Curarsi con le Erbe e le Piante

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view post Posted on 10/11/2008, 15:34

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Herba Lunaria



pistala et fanne povere et pigliane mezza octava con poco de vino caldo per fino ad VIIII sere, iova ad chi ha grossa la vista et guarirà. Item ad chi non pote orinare, o per pietra o per renella o vero per altra causa danne ad bevere per infino XV matine at dejuno una octava con vino caldo et guarirà. Item ad chi havesse doglia de rina, de fiango o de testa dannegli ad bevere una octava at dejuno et guarirà. Et è provato.
La Lunaria maggiore, mirabile per sanare tutte le "rotture interne ed esterne", viene raccomandata dal Mattioli e dal Durante per la cura delle affezioni epatiche. Chiamata Lanaria del grappolo o Fegatella, potrebbe riconoscersi nella Gypsophila Arrostii Guss, le cui radici hanno proprietà depurative e diuretiche.


Edited by birillino8 - 21/1/2009, 22:18
 
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view post Posted on 21/1/2009, 22:18

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Zafferano
(Crocus sativus)





FAMIGLIA: Iridaceae
NOMI COMUNI: Sofran, safran, croco, giallone, zuffrana, tanfaranu.
LA DROGA: Gli stigmi.
QUANDO SI RACCOGLIE: Si staccano i fiori in settembre - ottobre, alla fioritura, si aprono e se ne separa lo stigma.
PROPRIETÀ: Aromatizzanti, coloranti, aperitive, digestive, lenitive, stimolanti, emmenagoghe.
PRINCIPI ATTIVI: Un olio essenziale, il glucoside picroerocina, fitosteroli.


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COME SI USA LA DROGA
Lo Zafferano è molto conosciuto come colorante e aromatizzante in alimentaristica, liquoreria, profumeria e farmacia; è fuor di dubbio che l' uso più noto è quello gastronomico che culmina nel classico risotto e nella zuppa di pesce.
Lo Zafferano, come molte altre erbe usate per aromatizzare i cibi, non va adoperato sconsideratamente: esso è perfettamente innocuo alle normali dosi alimentari (val la pena di evidenziare che se ne usano pochi centigrammi), ma non è scevro da effetti secondari a dosi elevate.
Anche la moderna medicina riconosce allo Zafferano proprietà eupeptiche, stimolanti del sistema nervoso e della fase mestruale (di cui attenua in qualche caso i sintomi dolorosi) e lo impiega soprattutto come colorante.
Studi recenti hanno dimostrato che lo Zafferano ha un' attività ormonosimile che si riflette utilmente sulla sfera sessuale; ne è stato suggerito l' impiego in caso di insufficienza ovarica.
Un uso improprio dello Zafferano può dar luogo a pesanti intossicazioni, scatenare contrazioni uterine e risultare pericolosamente abortivo.
Per uso esterno lo Zafferano entra nella composizione di preparati a base di miele da usare per le gengive irritate e dolenti in generale e durante le fasi di dentizione in particolare; preparati di Zafferano vengono tradizionalmente applicati su ecchimosi, scottature, escoriazioni.
L' uso medicamentoso dello Zafferano è sempre meno consueto anche perchè la droga, che è costituita dagli stigmi, è particolarmente costosa.
L' impiego nella terapia domestica è reso difficile dalle piccolissime quantità necessarie che devono essere pesate con estrema cura; per le preparazioni di Zafferano è sempre opportuno rivolgersi al farmacista.



 
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view post Posted on 30/1/2009, 22:02

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Vite
(Vitis vinifera



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FAMIGLIA: Vitaceae
NOMI COMUNI: Uga, vixe, vis, vi, vit, ua, vide, vida, ova, vigna, uva, paina, vita, vitaia, vitosa, vitacchia, igna, vitusa, viti, racina, achina, uba, vidda.
LA DROGA: Le foglie e il frutto fresco o secco.
QUANDO SI RACCOGLIE: Le foglie si raccolgono in autunno, quando sono rosse, i frutti alla loro maturità, in agosto - ottobre.
PROPRIETÀ: Diuretiche, depurative, aromatizzanti, dietetiche, stimolanti, antiinfiammatorie, protrettrici vasali.
PRINCIPI ATTIVI: Tannini, flavonoidi, acidi organici.


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COME SI USA LA DROGA
La Vite è una delle piante più note e sfruttate dall' uomo. L' uva è dissetante e rinfrescante, ha un elevato valore dietetico, è utile per cure depurative e ricostituenti; i decotti di uva passa sono emollienti per la tosse e le infiammazioni della gola.
Dall' uva si ottengono vini e distillati alcoolici di elevato potere tonificante ed energetico validi, a dosi moderate, per stimolare l' appetito e la digestione, la circolazione sanguigna e la diuresi. L' aceto di vino viene usato come aromatizzante e dissetante, rinfrescante e astringente intestinale; famosi sono gli aceti aromatici resi gradevoli per infusione di spezie ed erbe odorose; opportunamente diluito, l' aceto si impiega per lavare piaghe e ferite, fare impacchi sulle contusioni, ottenere tonici e lozioni di bellezza. A gocce, l' aceto fa cessare il singhiozzo, il suo odore intenso stimola i centri nervosi e favorisce la ripresa di chi ha perso conoscenza.
Le foglie di una varietà della Vite, quella rossa, particolarmente ricche in polifenoli, hanno proprietà antiinfiammatorie e protettrici dei capillari sanguigni utili per talune affezioni venose (per varici, emorroidi, eritrosi, geloni) e per le turbe della menopausa.


USO INTERNO
Le foglie: Per disturbi circolatori.

Decotto: 4 grammi in 100 ml di acqua. Due - tre tazze al giorno.


USO ESTERNO
Le foglie: Per i geloni e i vasi superficiali dilatati.

Decotto: 8 grammi in 100 ml di acqua. Fare impacchi sulle zone interessate.


AVVERTENZA
Prima di cogliere le foglie di Vite occorre accertarsi che non abiano subito alcun trattamento con prodotti chimici.
 
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view post Posted on 20/2/2009, 21:03

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Viola del pensiero
(Viola tricolor)


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FAMIGLIA: Violaceae
NOMI COMUNI: Pensieri, pensè, penser salvadegh, ogit, viola zala, pansè selvaggia, suocera e nuora, jalla, soggira e nora, pentzieris.
LA DROGA: La parte aerea della pianta fiorita.
QUANDO SI RACCOGLIE: La pianta si raccolie durante la fioritura in aprile - agosto; si taglia a pochi centimetri da terra e si eliminano le foglie secche e le parti lignificate.
PROPRIETÀ: Depurative della pelle, tossifughe, espettoranti, emollienti.
PRINCIPI ATTIVI: Violaxantina, violaquercitrina, una saponina, tannini, mucillaggini, tracce di acido salicilico.


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COME SI USA LA DROGA
La Viola del pensiero è usata come espettorante ed emolliente nelle affezioni catarrali delle vie respiratorie, ma la proprietà più importante dei fiori e delle foglie è quella depurativa specifica su taluni disturbi della pelle. Alcuni ricercatori ne hanno segnalato l' utilità in caso di acne, eczema e foruncolosi, nonchè sulla crosta lattea dei bambini.
Lo sfruttamento migliore delle virtù della pianta si avrebbe con un contemporaneo trattamento interno ed esterno, cioè con infusi e cataplasmi; gli sperimentatori sostengono che all' inizio del trattamento si ha una recrudescenza dell' affezione, che in seguito, però, si risolve rapidamente. Alla Viola del pensiero vengono anche attribuite proprietà diuretiche, sudorifere e leggermente lassative. L' esperienza erboristica prevede l' impiego della varietà selvatica e non di quella coltivata.


USO INTERNO
La parte aerea fiorita: Come diuretico, depurativo e blando lassativo.

Infuso: 4 grammi in 100 ml di acqua. Una tazza al mattino a digiuno.


USO ESTERNO
La parte aerea fiorita: Come coadiuvante nel trattamento delle affezioni cutanee.

Decotto: 6 grammi in 100 ml di acqua. Fare lavaggi e bagni parziali sulle zone interessate.


USO COSMETICO
Nella cosmesi popolare, si versa in una tazza piena fino a tre quarti di fiori di Viola freschi o secchi del latte bollente fino a coprirli. Si lascia raffreddare agitando e si usa quindi il latte per ammorbidire la pelle delle mani e del viso.

 
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view post Posted on 22/2/2009, 18:08

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Verbena
(Verbena officinalis)




FAMIGLIA: Verbenaceae
NOMI COMUNI: Erba turca, barbegna, coj dij prà erba de S.Gioan, clumbeina, crous, purecella, erba della milza, birbina, virminaca, crebena.
LA DROGA: Le sommità fiorite.
QUANDO SI RACCOGLIE: Le sommità fiorite si raccolgono in luglio - agosto, all' inizio della fioritura, recidendo la pianta a
10 - 20 centimetri dai fiori più bassi.
PROPRIETÀ: Diuretiche, depurative, antireumatiche, febbrifughe, antiinfiammatorie, antinevralgiche, risolventi.
PRINCIPI ATTIVI: I glucosidi verbenaloside e verbenina, principi amari.






COME SI USA LA DROGA
La Verbena, pianta sacra agli antichi romani, non va confusa con la gradevole Cedrina, detta anche Verbena odorosa.
Le proprietà riconosciute alle sommità fiorite della Verbena spaziano in un campo abbastanza vasto: la tradizione popolare ne sfrutta il sapore nettamente amaro per stimolare l' appetito e favorire la digestione, le attribuisce virtù diuretiche e depurative del fegato e della milza, la ritiene utile per eliminare i calcoli, scacciare la febbre, alleviare i dolori reumatici. La Verbena non è tollerata dall' organismo come la Cedrina, per cui conviene limitarne l' uso a tisane coadiuvanti e blandamente depurative.
L' impiego esterno della Verbena è forse più valido e sicuro. I decotti vengono impiegati per detergere piaghe e ferite, per fare gargarismi che purificano la bocca, tonificano le gengive e tolgono l' infiammazione delle tonsille. I cataplasmi fatti con le sommità fiorite mitigano i dolori nevralgici e quelli delle articolazioni. Si applicano sulle contusioni per far regredire il gonfiore e i travasi di liquidi.


USO INTERNO
Le sommità fiorite: Come digestivo e depurativo.

Infuso (tisana): 1 - 2 grammi in 100 ml di acqua. Due - tre tazzine.

Tintura vinosa: 5 grammi in 100 ml di vino bianco (a macero per 5 giorni). Un bicchierino ai pasti (con cautela).


USO ESTERNO
Le sommità fiorite: Per purificare e tonificare bocca e gola.

Infuso: 5 grammi in 100 ml di acqua. Fare sciacqui e gargarismi.

Le sommità fiorite: Per contusioni, dolori nevralgici e articolari.

Polpa: Applicare sulle parti dolenti.





 
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view post Posted on 19/4/2009, 19:31

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Verbasco
(Verbascum thapsus)


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FAMIGLIA: Scrophulariaceae
NOMI COMUNI: Leventun, luviun, gibliu, tas barbas, lavadon, pan delle serpi, barabasso, piantadomine, lampazzo giallo, spronu, senpacantaru, candunabulu, trovodda.
LA DROGA: Le foglie e i fiori.
QUANDO SI RACCOGLIE: Le folglie si raccolgono, ben sviluppate, in primavera - estate; i fiori si raccolgono appena aperti in giugno - agosto, staccandoli a uno a uno senza il calice.
PROPRIETÀ: Tossifughe, astringenti, antiinfiammatorie, decongestionanti, emollienti, lenitive.
PRINCIPI ATTIVI: Mucillagini, saponine, tracce di olio essenziale, fitosteroli .

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COME SI USA LA DROGA
I fiori del Verbasco, ricchi di mucillaggini, vengono soprattutto impiegati in bevande coadiuvanti in caso di tosse, raffreddore e influenza e per le infiammazioni intestinali e renali. Per uso esterno si impiegano sulle infiammazioni della pelle e delle emorroidi. La medicina popolare utilizza le foglie del Verbasco per le infiammazioni intestinali accompagnate da coliche. Per uso esterno le foglie vengono utilizzate per decotti detergenti su piccole piaghe e ferite e per cataplasmi lenitivi ed emollienti su emorroidi infiammate, foruncoli, paterecci, lievi scottature e pruriti


USO INTERNO
I fiori: Per la tosse, i catarri, le irritazioni della gola e dell' intestino.

Infuso: 2 grammi in 100 ml di acqua (filtrare con cura su tela fine). Due - tre tazzine al giorno.


USO ESTERNO
I fiori: Per la pellee le mucose irritate.

Decotto: 5 grammi in 100 ml di acqua (filtrare con cura). Fare sciacqui, gargarismi, applicare compresse sull zone interessate.

I fiori: Per le emorroidi, geloni e scottature.

Tintura oleosa: 20 grammi in 100 ml di olio d' oliva o di semi (scaldare dolcemente fino a completa evaporazione dell' acqua). Applicarla tiepida sulla parte con lievi frizioni.

Le foglie: Per emorroidi, foruncoli, paterecci, pruriti.

Cataplasma: Far cuocere in poco latte una manciata di foglie, ridurre il tutto in polpa e applicarla, calda, sulle zone irritate.

Decotto: 5 grammi in 100 ml di acqua. Fare lavaggi, applicare compresse sulla zona interessata

 
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view post Posted on 17/5/2009, 21:07

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Valeriana
(Valeriana officinalis)


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FAMIGLIA: Valerianaceae
NOMI COMUNI: Erba dij gat, amantilla, gataria, limoncella, baddariana, ballariana.
LA DROGA: Il rizoma con le radici.
QUANDO SI RACCOGLIE: Il rizoma si raccoglie in autunno o in primavera, estirpando piante di almeno due - tre anni; si lava e si taglia, se occorre, in due per il lungo.
PROPRIETÀ: Sedative del sistema nervosoantispasmodiche, antinevralgiche, leggermente ipnotiche.
PRINCIPI ATTIVI: Olio essenziale (costituito principalmente da acido valerianico, valerianato di bornile, aldeide valerianica, pinere, borneolo), l' alcaloide catenina, resine e tannini.


COME SI USA LA DROGA
La Valeriana è una tra le piante salutari più note alla medicina popolare e ufficiale; modrne ricerche scientifiche hanno riconosciuto alla radice utili proprietà sedative in caso di disturbi nervosi quali isterismo, convulsioni, stati d' ansia e di eccitazione nervosa, palpitazioni cardiache, insonnia, turbe della menopausa e dolori spastici addominali.
La medicina popolare fa uso della Valeriana come blando tranquillante naturale per indurre un sonno ristoratore, attenuare nevralgie, emicranie e dolori intestinali di lieve entità. Se la scienza ha avvallato l' utilità e l' efficacia della Valeriana, non tutto è chiarito a livello dei principi attivi; soprattutto in preparazioni casalinghe questi possono venire facilmente allontanati o distrutti durante le operazioni di trattamento della droga. L' erbaoristeria domestica può avvalersi della polvere e del succo, ma il preparato più valido è costituito dalla tintura, reperibile in farmacia. Medico e farmacista daranno i piùappropriati consigli per una corretta utilizzazione.
Si conosce un uso esterno della Valeriana per alleviare gli effetti di distorsioni o contusioni, dolori muscolari e nevralgie di varia origine.


USO INTERNO

Il rizoma: Per conciliare il sonno.

Succo (del rizoma fresco): 2 - 5 grammi al giorno.

Polvere: Da 1 a 4 grammi al giorno in un' ostia.


USO ESTERNO
Il rizoma: Per contusioni, nevralgie di varia origine, dolori muscolari.

Decotto: 10 grammi in 100 ml di acqua. Applicare, il più a lungo possibile, compresse imbevute di decotto sulle zonee interessate.

 
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view post Posted on 3/6/2009, 21:35

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Herba Rondella



fanne polvere et danne ad bevere con vino caldo meza octava per volta, per XII dì la matina ad homo o ad donna che havesse grossa la gola, ne serrà guarito. Item ad chi havesse scrufole dagli ad bevere per XV matene et guarirà. Et è provato.



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La rondella o malva sislvestris, era chiamata nel secolo XVI, omnimorbia, rimedio per tutti i mali. Un composto di foglie, radice e seme, applicati con farina d'orzo veniva consigliato per i " tumori del fegato, della milza, e della madrice ", mentre l'infuso era prescritto per la tosse e le malattie polmonari.
 
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view post Posted on 15/6/2009, 22:03

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Uva ursina
(Arctostaphylos uva - ursi)

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FAMIGLIA: Ericaceae
NOMI COMUNI: Uga d' ursu, busserole, ramoliva, corbesoi, seresoi d' la volp, pometti rossi, uva dell' orso, uva selvaggia.
LA DROGA: Le foglie.
QUANDO SI RACCOGLIE: Le foglie si raccolgono in luglio - agosto, staccando quelle ben sviluppate ed evitando quelle troppo piccole e tenere.
PROPRIETÀ: Astringenti, antiinfiammatorie, antisettiche dell' apparato urinario.
PRINCIPI ATTIVI: Tannini, il triterpenico acido ursolico, i tre glucosidi ericolina, arbutina e metilarbutina, sali potassici in prevalenza sugli altri sali.

COME SI USA LA DROGA
L' Uva ursina è un arbusto caratterizzato da talune proprietà molto specifiche e validamente efficaci. Le foglie hanno infatti la prerogativa di trattenere le infiammazioni dell' apparato genito - urinario e in particolare le pieliti, le cistiti, le uretriti, le nefriti e in genere incontinenza, ritenzione urinaria, ipertrofia prostatica e leucorrea. L' azione dell' Uva ursina è dovuta ad una contemporanea azione antiinfiammatoria e antissettica esercitata dai principi attivi che sono presenti nella pianta,e cioè tannini, flavonoidi e glucosidi idrochinonici tra cui l' arbutina; a quest' ultima è attribuita l' azione antisettica particolare.
Le foglie di Uva ursina non hanno spiccate proprietà diuretiche, ma la loro azione antiinfiammatoria e anticatarrale favorisce la normalizzazione delle funzioni escretive.
Va ricordato che proprio i benefici principi attivi della pianta, se usati in modo non appropriato, possono dar luogo a fenomeni irritativi del tubo digerente e a veri e propi fenomeni allergici.
L' Uva ursina 챔 una droga molto valida, tuttavia il suo uso 챔 sconsigliabile qualora non venga approvato e seguito dal medico.
Per il loro contenuto in polifenoli, i preparati di Uva ursina per uso esterno sono considerati ottimi astringenti e antiinfiammatori. I frutti sono commestibili perch챔 innocui ma non molto gradevoli da mangiare.


USO INTERNO
Le foglie: Per purificare e decongestionare l' apparato urinario.

Infuso: 1,5 grammi in 100 ml di acqua. Due - tre tazze al giorno.

Tintura: 20 grammi in 100 ml di alcool di 20째 (a macero per 8 giorni). Due - tre cucchiaini al giorno.
 
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view post Posted on 17/6/2009, 13:07

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Uva di monte
(Vaccinium vitis - idaea

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FAMIGLIA: Ericaceae
NOMI COMUNI: Erse, murium, lasaire, pon첫, cavrosen, canestr챔.
LA DROGA: Le foglie e i frutti.
QUANDO SI RACCOGLIE: Le foglie si raccolgono in maggio - luglio, staccando quelle ben formate e sane, i frutti in luglio - settembre, con lo stesso pettine che si usa per il Mirtillo.
PROPRIETÀ: Astringenti, antisettiche, antiinfiammatorie, diuretiche.
PRINCIPI ATTIVI: Arbutina, ericolina, tannini (foglie), acidi organci, pectine, piccole quantità di narcotina (frutti).





COME SI USA LA DROGA
I frutti dell' Uva di montesono gradevolmente commestibili come quelli del Mirtillo e, come questi, si consumano freschi o cotti in confetture, sciroppi e marmellate.
Le foglie dell' Uva di monte e i loro derivati sono usati sia nella terapia domestica sia in molti farmaci per le loro proprietà antiinfiammatorie, astringenti, diuretiche e antimicrobiche. Questa attività è dovuta alla presenza di glucosidi idrochinonici, principalmente l' arbutina, e ai tannini.
Le preparazioni di Uva di monte vengono impiegate nelle affezioni infiammatorie del bacino, e cio챔 quelle dei reni, della vescica e dell' uretra. Parallelamente esse esercitano una buona azione diuretica e astringentee un buon effetto antisetticosul tratto urinario.
L' uso, per via interna, delle foglie di Uva di monte è da farsi con molta cautelaa causa di seri disturbi che possono insorgere per eccesso di dosaggio. Solo il medico potrà autorizzarne l' impiego e indicare le dosi ottimali. Sia le foglie dell' Uva di monte che quelle del Mirtillo possono essere impiegate come succedaneo dell' Uva ursina.


USO INTERNO
I frutti: Per le irritazioni intestinali, per migliorare la visione crepuscolare.

Frutti: Secondo il normale consumo alimentare.

Succo: A cucchiai.

Decotto: 5 grammi in 100 ml di acqua. A tazzine.


USO INTERNO
Le foglie: Per le infiammazioni dell' apparato urinario.

Decotto: 1 grammi in 100 ml di acqua. Due - tre cucchiai (o un bicchierino) due - tre volte al giorno.



 
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view post Posted on 17/6/2009, 20:34

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Herba Sancta Maria



at donna che non potesse havere lacte, dalli ad magnare de quisti segni bianchi, subbito verrà lo lacte. Item ad homo, o donna che se corrumpe in sogno o altromente dalli ad magnare doi nocti dello bianco, subbito verrà liberato et &egarve provato. Item ad saldare una piaga vecchia tolli le sue foglie et la radice, et pistale insiemi, et poni suso la piaga, salderà per dì cinque, è provato.


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Si tratta del chrysanthemum balsamita, o erba della Madonna, molto diffusa già dal Medioevo e utilizzata come vulnerario sotto forma di olio balsamico. Era consigliata per varie affezioni quali la bronchite, la depressione, le malattie dello stomaco e la tosse.
 
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Timo
(Thymus vulgaris)

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FAMIGLIA: Lamiaceae
NOMI COMUNI: Capucustri, tummu, tumetti, erba salterella, poeriu, piperella, sermollino selvatico, amorino, peperna, sarapodda, tummineddu, arrigamu .
LA DROGA: Le sommità fiorite.
QUANDO SI RACCOGLIE: Le sommità si raccolgono alla fioritura, in maggio - luglio, recidendo i fusti fiorali a 5 - 10 centimetri al di sotto dei fiori ed evitando le parti legnose.
PROPRIETÀ: Aromatizzanti, digestive, depurative, balsamiche, tossifughe, anticatarrali, antisettiche, stimolanti, revulsive.
PRINCIPI ATTIVI: Olio essenziale (costituito principalmente da timolo e carvacrolo), tannini, un glucoside e un saponoside.









COME SI USA LA DROGA
La diffusione dell' impiego alimentare del Timo è dovuta non solo alle caratteristiche aromatiche ma anche a quelle antisettiche che contribuiscono a prolungare la conservazione dei cibi. Le proprietà antisettiche del Timo, dovute principalmente al timolo contenuto nel suo olio essenziale, sono utili per disinfettare l' albero respiratorio e l' intestino; in pratica viene utilizzato per le proprietà balsamiche, tossifughe, fluidificanti catarrali (è benefico anche per pertosse e asma), per combattere le infiammazioni e le infezzioni intestinali, per normalizzare i processi digestivi. Tisane e sciroppi di Timo tonificano l' intero organismo, stimolano l' appetito e la digestione, favoriscono il funzionamento del fegato, combattono le malattie da raffreddamento.
Per uso esterno i decotti di timo esercitano proprietà disinfettanti della pelle e stimolanti della circolazione superficiale.


USO INTERNO
Le sommità fiorite.: Per le fermentazioni intestinali, e le affezioni catarrali dell' apparato respiratorio.

Infuso (tisana): 1 - 1,5 grammi in 100 ml di acqua. Due - tre tazzine al giorno (dolcificate con miele).

Tintura vinosa: 2,5 grammi in 100 ml di vino bianco (a macero per 5 giorni). A bicchierini.


USO ESTERNO
Le sommità fiorite: Per detergere piccole piaghe e ferite in caso di necessità per purificare la cavità orale.

Infuso: 5 grammi in 100 ml di acqua. Fare lavaggi, sciacqui e gargarismi.


USO COSMETICO
Nella cosmetica popolare il Timo si usa per la sua energica azione defatigante sul viso (soffumigi brevi di una manciata di Timo in un catino di acqua bollente, tenendo ben chiusi gli occhi per evitare irritazioni).
 
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Tiglio semplice
(Tilia platyphyllos)




FAMIGLIA: Tiliaceae
NOMI COMUNI: Tiggiu, tii, tei, tel, teja, teglia, .
LA DROGA: I fiori con la relativa brattea.
QUANDO SI RACCOGLIE: I fiori si raccolgono all' inizio della fioritura, in giugno - luglio, staccando il peduncolo
dell' infiorescenza.
PROPRIETÀ: Sedative, ipotensive, sudorifere, diuretiche, antispasmodiche, emollienti, decongestionanti, lenitive.
PRINCIPI ATTIVI: Mucillaggini, tannini, un olio essenziale contenente farnesolo, il glucoside tiliacina e un saponoside.









COME SI USA LA DROGA
Le proprietà medicamentose dei fiori di Tiglio sono molteplici: ottimi sudoriferi, leggermente diuretici, essi sono utili nel trattamento di influenza, raffreddore, e forme reumatiche, hanno azione emolliente della gola in caso di tosse, esercitano
un' azione vasodilatatrice e ipotensiva, sono efficaci sedativi atti a conciliare il sonno. Per uso esterno essi hanno funzione emolliente, decongestionante e rinfrescante sulla pelle e sulle mucose arrossate e sono utili in caso di scottature, eritemi solari e infiammazioni palpebrali.
Bagni e pediluvi di Tiglio, oltre all' effetto eudermico, hanno un' azione sedativa generale che predispone a un buon sonno.


USO INTERNO
I fiori (eventualmente con le brattee): Per conciliare il sonno e sedare la tosse.

Infuso (tisana): 1 - 2grammi in 100 ml di acqua. Due - tre tazze al giorno.

Tintura: 20 grammi in 100 ml di alcool di 30째 (a macero per 5 giorni). A cucchiai.


USO ESTERNO
I fiori (eventualmente con le brattee) : Per le irritazioni della pelle e delle mucose della bocca e della gola.

Infuso: 5 grammi in 100 ml di acqua. Fare lavaggi, sciacqui, gargarismi, applicare compresse.

I fiori (eventualmente con le brattee) : Per scottature ed eritemi solari, irritazioni delle emorroidi e delle zone intime esterne.

Tintura oleosa: 10 grammi in 100 ml di olio (a macero per 10 giorni in ambiente caldo). Applicare con lievi frizioni sulle parti interessate.


USO COSMETICO
Infusi e tintura oleosa si usano, nella cosmetica popolare, in applicazioni esterne locali per minimizzare le borse sotto gli occhi.
 
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Tarassaco
(Taraxacum officinale)



FAMIGLIA: Asteraceae
NOMI COMUNI: Sciuscion, radiciun, virasol, radec selvadech, cicoria mata, brusa oci, pessalet, dent d'allion, ingrassaporci, girasole selvatico, lapa, maroglia, missinina, pabogalu, zicoria burda.
LA DROGA: Il rizoma.
QUANDO SI RACCOGLIE: Il rizoma si raccoglie in settembre - ottobre o in febbraio, prima che la pianta fiorisca; si lava per eliminare la terra e si tagliano le radichette laterali.
PROPRIETÀ: Amaro - toniche, eupeptiche, digestive, coleretiche, colagoghe, depurative, blandamente diuretiche, lassative.
PRINCIPI ATTIVI: Carotenoidi, fitosteroli, colina, tannini. La radice contiene inoltre l' alcaloide taraxina e la sostanza amara taraxacina



COME SI USA LA DROGA
Il Tarassaco o Dente di leone, è una delle erbe più note e diffuse nell' ambito terapeutico popolare. I boccioli dei fiori si mettono sott' aceto come i capperi, le foglie, giovani, crude o cotte, compongono ricercate insalate depurative, le radici tostate costituiscono un buon surrogato del caffè. L' impiego commestibile delle foglie costituisce già un buon trattamento depurativo (e vitaminizzante) valido quanto quello fatto con preparati di rizoma, che costituisce la droga vera e propria. Moderne ricerche hanno confermato che che il Tarassaco ha effettivamente proprietà coleretiche e colagoghe utili in caso di itterizia, calcoli biliari e in ogni genere di insufficienza epatica. Non sono del tutto sicure le attività diuretica e sudorifera, mentre rimangono confermate quelle amaro - toniche e digestive utili per l' inappetenza e le dispepsie. Il Tarassaco è reputato infine un blando lassativo e un lenitivo delle infiammazioni emorroidali.
Quest' erba è scarsamente usata all' estero, tuttavia, per le valide proprietà depuratrici dell' intero organismo, rappresenta indrettamente un buon presidio cosmetico poichè la sua funzione detossicante si riflette sulle pelli impure e malsane rendendole fresche e luminose. L' infuso dei fiori ha applicazione cosmetica come lozione per schiarire le efelidi.


USO INTERNO
Il rizoma: Per depurare l' organismo, stimolare le funzioni del fegato, dei reni e dell' intestino.

Succo: Fino a quattro cucchiaini al giorno

Infuso: 3 grammi in 100 ml di acqua. Fino a tre - quattro tazze al giorno, a sorsi, lontano dai pasti.

Tintura: 20 grammi
 
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view post Posted on 17/6/2009, 21:53

ottimo

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Herba Grassella minutella



ad chi havesse male da morire, quando el male è fuora del budello piglia questa herba per mano et mittela sopra el sire del budello dello inferno, fato che sia una octava, et continuala 9 dì, o verde o secca, o spolverata, et se questo non po partire piglia la detta herba et fanno fuoco et ugni el budello ogni dì una volta et guarirà per spazio de giorni XV.

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Si tratta probabilmente della portulaca o erba grassa. Le foglie crude erano prescritte per sanare le ulcere della bocca e il tumore delle gengive; l'infuso per la cura dell'asma e gli impacchi, unitamente al seme di lino e galla, per lenire i dolori cervicali e le nevralgie.
 
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