Da: Birillino8 Inviato: 01/04/2006 19.36
Tommy, chi sono i 3 fermati
Alessi, la moglie e uomo dell'impronta
Uno dei muratori che fecero i lavori nella casa di Casalbaroncolo, sua moglie, un pregiudicato che ha lasciato l'impronta sul nastro adesivo utilizzato per immobilizzare i genitori e il fratello di Tommaso la sera del sequestro. Ecco chi sono le tre persone sottoposte a fermo di polizia giudiziaria per il reato di sequestro di persona.
Sono loro i tre fermati per il reato di sequestro di persona. Raimondi è stato sentito nella caserma dei carabinieri, mentre Alessi e la moglie sono stati interrogati dalla polizia in questura. Mario Alessi, 44 anni, siciliano di origine, che era già stato accusato formalmente di concorso in sequestro a scopo di estorsione, è uno degli operai che dall'estate al dicembre scorso, fecero alcuni lavori di ristrutturazione nella casa di Casalbaroncolo. Antonella Conserva è sua moglie. Sarebbe invece di Salvatore Raimondi, anche lui di origini siciliane, quell'impronta digitale lasciata dai rapitori sullo scotch utilizzato per legare la sera del 2 marzo Paolo e Paola Onofri, papà e mamma di Tommaso, e il fratello di 8 anni, Sebastiano
Da: Birillino8 Inviato: 01/04/2006 19.38
Alessi confessa: "Tommaso è morto"
Parma, confessione di uno dei fermati
Il piccolo Tommaso Onofri sarebbe morto. Lo ha confessato uno dei fermati, Mario Alessi. La polizia, guidata dallo stesso Alessi, sta adesso cercando il corpo a S.Ilario D'Enza, nei pressi del fiume Enza. Per questo motivo ora l'operaio, insieme agli investigatori della polizia, sta battendo le campagne del Parmense per indicare il posto dove sarebbe stato nascosto il corpicino del piccolo.
Mario Alessi, il manovale siciliano, era stato fermato per il sequestro insieme alla moglie e a Salvatore Raimondi. La polizia ora sta setacciando la zona di Sant'Ilario, dove c'è anche un torrente, seguendo le indicazioni fornite dal muratore. Fino a due giorni fa, lo stesso Alessi aveva dichiarato: "Ho un figlio anch'io, non farei mai del male a un bambino". Purtroppo però le cose sono andate diversamente: in attesa di capire chi ha davvero ucciso il piccolo Tommy, i genitori del bimbo e l'intera cittadinanza di Parma sono precipitate nello sconforto.
Da: Birillino8 Inviato: 02/04/2006 22.19
Tommaso: la cronistoria
Paolo Onofri, il papà di Tommaso, il bambino di 18 mesi rapito il 2 marzo scorso e poi ucciso alle porte di Parma
Il 2 marzo il rapimento e, immediata, l'uccisione del poccolo di 18 mesi, febbricitante e malato di epilessia. Da quel giorno, un mese tra speranza e misteri. Con Alessi, l'assassino, che recita la parte dell'accusato ingiustamente e Paolo Onofri indagato per pedopornografia... Queste le tappe principali della tragica vicenda di Tommaso » Foto: i protagonisti della vicenda » Forum
A un mese dal rapimento, la terribile notizia, appresa dai genitori dalla tv: Tommaso Onofri è morto.
L’hanno ucciso Alessi e il "compare" Raimondi, con una pala. Era buio pesto quando sono entrati in quel bosco. Tommaso piangeva e loro gli hanno stretto le mani al collo. Cercavano di farlo tacere. Il bambino era terrorizzato, continuava ad urlare. Allora l’hanno colpito. Una volta, due. Poi c’è stato il silenzio. Sul corpo hanno buttato un po’ di terra. E l’hanno abbandonato.È morto così Tommaso, neanche mezz’ora dopo essere stato portato via dalla sua casa. Lo racconta Mario Alessi, uno dei due rapitori.
Ecco la cronologia del rapimento.
2 MARZO
Tommaso Onofri, 18 mesi, viene rapito da due persone - tra cui forse una donna - dalla casa di Casalbaroncolo, nella campagna di Parma, di fronte ai genitori e al fratellino che vengono legati: il piccolo viene strappato dal seggiolone e, nonostante vengano quasi subito avvertite le forze dell'ordine, di lui si perde ogni traccia. Tommy è malato di epilessia e ha bisogno di un farmaco, il Tegretol. Vengono lanciati appelli ai rapitori per la sommistrazione del farmaco. Si parla quasi subito di sequestro anomalo.
7 MARZO
I magistrati che indagano sul caso chiedono il silenzio stampa per tre giorni. In procura a Parma vengono ascoltati due operai che hanno lavorato alla ristrutturazione della casa degli Onofri dove è avvenuto il rapimento ma le attenzioni degli inquirenti sono sempre più concentrate sulla figura del papà del bambino, Paolo Onofri, 46 anni, direttore di un ufficio postale della zona.
9 MARZO
«Mi sento sotto accusa e non so perchè» confida in un'intervista Paolo Onofri, allo stesso tempo accusato e vittima.
10 MARZO
L'inchiesta registra una novità clamorosa ma anche questa destinata a perdere valore con il passare dei giorni. Paolo Onofri viene indagato per detenzione di materiale pedopornografico: centinaia di file trovati dagli inquirenti nei computer dell'uomo sono custoditi nella cantina di Via Jacchia.
16 MARZO
È forse la giornata più lunga e dolorosa del sequestro di Tommaso: su indicazione di una sensitiva milanese, Costantina Comoderi, il corpo del piccolo viene cercato dai sommozzatori dei vigili del fuoco di Livorno nel fiume Magra, vicino Pontremoli. Fortunatamente si tratta anche questa volta di una falsa pista.
26 MARZO
Compare una scritta sulla strada lasciata da mani ignote sulla strada a circa 200 metri dalla casa di Casalbaroncolo, forse un avvertimento: «Ne hai abbastanza?».
28 MARZO
Si registra un'accelerazione nelle indagini che si concentrano su un gruppo di almeno cinque persone, tra cui una o forse due donne, seguite a vista dai carabinieri. Tra gli indagati, con l'accusa di concorso nel sequestro a scopo di estorsione, finisce il muratore siciliano Mario Alessi, 44 anni, che ha lavorato alla ristrutturazione della casa degli Onofri. L'indizio decisivo, nelle indagini, diventa un'impronta lasciata sullo scotch da uno dei rapitori, che viene ricondotta a un pregiudicato siciliano.
29 MARZO
L'attività investigativa si concentra anche nell'agrigentino, nella zona di San Biagio Platani (Agrigento) paese di origine di Mario Alessi. In un paese poco distante abitano i familiari dell'ex moglie di Paolo Onofri, papà di Tommy, Francesca Traina.
1 APRILE
Svolta nelle indagini e tragico epilogo del rapimento. Tre persone vengono fermate per il sequestro di Tommy: si tratta di Mario Alessi, di Salvatore Raimondi e della moglie Antonella Conserva. Carabinieri e polizia hanno setacciato nella mnotte i casolari della bassa Parmense, Reggiana e Mantovana e trovato tracce del passaggio del bambino. Una quarantina di persone interrogate. Poi la confessione di Alessi: Tommaso è stato uccsiso.
Da: Birillino8 Inviato: 02/04/2006 22.20
Così Alessi fu condannato per stupro
Il fratello gemello: «Non lo posso assolutamente perdonare. Per me è morto». E torna a chiedere l'affido del nipote
Una folla inferocita colpisce con calci e pugni un'auto a bordo della quale si crede ci sia Mario Alessi (Ansa)
PALERMO - Tra qualche mese la Corte di cassazione si pronuncerà definitivamente sulla condanna a sei anni di carcere, per violenza sessuale, inflitta, dalla corte d'appello di Palermo, a Mario Alessi, sequestratore del piccolo Tommaso Onofri. A San Biagio Platani (Agrigento), paese d'origine di Alessi, la storia dello stupro per cui il muratore è stato processato la ricordano tutti. Nell'estate del 2000 una coppia, che si era appartata nelle campagne vicine, venne aggredita da due uomini. I fidanzati furono rapinati; l'auto danneggiata per evitare che chiedessero aiuto; il ragazzo legato ad un albero; la giovane violentata. Le vittime si rivolsero ai carabinieri ma degli aggressori non fu possibile trovare traccia fino a quando uno di loro telefonò alla ragazza chiedendole un incontro. Lei finse di accettare e portò all'appuntamento i militari ma i due non si presentarono. Restarono, però, le tracce della chiamata che consentirono agli investigatori di risalire all'identità degli aggressori: Mario Alessi, ed un suo amico, G.B., anche lui di San Biagio Platani. Il resto lo fece la comparazione del dna prelevato dal liquido seminale trovato nella biancheria della vittima con quello estratto dalla saliva dei due indagati.
IL GEMELLO:NON POSSO PERDONARLO - «Non posso assolutamente perdonarlo per quello che ha fatto, per me è morto». Lo ha detto Salvatore Alessi, fratello gemello di Mario Alessi. Salvatore, insieme con la moglie Antonella Paci, ha incontrato i giornalisti nella sua abitazione. L'uomo, costretto da oltre vent'anni su una sedia a rotelle, ha nuovamente preso le distanze dal gesto compiuto dal fratello gemello. «Non riesco a farmi un'idea di ciò che è accaduto - ha detto - è assurdo tutto ciò». Poi, ammette di avere aiutato in passato economicamente il fratello. «È successo - ha detto - che mio fratello era in difficoltà ma era un grande lavoratore, quindi l'ho aiutato volentieri. D'altro canto la famiglia è fatta proprio per aiutare. Noi lo facevamo, soprattutto, per il bambino di 6 anni che amiamo». Salvatore Alessi, oltre a percepire un sussidio per l'invalidità totale, svolge anche l'attività di agente assicurativo.
Salvatore Alessi, visibilmente scosso, ha poi ripercorso gli ultimi giorni, da quando cioè ha saputo che il fratello gemello era stato iscritto nel registro degli indagati. «Ci siamo sentiti giovedì scorso - ha ricordato ancora - e io gli ho chiesto più volte se c'entrava qualcosa con il sequestro del bimbo, ma lui ha ripetuto più e più volte che non c'entrava niente. Poi, ieri sera ha invece confessato questo delitto e il nostro stato d'animo è profondamente cambiato. Non ce lo aspettavamo». Alessi e la moglie poi si sono, ancora una volta, dissociati dal fratello. «Di lui e della compagna - hanno detto all'unisono - non vogliamo più sapere niente». Hanno poi ribadito di avere intenzione di ottenere l'affido del figlio di Mario Alessi e della compagna Antonella che ha 6 anni e soffre di una cardiopatia congenita. «Per ora - hanno spiegato - vive con i nonni materni ma sono persone anziane e malate. Noi siamo disponibili a prenderci cura di lui. Speriamo che il Tribunale ci possa dare una mano». Alla domanda se ha mai avuto dubbi sulla colpevolezza del fratello, Salvatore Alessi ha risposto: «No, perchè ci chiamava spesso e ci diceva sempre che non c'entrava niente con il sequestro. Come si fa a non credere a un fratello? Non so cosa gli sia scattato nella mente».
Salvatore Alessi e la moglie Antonella hanno quindi sottolineato che «Mario pagherà per quello che ha fatto, noi ne vogliamo più sapere niente». Proprio questa mattina Antonella Paci ha parlato al telefono con il nipotino, che vive a Parma con i nonni materni. «Il piccolo -ha detto- non sa ancora niente, ha parlato con me e con suo zio ed era tranquillo. Gli abbiamo detto che i suoi genitori sono fuori per lavoro per costruire un grande palazzo con tante stanze». Il piccolo è nato 6 anni fa proprio in Sicilia, a Santo Stefano di Quisquina, piccolo centro a pochi chilometri da San Biagio Platani. «La madre - ha detto adesso Antonella Paci - ce lo lasciava spesso quando era impegnata, gli siamo molto affezionati». I coniugi Alessi si augurano «che il bimbo non vada a finire in istituto. Vogliamo che cresca in una famiglia».
02 aprile 2006
Da: Birillino8 Inviato: 02/04/2006 22.22
Contrastano le versioni fornite agli inquirenti dai due manovali
Il bambino sarebbe stato ucciso circa mezzora dopo il rapimento
I rapitori si accusano a vicenda
"E' stato Alessi a strangolarlo"
Sul corpicino del piccolo trovata una lesione alla testa
Sconteranno la condanna in un'area protetta del carcere
Mario Alessi
PARMA - Adesso si accusano a vicenda. Mario Alessi e Salvatore Raimondi, due dei tre fermati ieri (la terza persona è Antonella Conserva, compagna di Alessi) per il sequestro di Tommaso Onofri, si rimpallano la responsabilità dell'omicidio. Nella notte del ritrovamento del corpo del bambino, davanti ai carabinieri, Raimondi ha accusato Alessi. Questo, sentito dalla polizia, ha detto che è stato il complice a uccidere Tommaso. Due versioni contrastanti, che gli investigatori dovranno verificare. Quel che è certo, è che sul volto del bambino sono stati trovati segni di colpi inferti con un oggetto contundente. I due, è stato reso noto oggi, saranno tenuti in una sezione protetta del carcere di Parma, per scongiurare "punizioni" da parte degli altri detenuti.
Secondo la versione fornita da Raimondi ai carabinieri, Alessi aveva strangolato Tommaso, uccidendolo. Una rivelazione che ha scatenato la reazione dell'altro manovale: "Ad ammazzare il bambino non sono stato io", avrebbe detto, "ma Raimondi, che l'ha colpito più volte al volto". L'oggetto usato sarebbe una pala, o una cazzuola.
Il primo a confessare dopo ore di interrogatorio è stato Salvatore Raimondi, il pregiudicato 27enne. La sua impronta digitale era stata ritrovata sullo scotch utilizzato per legare i genitori e il fratellino di Tommaso la sera del sequestro. Ieri, nella caserma provinciale dei carabinieri, ha raccontato di aver partecipato al rapimento, ma ha ribadito di non aver ucciso il bambino: è stato Alessi, ha insistito, ad averlo strozzato.
Mentre Raimondi rendeva la sua confessioni, il complice si trovava negli uffici della Questura di Parma. E ha replicato: non è vero nulla, è stata Raimondi ad ammazzare Tommaso colpendolo al volto.
Secondo quanto riferito da fonti investigative, il bambino dovrebbe essere stato ucciso subito dopo il sequestro, al massimo mezz'ora dopo. Il cadavere presenterebbe una lesione alla testa, ma una risposta precisa sul momento e sulle cause della sua morte verrà solo dall'autopsia, prevista lunedì o martedì.
Resta da chiarire anche il ruolo di Antonella Conserva, la compagna di Alessi. La sera del rapimento, almeno secondo alcuni tabulati telefonici e le informazioni delle microcelle, la donna sarebbe stata in giro, a bordo della utilitaria nera di Raimondi. Cosa abbia effettivamente fatto nei minuti in cui i due facevano irruzione nella casa di Casalbaroncolo, ancora non è chiaro. Certo è che anche lei ieri è stata fermata con la stessa accusa degli altri due: concorso in sequestro di persona a scopo di estorsione.
Nella giornata di oggi il lavoro degli investigatori è continuato per aggiungere altri tasselli di verità alla terribile vicenda. E' stato deciso il sequestro della casa in cui vivevano Alessi e la moglie, e l' abitazione è stata perquisita insieme ad uomini del gruppo Ert (Esperti ricerca tracce) della Scientifica della polizia di Stato.
Sul luogo del delitto, a circa 2-300 metri dal punto dove è stato trovato il corpo del piccolo Tommaso, le forze dell' ordine hanno trovato una vanghetta. Ma non è ancora stato però possibile capire se si tratta dell'oggetto usato dai sequestratori per colpire il bimbo.
Intanto Sebastiano Ardita, responsabile del trattamento dei detenuti del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, fa sapere che i colpevoli del sequestro e dell'uccisione del bambino rischiano il linciaggio da parte degli altri detenuti - il crimine è fra i più esecrati dal "codice d'onore" dei reclusi - e per questo saranno tenuti in una sezione protetta del carcere nel quale sconteranno la condanna,senza entrare in contatto con nessuno.
Questo meccanismo di assegnazione scatta a tutela di chi ha compiuto crimini di "particolare riprovazione sociale". Proprio stamani, con un comunicato, l'Associazione detenuti non violenti ha espresso "rabbia, indignazione e dolore" per la morte di Tommaso: "Siamo vicini alla famiglia, i carnefici meritano una giusta punizione e - ha scritto il presidente Evelino Loi - non potranno sfuggire all'ira ed alla rabbia di tutti i detenuti delle carceri italiane".
(2 aprile 2006)
Da: Birillino8 Inviato: 02/04/2006 22.24
02.04.2006
Tommy, l'orrore di Ciampi e del Papa. Cordoglio e sdegno in piazza a Parma
di red
Giurava, ai cronisti, alle telecamere, con una offesa faccia d'attore: «Per me i bambini sono angeli scesi dal cielo. Io un bambino non sono neanche capace di guardarlo male, figuriamoci di rapirlo». Pareva sincero, convincente. Ieri pomeriggio Mario Alessi ha confessato. Ha partecipato al rapimento del piccolo Tommaso; complici la moglie e un amico, Salvatore Raimondi, tutti rei confessi. E poi ha dato la notizia che nessuno avrebbe voluto sentire, che il bambino è morto. Ucciso subito, «perché piangeva troppo» e sepolto in un terreno neppure troppo distante da casa, in riva al fiume Enza, tra le province di Parma e Reggio Emilia, dove il corpo è stato ritrovato su indicazione dello stesso Alessi. Ora Mario Alessi e Salvatore Raimondi -- in stato di fermo con l'accusa di sequestro insieme ad Antonella Conversa, moglie del primo -- si accusano a vicenda dell'omicidio del piccolo Tommaso.
Lo sconcerto, l'orrore è stato unanime. Espresso da papa Benedetto XVI all'Angelus, e dal capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi. Anche il mondo del calcio si è fermato, negli stadi, a compinciare dall'Olimpico a Roma, un minuto di raccoglimento per la tragica, assurda fine del bambino rapito e ucciso dalla banda di balordi. In alcuni stadi sono stati esposti striscioni in ricordo di Tommaso, alcuni che chiedevano la pena di morte per i sequestratori.
A Parma circa trecento persone hanno attraversato la città per un piccolo corteo in suo ricordo. In testa gli uomini della Croce Rossa, il vicesindaco di Parma Paolo Buzzi e il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli, insieme al vicario vescovo monsignor Ranieri. Tra i presenti anche l'avvocato Claudia Pezzoni, legale e amica della famiglia Onofri, insieme a Claudio Borghi, fondatore del comitato "Liberate Tommaso". Fra i parenti del bimbo l'unico a essere in piazza è stato Alessandro Fontanesi, cugino di Tommy e figlio dello zio materno del bimbo. Alcune bambine che erano in piazza hanno lanciato dei palloncini colorati con scritte come:”Aiutaci a perdonare, Tommy”; “Ti ringraziamo e speriamo che tu possa vivere in pace”;”Addio Tommy!” e “Scusali Tommy, non sapevano quello che facevano".
Una piccola manifestazione di mamme e papà e cittadini - una ventina in tutto - si è svolta anche a Roma, in piazza Santi Apostoli, dove sono stati lanciati dei palloncini. La manifestazione sit-in è stata convocata attraverso un blog aperto dall'avvocato della famiglia Onofri, Claudia Pezzoni.
I parenti dei Mario Alessi e di Antonella Conserva, anche lei coinvolta nel sequestro, sono ora preoccupati di come riuscire a dire quanto è successo al figlio della coppia, un bambino di sei anni che si trova da ieri con i nonni materni. Salvatore Alessi e la moglie Antonella Pace, fratello e cognata di Mario Alessi hanno raccontato ai giornalisti che la coppia di sequestratori aveva problemi economici.
Doveva essere il sequestro-lampo di questo gruppetto di manigoldi senza onore né pietà fuggiti in scooter. Il bambino rapito era in mezzo, sul motorino. Lo hanno ammazzato quasi subito, a pochi chilometri da casa sua: «Andandocene, abbiamo visto un lampeggiante. Ci siamo spaventati, la moto è sbandata, siamo caduti - ha raccontato Alessi -. Tommaso è scoppiato a piangere». E così l'hanno ammazzato, con un colpo alla nuca: una badilata, forse. E hanno nascosto il corpo sul posto, sotto il fienile di una cascina abbandonata, lungo l'argine dell'Enza. Perché poi avessero rapito Tommaso, non è chiaro.
Soldi, certamente, per quanto pochi fossero quelli di Paolo Onofri. Forse anche, avrebbe detto Alessi, per obbligare il papà ad aprire, la mattina dopo, l'ufficio postale che dirigeva. Ma questo non l'avevano detto, a Paolo Onofri; non è un'ipotesi molto probabile. Dalla questura, ammanettato, scortato da un nugolo di poliziotti, verso sera Alessi 'u spaccalegna parte verso S.Ilario d'Enza, per indicare il luogo dove è sepolto il corpicino. È la strada del Traglione, l'ennesima stradina isolata di questa tragedia, che si dirama dalla via Emilia e costeggia gli argini del torrente Enza. Tutta la zona viene blindata, illuminata da cellule fotoelettriche, i vigili del fuoco sbancano e cercano nel luogo indicato dal rapitore, si vedono da lontano smuovere cumuli di paglia. Pochi minuti prima delle 23, il corpicino viene recuperato: sepolto, poco profondamente, sotto il fieno. È l'epilogo più choccante di questa storia, un pugno nello stomaco per tutti. Arriva ad un mese esatto dal rapimento.
La giornata era iniziata con una maxiretata, e tre persone - Mario Alessi, la sua compagna Antonella Conserva e Salvatore Raimondi, l'uomo dell'impronta - arrestate. È finita malissimo. L'operazione è stata decisa venerdì, non senza qualche contrasto fra gli investigatori sulla sua opportunità, dopo un mese di inchiesta prudentissima: inutilmente prudentissima, col senno di poi. Cosa l'abbia determinata è difficile capirlo. Forse nel corposo rapporto dei Ris c'erano elementi nuovi. Forse le fughe di notizie sul gruppo sospettato, sempre più precise, rischiavano di vanificare le indagini: tesi sostenuta dalla procura distrettuale antimafia. Di sicuro c'erano la speranza ed il concreto obiettivo di trovare Tommaso: vivo, va da sé.
Dunque: sabato, fra le tre e le quattro del mattino, trecento carabinieri perquisiscono case e cascine di tutte le persone fin qui tenute d'occhio più o meno discretamente, nei paesi attorno a Casalbaroncolo, a Sorbolo, a Brescello, a Viadana, a Traversetolo. In un caso si sono spinti fino ad un paese in provincia di Torino. Sono ventiquattro le perquisizioni, altrettanti i «sospettati» che finiscono nella caserma dei carabinieri di Parma per essere interrogati. Appartengono, per lo più, al giro dei «muratori» siciliani - con l'aggiunta di alcuni extracomunitari - che hanno partecipato alla ristrutturazione della cascina degli Onofri, o che sono «amici degli amici». Poco dopo, scatta, stavolta prevalentemente in città, una analoga retata della polizia: un'altra ventina di persone condotte in questura, nell'ufficio stranieri di Borgo Riccio, semplicemente per ragioni di spazio. La mattinata si apre con raffiche di interrogatori. Li conducono i due pm della Dda, Silverio Piro e Lucia Musti, ed il sostituto di Parma, Pietro Errede. Si capisce presto chi sono le persone maggiormente torchiate.
Dai carabinieri c'è Salvatore Raimondi: è, ed ha finalmente un nome, l'«uomo dell'impronta», quello che ha lasciato impressa una parte di polpastrello sullo scotch usato per immobilizzare gli Onofri. Trentadue anni, origini siciliane, ex tossicodipendente, numerosi precedenti per furto, rapina, spaccio e reati minori: gli ultimi, l'incendio delle auto di un paio di persone che «gli dovevano dei soldi». Fa il muratore, come Alessi. Abita a Sorbolo, in pieno centro: a un tiro di schioppo da Casalbaroncolo. Però ha la disponibilità di un altro paio di appartamenti, a Parma ed a Colorno. Le sue abitazioni vengono perquisite per l'intera giornata, dai carabinieri finiscono, su un carro attrezzi, anche auto, una Y10, e scooter dell'uomo. È lo scooter del sequestro. Raimondi era sotto strettissima sorveglianza da almeno una settimana. Gli lasciavano la corda lunga, nella speranza di arrivare a Tommaso. Lui intanto lavorava tranquillo, in un piccolo cantiere nel ferrarese.
In questura, invece, arriva, portato dagli agenti, Pasquale Luigi Barbera, il micro-imprenditore edile amico e socio d'affari di Onofri, quello che gli ha ristrutturato la cascina impiegando una micidiale manovalanza. Poi lo raggiunge la moglie, Monica. Ma è soprattutto la comparsa di un'auto a far drizzare le antenne: i poliziotti scortano Mario Alessi e la sua compagna Antonella Conserva, e poco dopo arriva anche il difensore, l'avvocato Laura Ferraboschi. Alessi è l'unica persona, fin qui, formalmente indiziata per il sequestro di Tommaso. È stato interrogato più volte. Che bisogno c'è di sentirlo ancora? Semplice. Tutte le sue versioni sono crollate. Nella sua vecchia Tipo sono stati trovati i peli di Tody, il cane degli Onofri che qualcuno ha portato via da Casalbaroncolo cinque giorni prima del rapimento. Alessi ha 45 anni, un passato burrascoso. Viene da San Biagio Platani, nell'agrigentino. Là ha lasciato moglie, due figli, un fratello paralizzato dopo una sparatoria fra parenti. Nel luglio 2000, a S.Biagio, ha partecipato al sequestro-stupro di una ragazza, è stato condannato a cinque anni. Appena libero, è salito nel parmense, stabilendosi a Coenzo, in una cascina verso il Po: pure ad una manciata di chilometri da Casalbaroncolo. Con Antonella ha avuto un figlio, di 8 anni, sofferente di cuore. Lavoricchiava come muratore. Quando è stato indiziato, ha fornito una serie di alibi improbabili. Dal suo telefono, la sera e l'ora del sequestro, era partita una telefonata: la «cella» di rete era quella di Casalbaroncolo. «Avevo lasciato il cellulare a mia moglie», si era difeso. E adesso anche la moglie è in carcere. Energica, strafottente, Antonella aveva diretto la regia difensiva del compagno, smistando e «consigliando» i cronisti, cascando dalle nuvole, spargendo veleni sulla famiglia Onofri, protestando: «Questi sospetti sono una ferita che mi porterò sempre dentro». A lei, secondo la ricostruzione, sarebbe spettato il compito di «accudire» il piccolo Tommaso. Esce in manette dalla questura mentre vi rientra il marito: per lui riprende l'interrogatorio, dovrà fare altri nomi.
Da: Birillino8 Inviato: 02/04/2006 22.26
Tommaso è stato ucciso
Era lì, sotto un piccolo cumulo di paglia, a pochi chilometri da casa, il corpo del piccolo Tommy. Il bimbo, rapito un mese fa dalla sua casa di Casalbaroncolo (Parma), è stato ucciso dai suoi sequestratori, Mario Alessi e Salvatore Raimondi. I due hanno raccontato che, dopo il sequestro, erano corsi via in scooter con il piccolo. Lo strazio dei genitori
Parma, 2 aprile 2006 - Era lì, sotto un piccolo cumulo di paglia, a pochi metri da casa, il corpo del piccolo Tommy. Il bimbo, rapito un mese fa dalla sua casa di Casalbaroncolo (Parma), è stato ucciso dai suoi sequestratori, Mario Alessi e Salvatore Raimondi, forse con la complicità della compagna di Alessi stesso. I tre si accusano a vicenda dell'uccisione del bambino, e hanno raccontato che, dopo il sequestro, erano corsi via in scooter con il piccolo. Ma una caduta li ha fermati. Tommaso, impaurito, aveva cominciato a piangere. E loro, per la paura di essere scoperti (quella zona è molto frequentata da prostitute,che avrebbero potuto sentirlo), lo hanno ucciso a colpi di badile, nascondendo poi il suo corpicino. L'intenzione dei complici era quella di chiedere, per restituire il bimbo ai genitori, un riscatto, soprattutto sapendo che Onofri aveva facile accesso a fondi postali a causa del suo lavoro. Il cadaverino è stato riconosciuto dallo zio di Tommaso.
Straziati i genitori dopo aver saputo la notizia. Il papà è corso in cortile e ha urlato "no!" per poi richiudersi nella casa della cognata, dove si trova anche la moglie. Il fratello Sebastiano, 8 anni, ancora non sa. Parole di cordoglio per il dramma sono arrivate anche dal presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che avrebbe confidato ai suoi collaboratori: ''Abbiamo provato un orrore agghiacciante che mozza il fiato. I bambini sono sacri''.
''Siamo tutti colpiti dalla vicenda del piccolo Tommaso, barbaramente ucciso. Preghiamo per lui e per tutte le vittime della violenza'', ha detto papa Benedetto XVI al termine dell' Angelus.
Da: Birillino8 Inviato: 03/04/2006 20.47
Si tratta di Pasquale Barbera, accusato di favoreggiamento
Trovata una mappa con le indicazioni del luogo dove portare il bambino
Morte Tommaso, indagato un artigiano
La Procura: "Onofri non c'entra niente"
Eseguita l'autopsia: ucciso un mese fa, da stabilire tipo lesioni
Il procuratore di Bologna: "L'obiettivo era la liberazione in vita del bambino"
Fiori e biglietti
davanti a casa Onofri
BOLOGNA - "Allo stato, Paolo Onofri non ha nulla a che fare con il rapimento". Il procuratore capo della Repubblica di Bologna, Enrico Di Nicola, durante una conferenza stampa presso la Procura del capoluogo emiliano, ribadisce l'estraneità del padre di Tommaso. Ma l'indagine sul sequestro e la morte del bambino va avanti. C'è un nuovo indagato, per favoreggiamento: Pasquale Giuseppe Barbera, titolare di una piccola impresa, che con Mario Alessi e Salvatore Raimondi aveva lavorato alla ristrutturazione del casale di Casalbaroncolo. Emergono intanto i primi risultati dell'autopsia eseguita sul corpo del bambino: Tommaso Onofri è stato ucciso un mese fa ma il medico legale ha precisato che bisogna ancora stabilire la natura delle lesioni che hanno provocato la morte del bambino. E durante una perquisizione è stata trovata una piantina topografica in cui sono indicati i luoghi dove i sequestratori avrebbero dovuto portare Tommaso, e quello nel quale ricevere il pagamento del riscatto.
Il nuovo indagato. Barbera, 32 anni, è originario di Pantelleria ma vive a Parma da molti anni. Difeso dall'avvocato Paolo Mingori, non era mai stato interrogato da magistrati e investigatori nelle vesti di indagato, ma solo ascoltato, finora, come persona informata sui fatti. A chiamarlo in causa per la contestazione di favoreggiamento ci sarebbero, fra l'altro, diverse telefonate con Alessi. Secondo la difesa, questi contatti non sarebbero, tuttavia, significativi, poiché i due si conoscevano bene: fu proprio Barbera, infatti, a ingaggiare Alessi come manovale per i lavori presso l'abitazione della famiglia Onofri.
Da: Birillino8 Inviato: 03/04/2006 20.50
Alessi, l’incappucciato dai mille volti - di Enrico Lagattolla -
Il muratore siciliano, 45 anni, aveva detto: «Per me i bambini sono creature scese dal cielo. Non potrei mai fare del male a un piccolo»
Enrico Lagattolla
da Milano
Dopo quella notte, era «l'incappucciato». Mario Alessi che esce dalla Procura di Parma, dopo il primo dei tanti interrogatori, col viso coperto da una maglietta. «L'incappucciato», lo chiamava la gente. Il manovale di Coenzo, dalla Sicilia ai casolari della campagna parmense, quello che «di Tommaso non ne so niente, e che volete che vi dica, io non c'entro con il sequestro», si nascondeva alle telecamere. Poi, alle telecamere, «l'incappucciato» ci fa l'abitudine. Parla, e mostra il suo volto. Meglio, mostra tutti i volti di cui è capace.
Il primo. Mario Alessi, 45 anni, muratore agrigentino trapiantato in Emilia, un fratello in sedia a rotelle per una pallottola che l'ha rovinato, e una condanna in primo grado per violenza a una sedicenne, davanti al fidanzato legato a un albero. Una storia di sei anni fa, chiusa tra carcere e arresti domiciliari. Riservato, sigaretta accesa e comportamento nervoso, schiva i giornalisti e ogni tanto sbotta «perché questa non è vita, mi hanno messo addosso un timbro che fa paura, hanno sconvolto l'esistenza della mia famiglia. Io non ho fatto nulla ma sono in un mare di guai, sconto il prezzo di aver avuto rapporti di lavoro con gli Onofri». Punto, e «andatevene».
Il secondo. Alessi Mario, alto e brizzolato, anche lui «padre di famiglia, e so cosa provano i genitori di Tommaso», accanto alla sua convivente che lo protegge e forse lo «copre», e come lui «la sera quando vedo mio figlio penso a Tommaso». Ai giornalisti Alessi comincia a parlare.
Da: Birillino8 Inviato: 03/04/2006 20.51
Alessi, l’incappucciato dai mille volti - di Enrico Lagattolla -
E racconta che i peli di Tody (il cane degli Onofri) che gli hanno trovato addosso ai vestiti «forse sì, c'erano. È possibile, perché io i vestiti li lasciavo nel cascinale di Casalbaroncolo, proprio nella cuccia del cane». O ancora, ricorda che «la sera del 2 marzo ero al bar Sagittario, nella frazione di Casaltone», a un chilometro dal casolare di Casalbaroncolo dove vivono gli Onofri. Allora «chiedete lì, mi hanno visto». Ma lì, al «Sagittario», nessuno ricorda.
Ancora un volto, un altro. Ed è quello degli appelli alle telecamere e delle interviste, e «se sapessi qualcosa per indirizzare le indagini, lo farei subito», perché «non si può vivere con un peso simile sul cuore», perché «è una cosa che ci ha distrutti totalmente, Tommy lo conosco», e «per favore, liberatelo». Quasi convincente, Alessi, quando dice che «per me i bambini sono angeli scesi dal cielo, e ora mi vedo contestare un crimine simile. Proprio a me, che non sarei nemmeno capace di guardare male un bambino, figuriamoci una cosa così». «Figuriamoci».
Ogni faccia e il suo contrario. Come quando «con gli Onofri c'è solo un rapporto di reciproca cortesia, ma non li conosco», e poi si scopre che al suo legale, l'avvocato Laura Ferraboschi, Alessi dice di voler parlare col padre di Tommaso. Così decidono di scrivere una lettera. Lo fanno giovedì, confida la Ferraboschi ad alcuni cronisti. Il giorno dopo la lettera è pronta, sabato la devono consegnare. «Gentile Paolo Onofri», inizia. «Da padre a padre, da uomo a uomo», scrive Alessi.
Da: Birillino8 Inviato: 03/04/2006 20.51
Alessi, l’incappucciato dai mille volti - di Enrico Lagattolla -
Che parla di «un'occasione per offrirle il mio sostegno e il mio conforto», per «testimoniare la mia buona fede». Mai arrivata, quella lettera. E sabato è già troppo tardi.
E il «gioco» va avanti fino alla fine, fino a quando lo inchiodano davanti allo specchio. Così, di fronte al magistrato, accusa il complice. «Tommaso l'ha ucciso Raimondi». Non confessa l'omicidio, ma del sequestro ha già parlato. È il giorno in cui cade la maschera dell'«incappucciato». Dietro, un altro volto di Mario Alessi. L'ultimo. Quello vero.
Da: Birillino8 Inviato: 03/04/2006 20.55
Tommaso Onofri: completata l'autopsia dopo cinque ore e mezza
L'esame è durato cinque ore e mezza
L’autopsia del piccolo Tommaso Onofri è durata 5 ore e mezza, eseguita dai medici legali incaricati dal Pm Pietro Erede (Guglielmo Masotti e Nicola Cucurachi) insieme alla dottoressa Maria Francesca Del Sante, nominata dalla famiglia Onofri.
Geo Ceccaroli, dirigente della polizia scientifica di Bolognache si è occupato di filmare e fotografare l'esame autoptico perchè "operazione irripetibile", si è limitato a comunicare la fine dell’autopsia aggiungendo che per i risultati ci vorranno i “consueti 60 giorni”.
Finalmente il piccolo Tommaso potrà ritrovare la pace che fino ad ora gli era stata negata.
Da: Birillino8 Inviato: 04/04/2006 21.29
Alessi, ho visto uccidere Tommaso da Raimondi
Il manovale, accusato di concorso in omicidio, scarica la responsabilità
del delitto su Raimondi, che però fornisce un'altra versione dei fatti:
«Sapevo del sequestro, ma non dell'omicidio»
4/4/2006
Mario Alessi
Gli accusati
PARMA. «Ho partecipato al sequestro, lo abbiamo organizzato insieme io e Raimondi, ma non ho ucciso il bambino, ho visto uccidere il bimbo da Raimondi». Queste le parole di Mario Alessi, il manovale accusato di concorso in omicidio, occultamento di cadavere e sequestro di persona, nelle indagini sul rapimento di Tommaso Onofri, nel corso dell'udienza di convalida del fermo per i tre indiziati. Lo ha riferito l'avvocato Laura Ferraboschi, che difende Alessi, spiegando che l'uomo ha avuto con i pm un «atteggiamento collaborativo, ha messo tutte le sue risorse per illustrare le modalità del fatto».
Alessi ha riferito ai pm di essere stato sul luogo dell'omicidio, vicino le sponde del torrente Enza e di aver visto Raimondi uccidere il bimbo proprio la sera del sequestro. Durante l'udienza di convalida, alla presenza del gip di Parma, Armando Mammone e del pm Silverio Piro, si è tornati «sui punti oscuri della vicenda», ha spiegato il legale. Ad Alessi sono state rivolte delle domande sulle scarpe che portava quella notte, «non so se per le orme trovate o perché pensano che siano state utilizzate per colpire il bambino», ha proseguito Ferraboschi. L'avvocato del manovale siciliano, infine, ha specificato che «non è vero che la cartina trovata si trovava in casa di Alessi». Il gip si è riservato di decidere, entro domani, sulla convalida del fermo e sulla misura di custodia cautelare.
Alessi ha poi ammesso di aver organizzato insieme a Raimondi il sequestro del piccolo Tommaso e di avervi partecipato. Il suo legale non ha invece risposto sulla domanda se Alessi abbia anche ideato il rapimento. «C'è stata una attività collaborativa - ha spiegato l' avvocato Ferraboschi - e lui ha messo tutte le sue risorse per illustrare le modalità del fatto». Durante l'interrogatorio si è tornati anche sui punti oscuri.
Il Procuratore aggiunto di Bologna, e coordinatore della Dda, Silverio Piro ha chiesto anche diversi particolari riguardanti per esempio «l'utilizzo delle scarpe», ha riferito ancora il legale. «Non so se in relazione ad alcune orme trovate o per colpire il bambino». Alessi ha poi negato che le cartine sulle quali erano indicati il luogo del rapimento e il luogo per il pagamento del riscatto siano state trovate a casa sua. «Non si è parlato di soldi». Secondo quanto riferito dal difensore, la decisione del giudice dovrebbe essere comunicata entro domani, sia in relazione alla convalida del fermo che all'eventuale custodia cautelare.
RAIMONDI: SAPEVO DEL SEQUESTRO MA NON DELL'OMICIDIO
Sapevo del sequestro, ma non che Tommaso sarebbe stato ucciso: lo ha detto nell'interrogatorio davanti al Gip per l'udienza di convalida del fermo Salvatore Raimondi, che ha così ribadito le accuse contro il complice, Mario Alessi. Le parole sono state riferite dal suo legale, l' avvocato Franca Uggeri, uscita dal carcere di via Burla, a Parma, poco dopo le 13.30. Sapevo del sequestro - ha ribadito in sostanza Raimondi - ma dell'uccisione di Tommaso l'ho saputo solo il giorno successivo.
«Abbiamo detto la nostra verità - ha spiegato l'avvocato Franca Uggeri - e Raimondi ha risposto alle domande. Lui non sapeva dove era il bambino e ha saputo il giorno successivo che era stato ucciso». «Raimondi cerca di collaborare - ha continuato il legale - perchè è la cosa più saggia, più giusta e più vera». La proposta del sequestro è arrivata da Alessi?, hanno chiesto i cronisti: «Forse, mi pare». Di importi per il riscatto invece non sono state fatte cifre certe: «Non saprei - ha spiegato il legale - ne ho sentiti tanti, a dir poco due, tre, quattro». Il difensore ha detto di aver chiesto gli arresti domiciliari: il Gip Armando Mammone si è però riservato la decisione sia sulla convalida che sulla misura cautelare.
Da: Birillino8 Inviato: 04/04/2006 21.32
Il padre di Tommy: mi manca sempre di più
"Sì, Barbera lo conoscevo, e anche Alessi - ha ribadito Onofri - Raimondi io non l'ho mai visto. Però non è finita qui"
PARMA (4 apr. 2006) - "Tommaso mi manca sempre di più, non so come faccio ad andare avanti". Così ha risposto Paolo Onofri ai giornalisti assiepati davanti alla cascina di Casalbaroncolo. L'uomo è tornato a casa insieme alla moglie, per prendere alcuni oggetti. Sulla porta d'ingresso c'erano mazzi di fiori e bigliettini. Dopo un'ora la coppia si è allontanata, forse verso la casa di famiglia dove ha soggiornato nelle ultime settimane.
I genitori del piccolo Tommy sono tornati al casale dopo avere accompagnato il figlio Sebastiano a scuola. Lì si sono fermati per circa un'ora, hanno dato da mangiare al cagnolino Tody, la mamma di Tommaso ha letto qualcuno dei numerosi bigliettini lasciati sul posto da chi vuole testimoniare solidarietà alla famiglia. Nello sguardo del papà e della mamma di Tommy erano evidenti i segni della sofferenza e delle notti passate insonni, prima per aspettare notizie del loro bimbo poi èer lì'angoscie e il dolore per la sua morte. mostravano Prende dei farmaci?, è stato chiesto a Onofri. "Si", ha risposto l'uomo. I coniugi hanno ribadito di non aver mai conosciuto Salvatore Raimondi. Di Pasquale Barbera ha parlato Paola Pellinghelli, spiegando che sembrava "una bravissima persona, almeno allora". "Sì, Barbera lo conoscevo, e anche Alessi - ha ribadito Onofri - Raimondi io non l'ho mai visto. Però non è finita qui".
I coniugi sono usciti da casa prendendo alcuni dei mazzi di fiori lasciati nell'aia, e anche alcuni oggetti dal casale, tra cui dei pannoloni per bambino, poi hanno chiuso il cancello su cui c'è un cartello lasciato dai volontari della Croce Rossa di Rubiera: "Tommy i tuoi occhi e il tuo sorriso saranno sempre nei nostri cuori. Ciao piccolo angelo". Salendo in auto, la mamma del bambino ha detto, riferendosi a chi in questi giorni è stato vicino alla famiglia con messaggi e gesti di solidarietà e di amicizia: "Vorrei solo dire un grazie a tutti, tutti, tutti, di cuore".
Da: Birillino8 Inviato: 04/04/2006 21.35
Il quarto complice è l’amico del papà di Tommy
Il medico legale Masotti che ha eseguito l’autopsia: «Il bambino può essere stato ucciso un mese fa»
Luigi Giuseppe Barbera, 45 anni, chiamò Alessi per i lavori in casa Onofri: è indagato con l’accusa di favoreggiamento e calunnia
di LUIGI GARBATO PARMA — «È un corpo macerato» sono state le prime parole, dette a bassa voce, del professor Guglielmo Masotti, direttore dell'Istituto di Medicina legale di Parma, che ha eseguito l’autopsia sul piccolo Tommaso Onofri. L’esame, durato cinque ore, è stato filmato dagli agenti della polizia scientifica della Direzione Centrale anticrimine. «Un corpicino che è stato un mese nella terra bagnata e umida. È quindi un corpo macerato» ha spiegato il medico che non ha voluto aggiungere altro: «Per i risultati finali ci vorranno i consueti 60 giorni. Abbiate pazienza, non abbiamo parlato ancora con i magistrati». Il piccolo Tommaso Onofri «può essere stato ucciso circa un mese fa» ha comunque affermato il professor Guglielmo Masotti. Le prime analisi - anche se ne serviranno di ulteriori per stabilire l'esatta causa di morte - confermerebbero dunque la compatibilità fra la data del decesso e il racconto, pure contraddittorio, dato dai rapitori: Tommy sarebbe stato ucciso poco dopo il sequestro. «Per ora non può essere identificata con assoluta certezza la causa di morte del piccolo Tommaso Onofri, perchè «le lesioni» trovate sul corpicino «possono essere mortali o post mortem», cioè verificatesi dopo il decesso» ha detto poi il professor Masotti. Potrebbe essere stato un colpo di badile? «Allo stato non è la prima opzione», ha risposto il professore. Poi, alla domanda precisa se sul corpicino ci fossero fratture ossee ha detto: «Preferirei non rispondere». I pm avevano chiesto anche di verificare se ci fossero le cause per una morte asfittica. «Per questo - ha risposto Masotti - sono stati fatti prelievi dai due polmoni. Ora dovremo vedere». Non ci può essere, per ora, certezza che ad uccidere il piccolo Tommaso Onofri, rapito il 2 marzo scorso alle porte di Parma e trovato senza vita sabato notte, è stato un colpo di pala al capo: «È una possibilità - ha spiegato l'avvocato Claudia Pezzoni, amica della famiglia Onofri, che ha nominato un consulente per l'autopsia - ma senza gli esami istologici non è possibile averne la certezza». Il colpo di pala per uccidere il bambino di 18 mesi era stato citato negli interrogatori dei sequestratori agli investigatori sabato, poco prima dei fermi di polizia giudiziaria. È stata formalizzata nell'atto di notifica dell'autopsia sulla salma di Tommaso Onofri l'accusa di omicidio e di occultamento di cadavere in concorso per Mario Alessi e Salvatore Raimondi, due delle persone fermate sabato sera per il sequestro di Tommy. I due, in concorso con Antonella Conserva, rispondono ovviamente anche dell'accusa di sequestro di persona a scopo di estorsione e di possesso di armi od oggetti atti ad offendere. Nell'ambito dello stesso procedimento risulta indagato anche Luigi Giuseppe Barbera, 45 anni, l'artigiano amico di Onofri, che chiamò Alessi per i lavori di ristrutturazione nella casa di Casalbaroncolo: l'accusa è di favoreggiamento. Nei suoi confronti pende anche l'ipotesi di calunnia per un episodio seguito a un suo interrogatorio come persona informata dei fatti durante i primi giorni dell'inchiesta. Il nome di Paolo Onofri risulta nelle carte processuali solo in merito all'accusa di possesso di immagini pedopornografiche che però, al momento, non ha alcuna attinenza, secondo gli investigatori, all'indagine sul sequestro. Una piantina topografica in cui erano indicati i luoghi dove i sequestratori avrebbero dovuto portare il piccolo Tommaso e quello dove avrebbe dovuto avvenire il pagamento del riscatto è stata trovata durante una delle ventidue perquisizioni eseguite prima dei fermi avvenuti ieri l'altro. Lo ha riferito il procuratore aggiunto di Bologna Silverio Piro durante l'incontro stampa che si è tenuto alla Procura del capoluogo emiliano.