SI USA LA DROGA
Il Salice bianco contiene glucosidi dell'alcool salicilico e derivati analoghi che sono sostanze terapeuticamente utili per gli stati febbrili, i dolori reumatici e muscolari, la sintomatologia influenzale, i disturbi della gotta. La corteccia dei rami è anche utile per favorire la normalizzazione dell'iperacidità gastrica e dello squilibrio della secrezione di enzimi digestivi che conducono all'eliminazione di cibo non perfettamente digerito.

I preparati di Salice bianco possono dar luogo a disturbi gastrici e a eruzioni cutanee. Per uso esterno, in conseguenza dell'elevato contenuto di tannini, la corteccia esercita una forte azione astringente sulla pelle e sulle mucose infiammate e favorisce la cicatrizzazione delle ferite. Bagni, pediluvi con decotti diluiti di Salice bianco sono tradizionalmente impiegati per sedare i dolori reumatici e conciliare il sonno.


USO INTERNO
La corteccia: Per gli stati febbrili, i dolori reumatici, i disturbi della digestione.

Polvere: 3 - 4 grammi al giorno in un'ostia o stemperati in acqua.

Decotto: 2 grammi in 100 ml di acqua. Due - tre tazze al giorno.

Tintura: 20 grammi in 100 ml. di alcool di 20° (a macero per 10 giorni). Due - tre cucchiai al giorno.

Tintura vinosa: 5 grammi in 100 ml. di vino bianco (a macero per 10 giorni). Un bicchierino prima dei pasti.


USO ESTERNO
La corteccia: Per i dolori reumatici e l'insonnia.

Decotto: 5 grammi in 100 ml. di acqua. Fare pediluvi di decotto diluito per l'insonnia; bagni ed impacchi con la corteccia polverizzata

 
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view post Posted on 27/6/2009, 20:49

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Herba Cristofanaria



fanne polvere et danne ad bevere con vino caldo meza octava per volta, perfino ad quindice - XV matine, ad chi fosse frigido de testa, o de stomaco, o de corpo.



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Potrebbe trattarsi dell'erba benedetta (geum urbanum). La farmacopea antica, che consigliava di coglierla a marzo, la utilizzava come febbrifugo e come tonico astringente del sistema digestivo. In uso esterno era anche consigliata nei mali di gola e della bocca.
 
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Rovo
(Rubus ulmifolius Schott)


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FAMIGLIA: Rubus fruticosus.
NOMI COMUNI: Muje spinuin, runse, mura, spi de roeda, roer, arvid, spen de mor, more di macchia, spino della madonna, rovetola, squarace, rombulo, silipu, amureddi, mura de rù.
LA DROGA: Le foglie e i frutti.
QUANDO SI RACCOGLIE: Le foglie si raccolgono in primavera - estate, quando sono completamente sviluppate; i frutti si raccolgono in luglio - agosto, a completa maturazione.
PROPRIETÀ: Aromatizzanti, astringenti, antiinfiammatorie, coloranti.
PRINCIPI ATTIVI: Acidi organici, pectine (frutti); tannini, acidi organici (foglie).


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COME SI USA LA DROGA
I frutti del Rovo, ricchi di zuccheri e vitamine, sono un ottimo alimento dietetico e vengono inoltre utilizzati come correttivi del sapore nell' industria dei farmaci e come coloranti per alimenti e preparati medicinali.
I frutti e i loro preparati hanno, per via interna, delicate proprietà astringenti intestinali. Contemporaneamente essi esercitano un' azione coadiuvante nel trattamento delle emorroidi. Le foglie, particolarmente ricche di tannini, vengono utilizzate per frenare diarree, normalizzare le infiammazioni dell' intestino, lenire i diturbi emorroidali e le ragadi anali. Per uso esterno sono soprattutto impiegate, in sciacqui e gargarismi, per le gengive molli e sanguinanti, per le irritazioni e il mal di gola; sono in oltre utili in lavande vaginali in caso di perdite bianche e per detergere le stesse zone e quelle intorno agli occhi in caso di prurito e arrossamento.


USO INTERNO
I frutti freschi: Come astringente e regolatore intestinale.

Frutti: A piacere.

Sciroppo: 100 grammi di succo in 200 grammi di di zucchero. Cuocere lentamente. A cucchiaini.

Le foglie: Come astringente intestinale.

Decotto: 3 grammi in 100 ml di acqua. Due - tre tazze al giorno.


USO ESTERNO
Le foglie: Per le infiammazioni della pelle, delle gengive, delle emorroidi e delle mucose intime.

Decotto: 5 grammi in 100 ml di acqua. Fare sciacqui, gargarismi, lavaggi, irrigazioni, applicare compresse imbevute sulle zone interessate.

 
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Rosmarino
(Rosmarinus officinalis)

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FAMIGLIA: Lamiaceae.
NOMI COMUNI: Rosmarein, osmari, gusmarin, sgulmarin, usmaren, ramerino, tresmarino, stammerino, arromaniu, zipiri.
LA DROGA: I rametti con foglie.
QUANDO SI RACCOGLIE: I rametti giovani con foglie si raccolgono in primavera, evitando quelli lignificati.
PROPRIETÀ: Aromatizzanti, aperitive, digestive, antispasmodiche, diuretiche, balsamiche, antisettiche, rubefacenti, stimolanti.
PRINCIPI ATTIVI: Olio essenziale, colina, un saponoside acido, eterosidi e acidi organici.


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COME SI USA LA DROGA
Dal Rosmarino si ottengono un olio essenziale ed estratti utilissimi in profumeria e cosmesi, in liquoreria e in farmacia. Per uso interno il Rosmarino ha proprietà digestive, antispasmodiche e carminative; stimola la diuresi e la sudorazione, regola il ciclo mestruale, fluidifica la secrezione bronchiale, seda le tossi convulse. Per uso esterno è soprattutto un buon antisettico.
L' olio essenziale ha ancora localmente proprietà stimolanti e rubefacenti utili per il trattamento di contusioni, dolori articolari e muscolari, reumatismi e torcicollo.
In cosmesi le lozioni e i bagni deodorano e purificano la pelle, le tinture revitalizzano il cuoio capelluto, i dentifrici e i colluttori al Rosmarino rinforzano le gengive.


USO INTERNO
I rametti: Per favorire la digestione, stimolare la diuresi, calmare la tosse, fortificare l' organismo.

Infuso: 1 grammi in 100 ml di acqua. Una tazzina o una tazza dopo i pasti.

Tintura: 20 grammi in 100 ml di alcool di 70° (a macero per 5 giorni). A gocce, fino a mezzo cucchiaino, su zucchero.

Tintura vinosa: 2 grammi in 100 ml di vino (a macero per 5 giorni). Un bicchierino dopo i pasti.


USO ESTERNO
I rametti: Per detergere e purificare la pelle, per le contusioni e i reumatismi.

Infuso: 5 grammi in 100 ml di acqua. Fare lavaggi, gargarismi, sciacqui, impacchi, bagni parziali.

Avvertenza: Dosi o trattamenti eccessivi possono dare inconvegnenti.

 
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Rosa canina
(Rosa canina)


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FAMIGLIA: Rosaceae
NOMI COMUNI: Grattacu, rensa sarvaiga, agulenses gugett, strappacui, raza, caccavelle, spina novella, spina rossa, carampolara, sponza di rosi, fusighitu.
LA DROGA: Le foglie e i frutti (cinorrodonti).
QUANDO SI RACCOGLIE: Le foglie si raccolgono in estate, senza il picciolo; i frutti (falsi) si raccolgono in agosto - settembre: si incidonolateralmente e si tolgono gli acheni cercando di eliminare il più possibile la peluria.
PROPRIETÀ: Diuretiche, vitaminizzanti, antiinfiammatorie, astringenti.
PRINCIPI ATTIVI: Tannini, pectine, vitamina C, carotenoidi, acidi organici, polifenoli (cinorrodonti).


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COME SI USA LA DROGA
I petali della Rosa canina hanno proprietà analoghe a quelle delle altre rose. Le foglie vengono utilizzate per tisane leggermente astringenti, utili per chi è facilmente soggetto a disturbi intestinali.
La parte erboristicamente più interessante di questa pianta è costituita da falsi frutti, la cui parte interna ha le proverbiali proprietà pruriginose, mentre quella esterna ha un elevato interesse alimentare e dietetico: essa viene utilizzata per ottenere conserve e marmellate e rappresenta una ricca fonte di vitamine, in particolare la C.
I frutti confermano, per uso esterno, proprietà astringenti, antiinfiammatorie e protettrici vasali caratteristiche dei polifenoli in essi contenuti.


USO INTERNO
I falsi frutti: Come bevande invernali vitaminizzanti e stimolanti delle funzioni renali.

Decotto: 4 grammi in 100 ml di acqua. A tazzine.

Tintura vinosa: 3 grammi in 100 ml di vino (a macero per 10 giorni). A bicchierini.

Le foglie: Come blando astringente intestinale.

Infuso (tisana): 1 - 2 grammi in 100 ml di acqua. Due - tre tazze al giorno.


USO COSMETICO
La maschera di bellezza ottenuta omogeneando con frullatore i "frutti" freschi di Rosa canina (tagliati, svuotati con cura e lavati più volte per eliminare i piccoli peli aguzzi che possono conficcarsi nella pelle) è una delle più efficaci per il suo effetto schiarente, levigante e tonificante della pelle.

 
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Ribes nero
(Ribes nigrum)

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FAMIGLIA: Grossolariaceae.
NOMI COMUNI: Boessaro nero, uva rama, canestrei, uva spina nera, cassis.
LA DROGA: Le foglie e i frutti.
QUANDO SI RACCOGLIE: Le foglie si raccolgono in giugno - luglio, senza il picciolo, prima della fruttificazione; i frutti si raccolgono in luglio - agosto, recidendo i grappoli interi.
PROPRIETÀ: Aromatizzanti, dissetanti, vitaminizzanti, aperitive, diuretiche, depurative, astringenti, antiinfiammatorie, protrettrici vasali e della retina.
PRINCIPI ATTIVI: Acidi organici e vitamine (frutti); Tannini (foglie).


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COME SI USA LA DROGA
I frutti del Ribes nero, oltre alle prerogative aromatizzanti utili per l' industria e per l' uso domestico in sciroppi, conserve, vini, colori alimentari, contengono sensibili quantità di anticiani che aumentano la percezione visiva nelle ore del crepuscolo e sono perciò utili a tutti coloro che utilizzano l' organo visivo in condizioni di luce insufficiente.
Altrettanto preziose sono le foglie, che hanno prerogative diuretiche e depurative, utili agli uricemici e ai gottosi, e antireumatiche. La tradizione popolare utilizza l' infuso delle foglie per la ranella, le idropisie, i catarri vescicali, e come antiinfiammatorio intestinale. Per uso esterno le foglie hanno proprietà astringenti della pelle e delle mucose; la polpa dei frutti è un utile rimedio per le ustioni.


USO INTERNO
I frutti: Come regolatore intestinale, diuretico, rinfrescante, depurativo.

Succo: 50 - 150 grammi al giorno.

Le foglie: Come diuretico e depurativo.

Infuso: 5 grammi in 100 ml di acqua.Due - tre tazzine al giorno.

Tintura vinosa: 5 grammi in 100 ml di vino rosso (a macero per 8 giorni). Due - tre bicchierini al giorno.


USO ESTERNO
I frutti: Per le ustioni e le infiammazioni della bocca e della gola.

Polpa: Applicare sulle zone interessate.

Succo (diluito): Fare sciacqui e gargarismi.

 
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Rapunzia
(Oenothera biennis)


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FAMIGLIA: Onagraceae
NOMI COMUNI: Erba vitella, marovegia zale, maravej d' egett, Enagra, blattaria verginiana, onagra, pestifuga.
LA DROGA: Le sommità fiorite.
QUANDO SI RACCOGLIE: Le sommità fiorite si raccolgono in giugno - luglio, all' inizio della fioritura e prima della fruttificazione, recidendo gli steli 10 - 20 centimetri sotto i fiori.
PROPRIETÀ: Antiinfiammatorie, antispasmodiche, sedative, tossifughe.
PRINCIPI ATTIVI: Fitosteroli, mucillagini, tannini, resine.


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COME SI USA LA DROGA
La Rapunzia è soprattutto nota come pianta ornamentale e infestante, ma ha anche alcune proprietà medicamentose.
La tradizione popolare e talune moderne verifiche la fanno reputare utile nelle affezioni che provocano spasmi e dolori dello stomaco, del piloro e dell' intestino, e in genere nelle enteriti e gastroenteriti; viene inoltre impiegato nelle dispepsie e nei disturbi che dipendono da scarsa funzionalità epatica. Queste proprietà sono attribuite alla radice, di cui non è nota tuttavia la completa composizione chimica e il meccanismo d' azione.
Alle sommità fiorite si attribuiscono proprietà sedative degli spasmi bronchiali, della tosse e della pertosse per uso interno. Quest' ultima proprietà è senz' altro la più utile e sicura.


USO INTERNO
Le sommità fiorite: Per la tosse.

Infuso: 2 grammi in 100 ml di acqua. Due - tre tazzine al giorno, a cucchiai.


USO ESTERNO
Le sommità fiorite: Come emolliente e antiinfiammatorio.

Decotto: 6 grammi in 100 ml di acqua. Fare lavaggi, applicare compresse imbevute di decotto sulle parti interessate.
 
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Rabarbaro alpino
(Rumex alpinus)


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LA DROGA: Il rizoma.
QUANDO SI RACCOGLIE: Il rizoma si raccoglie in autunno scavandolo con una zappa; si lava per togliere la terra, si eliminano le radichette e si seziona in dischi o in pezzi per facilitare l' essicamento.
PROPRIETÀ: Lassative, diuretiche, depurative, coleretiche.
PRINCIPI ATTIVI: Acido crisofanico, isometilantrachinone.


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COME SI USA LA DROGA
Il Rabarbaro alpino ha all' incirca le stesse caratteristiche e proprietà del famoso Rabarbaro cinese; il rizoma, che ne costituisce la droga, ha principalmente proprietà lassative, depurative, diuretiche e coleretiche, cui si associano quelle
amaro - toniche e digestive.
L' attività più sfruttata è quella che regola le funzioni intestinali. Tale azione è dovuta alla presenza di sostanze antrachinoniche, le stesse che si trovano nelle più importanti specie lassative, e cioè Rabarbaro cinese, Frangola, Cascara e Senna.
Secondo la tradizione popolare si utilizza, piuttosto che il decotto, direttamente la droga finemente polverizzata.
Per il suo contenuto di ossalati il Rabarbaro alpino è consigliabile ai sofferenti di reni e alle persone predisposte o affette da calcoli.


USO INTERNO
Il rizoma: Per regolare le funzioni intestinali.

Polvere: 2 - 3 grammi (in acqua o in un ostia)

Decotto: 2 grammi in 100 ml di acqua. Una - due tazze al giorno.

Avvertenza: La quantità di droga va regolata secondo la sensibilità individuale.

 
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Herba Tormentilla
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ad chi havesse doglia de fiancho, o de cuore, è bona: ad homo che fosse ropto portandola al bradiero et se gli fosse angustia facciane polvere della dicta herba, et pigliane una octava et mettela in uno ovo, o con un poco de sale et mestalo in un testo caldo, et conitnuelo per fino ad XV matine, at degjuno et serrà liberato. Item ad chi no po parlare, radene un poco et mittela in per la gola con vino e con ovo et guarirà. Item ad chi havesse male in nel priapo in la verga iettacene della dicta polvere la mattina, et la sera, in lo dicto male non poca per spazio de XII di guarirà.



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La tormentilla veniva utilizzata per curare varie malattie: come infuso per le "rotture instrinseche" le "ulcere maligne", le "oppilazioni del fegato e del cuore", come astringente e antiemorragico, nonchè nella cura della tubercolosi e delle malattie della gola.
 
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28 replies since 10/11/2008, 15:34   1753 views
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