SENUA-SIBILLA-SIRENE-

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view post Posted on 22/12/2008, 22:12

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SENUA



IlClub Archeomedia ha pubblicato, nell'ottobre 2003, la storia di Senua, una dea di probabile origine celtica, emersa dalle terre della contea dell'Hertfordhire (sud dell'Inghilterra), dov'era rimasta sepolta per oltre 1.600 anni, che va ad arricchire la mitologia romana.

Riprendiamo dalla newsletter di Archeomedia n. 20 , 2003: "A testimoniare la sua esistenza e' una statuetta d'argento senza volto e senza braccia recuperata nel 2002 nel corso di scavi archeologici nella regione. Con essa sono venuti alla luce anche due dozzine di reperti d' oro e argento identificati come i tesori di un tempio eretto in onore della dea.

Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico The Guardian, i preziosi cimeli potrebbero essere stati sotterrati da un devoto nel corso del III secolo d.C. per proteggerli da un imminente disastro del quale sarebbe rimasto vittima lo stesso fedele. Dal novembre 2003 a marzo 2004 il British Museum ha esposto i reperti in una mostra intitolata "Buried Treasure".

Il Curatore del British Museum ritiene che Senua fosse probabilmente un'antica divinità celtica adottata poi dai Romani, che la gemellarono con Minerva. Il santuario della dea forse era un luogo di pellegrinaggio dove i devoti portavano le offerte, come testimonia il ritrovamento di targhe d'oro e d'argento e gioielli, tra i quali spicca una spilla decorata con l'incisione di un leone. Il Curatore del British Museum è riuscito a decifrare i nomi incisi sulle targhe ex voto lasciate dai fedeli della dea: tra gli altri, Cariata, Celsus, Firmanus, Lucilia e Servandus. Sono state proprio queste placche a rivelare attraverso un esame con i raggi X il nome del tutto sconosciuto della divinità.

Il tesoro nascosto era stato inizialmente individuato in un campo vicino a Baldock (Hertfordshire) da un archeologo dilettante con il metal detector. L'evento aveva attirato l'attenzione di archeologi del British Museum che avevano iniziato gli scavi nel sito dopo aver pagato una lauta ricompensa allo scopritore e al proprietario del terreno. Nel corso degli scavi è emersa la base spezzata di una statuetta d'argento successivamente identificata come Senua. Di questa solo il retro è rimasto intatto e raffigura una donna graziosa con la chioma raccolta in uno chignon. I lavori di recupero non sono ancora conclusi e si ritiene che il sito possa nascondere altri segreti". (Da Archeomedia newsletter n. 20 , 2003)
 
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view post Posted on 22/12/2008, 23:14

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SIBILLA



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Sibilla Cumana, 1622 ca.,
olio su tela di Domenichino
(Domenico Zampieri,
Bologna 1581 - Napoli 1641)
Roma, Galleria Capitolina



Seconda una leggenda, Sibilla era il nome della figlia del troiano Dardano e di Neso, che aveva il dono della preveggenza e per questo aveva goduto di grande fama, tanto che con il suo nome erano designate in genere tutte le profetesse.

Una tradizione diversa voleva, invece, che la prima fosse figlia di Zeus e di Lamia, a sua volta figlia di Poseidone, chiamata Sibilla dai Libici. La seconda fu Erofila, nata nella Troade, figlia di una ninfa e di un pastore, la quale aveva predetto la devastazione del suo paese per colpa di una donna di Sparta (cioè Elena). Era una seguace di Apollo, del quale si dichiarava "moglie legittima" o figlia. Visse per lo più a Samo ma viaggiò a lungo in luoghi sacri al Dio: per profetare portava con sé una pietra, sulla quale saliva in piedi.

La più famosa è la Sibilla di Eritre, in Lidia, nata in una grotta del monte Corico, in grado di profetare immediatamente dopo la nascita. Fu consacrata ad Apollo e previde la propria morte, proprio ad opera del Dio, ma visse circa 1000 anni. Una tradizione la identifica con la Sibilla che si era stabilita a Cuma, in Campania, dove profetava all'interno di una caverna. Secondo una profezia di Apollo, sarebbe vissuta tanti anni quanti erano i granelli di sabbia che poteva tenere in mano, a patto che non vedesse mai più la nativa Eritre. Ma il fato volle che gli Eritrei le inviassero una lettera, il cui sigillo era fatto con la terra del loro paese: vedendo quel pezzetto della sua patria, la Sibilla morì.

Apollo, che l'amava, le aveva promesso di esaudire il suo più grande desiderio, ed ella aveva chiesto lunga vita, omettendo di associarla alla giovinezza. E così, via via che il tempo passava, la Sibilla diveniva sempre più piccola e rinsecchita, finché assunse l'aspetto e le dimensioni di una cicala e fu chiusa in una gabbia nel tempio di Apollo a Cuma.

Durante il regno di Tarquinio il Superbo era andata a Roma e aveva dato al Re tre raccolte di oracoli, che furono collocati nel tempio di Giove Capitolino: furono oggetto di consultazione fino all'epoca di Augusto, tenuti in gran conto dai Romani che ad essi ricorrevano in ogni circostanza di qualche rilievo, attraverso la mediazione di appositi magistrati incaricati della conservazione e interpretazione dei "libri sibillini".

Virgilio affida alla Sibilla Cumana il compito di guidare Enea nella discesa agli Inferi.
 
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view post Posted on 23/12/2008, 21:04

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SIRENE

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Mosaico (particolare) proveniente da Dougga, III sec., conservato presso il Museo del Bardo di Tunisi, tra i più prestigiosi musei archeologici al mondo e certo quello che ospita la più ricca collezione di mosaici romani. Rappresenta Ulisse sulla sua nave, legato all'albero maestro per non soccomebere al canto delle Sirene, qui raffigurate come donne con zampe e ali di uccello.



Le Sirene sono un'altra personificazione dei pericoli del mare, demoni marini, metà donne e metà uccelli; il loro padre era il dio-fiume >Acheloo e la madre la musa Melpomene, oppure la musa Tersicore. Sono menzionate per la prima volta nell'Odissea, dove sono in numero di due; tradizioni posteriori ne nominano quattro, oppure, più spesso, tre, chiamate, nell'accezione più comune, Ligia Leucosia e Partenope, dalla quale il nome antico di Napoli. Nella tradizione sono musiciste squisite e, secondo Apollodoro, una suonava la lira, un'altra cantava, la terza teneva il flauto.

Secondo la leggenda l'isola delle Sirene era posta lungo la costa dell'Italia meridionale, al largo della penisola di Sorrento; con il fascino della loro musica esse attiravano i marinai che passavano nelle vicinanze; le navi si avvicinavano allora pericolosamente alla costa rocciosa e si fracassavano; e le Sirene divoravano gli imprudenti.

Secondo la leggenda gli Argonauti passarono loro vicino, ma Orfeo cantò tanto melodiosamente, che i marinai della nave "Argo" non ebbero voglia di ascoltarle. Solo Bute si lanciò in mare, ma fu salvato da Afrodite.

Anche Ulisse solcò quelle acque ma, preavvertito da Circe, ordinò ai suoi uomini di tapparsi le orecchie con la cera; lui stesso si fece legare a un albero della nave, vietando ai compagni di slegarlo, qualunque supplica avesse loro rivolto. La storia racconta che le Sirene, indispettite dal proprio insuccesso, si buttarono in mare e affogarono.

Circa la loro origine e le loro ibride sembianze, le versioni sono diverse. Ovidio sostiene che un tempo esse erano donne comuni, ma chiesero agli dei il beneficio delle ali, per cercare sui mari una loro compagna rapita da Plutone. Secondo altri, erano state trasformate da Demetra, quale punizione per non essersi opposte al rapimento di sua figlia. Oppure che Afrodite le aveva private della bellezza, perché disdegnavano i piaceri d'amore.

Nelle leggende successive furono considerate divinità dell'aldilà e per questo motivo sono spesso raffigurate sui sarcofagi.
 
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