Il rapimento anomalo di Tommaso Onofri

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view post Posted on 9/12/2008, 23:34

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: Birillino8 (Messaggio originale) Inviato: 05/03/2006 22.11
I genitori: ''Soffre di una grave forma di epilessia ed ha bisogno di urgenti cure''
Bimbo rapito, ricerche a tutto campo. Inquirenti: sequestro anomalo
Adesso si indaga nelle vicine province di Mantova, Cremona e Reggio Emilia

Parma, 3 mar. (Adnkronos/Ign) - Ricerche a tutto campo per il piccolo Tommaso Onofri, il bimbo di appena 17 mesi rapito ieri sera da due banditi in una cascina di Casalbrancolo, in provincia di Parma. Nulla è trapelato stamani dopo il sopralluogo dei Ris di Parma nella cascinai. Il piccolo, che aveva la febbre alta, soffre di una grave forma di epilessia. Pur senza alcuna dichiarazione da parte degli inquirenti, sembra sempre più perdere consistenza l'ipotesi della rapina e del conseguente rapimento a scopo di estorsione.

Le ricerche intorno all'abitazione della famiglia Onofri sono state sospese. Lo ha comunicato il tenente colonnello Giorgio Sulpizzi della compagnia di Parma spiegando che ormai allo stato non è più possibile pensare che il piccolo sia nella zona. Ora le ricerche verranno estese nelle province vicine di Mantova, Cremona e Reggio Emilia.

Secondo una prima ricostruzione, al momento del sequestro il bambino di 17 mesi si trovava in casa con i genitori, dipendenti delle Poste, e con un fratello di 8 anni. Secondo il racconto dei genitori, intorno alle 20 di ieri è mancata improvvisamente la luce. Il padrone di casa, Paolo Onofri, 46 anni, è quindi uscito nel cortile per capire cosa accadeva, ma due malviventi, che evidentemente avevano procurato il blackout, ne hanno approfittato per aggredirlo e irrompere all'interno della casa. Qui, dopo aver immobilizatto l'uomo e la moglie, Paola Pellinghelli, hanno iniziato a cercare soldi ed oggetti di valore, ma il bottino si è fermato a 150 euro. Hanno deciso quindi di andarsene, ma prima hanno afferrato il piccolo Tommaso, che indossava solo il pigiama ed era febbricitante.

Le modeste condizioni della coppia e le circostanze con le quali si sono svolti i fatti raccontati dai genitori porterebbero gli investigatori a non escludere alcuna ipotesi. Nessuno dei vicini di casa, delle poche cascine accanto a quella degli Onofri, conoscerebbero a fondo la famiglia, che si è trasferita nella frazione solo da poco tempo. Per il piccolo intanto, oltre ai genitori, ha lanciato un appello anche il vescovo di Parma, Silvio Cesare Bonicelli, che ha supplicato di liberare il bimbo in nome di Dio. Il sindaco, Elvio Ubaldi, attraverso il suo portavoce, e dopo un incontro con il Prefetto, ha messo a disposizione tutte le risorse comunali affinché si possa arrivare a una rapida risoluzione del caso, ma non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione.

Si è intanto concluso l'interrogatorio dei genitori del bimbo rapito. Il padre Paolo Onofri e la madre Paola Pellinghelli sono stati sentiti in questura a Parma dal sostituto procuratore Pietro Errede. I genitori hanno lanciato un appello ai rapitori. ''Stiamo pregando per la liberazione di nostro figlio'' ha detto tra le lacrime all'uscita dagli uffici della squadra mobile il padre del piccolo che ha letto un breve testo ai giornalisti. ''In questo momento di grande angoscia e disperazione mia moglie Paola e io chiediamo la liberazione del nostro piccolo Tommaso e facciamo un appello a chiunque sappia qualsiasi cosa di aiutare gli inquirenti. Chiedo pietà per mio figlio''. Come già detto in precedenza dal medico e dall'avvocato, Onofri ha poi ripetuto: ''Somministrategli subito il farmaco Tegretol. Questo è l'unico modo per salvare la vita al nostro bambino''. La moglie ha poi ribadito la dose e gli orari: ''Il Tegretol è in sciroppo, 3 millilitri alle 8-9 del mattino, non più tardi e tra le 20 e 21 di sera e la Tachipirina perché ha la febbre''.

La foto del piccolo è stata mostrata questo pomeriggio a 'La vita in diretta'. E' stata la famiglia stessa a chiedere ai responsabili del programma condotto da Michele Cucuzza di mostrare la foto, scattata martedì scorso, per aiutare le ricerche del piccolo Tommaso. ''Sono ore di angoscia, non si possono descrivere. Le sento per televisione queste cose ma non avrei mai pensato di provarle davvero. Non sappiamo che idea farci, non sappiamo nulla'' ha detto davanti alle telecamere della trasmissione Lisetta, la nonna di Tommaso. ''Mia figlia mi ha raccontato che i rapitori sono entrati in casa, erano due malviventi incappucciati - ha aggiunto la donna - volevano soldi e mia figlia gli ha detto di avere il portafoglio al piano di sopra con 150 euro. I rapitori non hanno preso cose di valore ma hanno portato via il bambino, che è malato. Mio genero ha cercato di reagire ma erano legati''.

''Tommaso è vivace, bello, simpatico - racconta nonna Lisetta - nonostante sia dovuto stare tanti mesi in ospedale per dei problemi e ora che si era un po' rimesso... è successo tutto questo. Mia figlia mi ha detto: 'non me lo ridaranno più'. Vediamo... speriamo. Mia figlia mi ha chiamata questa mattina, mi ha detto 'stai tranquilla, io ho un brutto presentimento, ma speriamo bene'''. La signora Lisetta ha infatti spiegato che la mamma di Tommaso non vuole farsi sentire preoccupata da lei, ma ''conosco il carattere che ha - ha aggiunto - vedremo dopo il risultato, perché lei è molto emotiva... speriamo bene, non so dire altro''. ''Non so - ha concluso - con quale criterio e cognizione hanno preso il bambino in quelle condizioni lì, in pigiama con la febbre a trentanove''.

Un accorato appello dal nonno del piccolo. ''Non lo so proprio perché hanno rapito mio nipote - dice l'uomo a 'La vita in diretta' -. Rapitori, prendetevi me. Per piacere portatemi il mio bambino, io sono cieco, vi do il mio occhio è l'unico che mi è rimasto ma riportatemi Tommaso, ve lo chiedo per piacere e basta. Dio perdona io no''.
 
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icon4  view post Posted on 21/12/2008, 19:02

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Da: Birillino8 Inviato: 10/03/2006 21.17

Bimbo rapito: indagato il padre
Trovati filmini con minori.Onofri, volevo fare una denuncia
(ANSA) - PARMA, 10 MAR - E' indagato per pedo-pornografia Paolo Onofri, il padre del piccolo Tommaso, il bambino di 18 mesi rapito il 2 marzo. Il reato e' stato contestato dopo il ritrovamento nei tre Pc nella disponibilita' dell'uomo di centinaia di files con filmini scaricati da Internet raffiguranti minorenni coinvolti in atti sessuali. 'Li stavo raccogliendo per poi fare una denuncia', avrebbe detto Onofri. La vicenda potrebbe 'non essere collegata con il rapimento', dice un investigatore.
© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati 2006-03-10 12:17




Onofri: 'rivoglio mio figlio'
Concluso vertice Pm, familiari lanciano appello per Tommy
(ANSA) - PARMA, 10 MAR - 'Rivoglio mio figlio' e i rapitori non so chi siano, 'ma adesso basta': sono le uniche parole del padre del piccolo Tommaso. Onofri ha concesso le poche battute prima dell'interrogatorio in Questura. Concluso intanto il vertice in Procura a Bologna. Il Pm di Parma Errede dice: 'e' stato molto utile'. Ed alcuni familiari degli Onofri lanciano un nuovo appello per la liberazione del bimbo e si stringono intorno ai congiunti che, dicono in una nota, 'rimangono le uniche vittime'.
© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati 2006-03-10 20:09


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Da: Birillino8 Inviato: 16/03/2006 21.08
Tommaso nel fiume non c'è


I carabinieri davanti alla Casa di Paolo e Paola Onofri, genitori del piccolo Tommaso

Non hanno rinvenuto tracce di Tommaso i sommozzatori dei vigili del fuoco che hanno scandagliato il tratto di fiume Magra tra Villafiera e Villafranca (Massa Carrara). Lì una sensitiva diceva di aver 'visto' il corpo del piccolo, rapito due settimane fa in provincia di Parma

Non ci sarebbe nessuna traccia del piccolo Tommaso nel fiume Magra. I Carabinieri e i vigili del fuoco hanno hanno scandagliato per alcune ore un tratto del corso d'acqua alla ricerca del corpo del piccolo scomparso il 2 marzo scorso, su indicazione di una medium.
Le ricerche si sono concluse nel punto in cui il fiume Teglia converge nel Magra e hanno impegnato i sub di Livorno che si sono immersi una sola volta scandagliando accuratamente i fondali.

La sensitiva aveva sostenuto che il bambino sequestrato il 2 marzo a Casalbaroncolo era stato gettato nel fiume tra Pontremoli e Mulazzo, ai confini tra Toscana e Liguria.
La medium, così, aveva chiamato ieri i carabinieri per dire dove secondo lei sarebbe stato abbandonato il corpo del piccolo. Un maresciallo dei carabinieri di Pontremoli, insieme ai suoi uomini, ha ispezionato le sponde del fiume seguendo passo passo le indicazioni fornite per telefono dalla sensitiva.

Continuano intanto le indagini. Mentre resta sotto sequestro la cascina degli Onofri teatro del rapimento e il Ris prosegue l'esame dei reperti, i carabinieri hanno effettuato un nuovo sopralluogo nella cantina del padre di Tommaso in via Jacchia a Parma. Il sopralluogo, cui ha assistito Paolo Onofri, è durato circa quattro ore.
Gli uomini della scientifica hanno portato via alcuni scatoloni.


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Da: Birillino8 Inviato: 16/03/2006 21.09
A dirlo è una medium che ieri sera ha telefonato ai carabinieri
"Tommaso Onofri è nel fiume Magra"
Una sensitiva ha parlato ai militari di 'percezioni negative' e di aver intravisto il corpo ormai senza vita del piccolo Tommaso in un'ansa del corso d'acqua, al confine tra Liguria e Toscana. Ma le ricerche non hanno dato risultati. Sono passate due settimane dalla scomparsa del piccolo, malato di epilessia e bisognoso di continue cure specifiche

Anche le intuizioni dei sensitivi nel caso del piccolo Tommaso Onofri, rapito due settimane fa da alcuni malviventi nella villa a Casalbaroncolo, vicino Parma. Una medium milanese ha telefonato ieri sera ai carabinieri dicendo di aver visto il corpo del piccolo dentro un sacco di plastica gettato nel fondo di un fiume nel parmense. Si tratta del Magra, in località Ponte a Teglia. Ben circoscritto il luogo dove la donna dice di aver avuto la visione di Tommaso: quattro chilometri da Pontremoli, al confine tra la Toscana e la Liguria.
Finora nel greto del Magra non sono state trovate tracce significative né dai carabinieri, guidati dal maresciallo Giuseppe Cossu che sta percorrendo metro a metro le sponde del fiume, né dai vigili del fuoco del Saf (Speleo-Alpinistico-Fluviale) di Massa. Un punto in particolare sembra coincidere con le indicazioni della sensitiva: un'ansa profonda circa tre metri e mezzo. Ma le ricerche dei sommozzatori, giunti sul posto con le loro attrezzature, non hanno dato finora risultati.
Intanto, la cascina degli Onofri resta sotto sequestro e il Ris continua ad esaminare reperti. Fino a stamattina proseguivano i sopralluoghi nella cantina del padre di Tommaso, in via Jacchia, dove sarebbe stato rinvenuto un computer contenenti immagini pedopornografiche.

Vittoria Dragotta (16 mar 06)
Da: Birillino8 Inviato: 16/03/2006 21.12

In azione un nucleo di sommozzatori dei Vigili del Fuoco e una squadra di speleologi
Bimbo rapito, senza esito le ricerche nel fiume Magra
Le indagini scattate dopo la segnalazione di una medium che dice di vedere il corpo del piccolo Tommaso dentro un sacco di plastica a tre metri e mezzo di profondità



Massa, 16 mar. - (Adnkronos) - Sono terminate senza esito le ricerche del piccolo Tommaso Onofri, nel fiume Magra, nel tratto compreso tra Villafiera e Pontremoli (Massa).

Le indagini erano iniziate questa mattina su indicazione di una sensitiva, Costantina Comotari, che aveva segnalato agli inquirenti di aver visto il corpo del bimbo rapito due settimane fa a Casalbaroncolo (Parma), dentro un sacco di plastica a tre metri e mezzo di profondità in un'ansa del fiume. Sarebbe stata la medium ad allertare i Carabinieri che questa mattina hanno iniziato a scandagliare il corso d'acqua dal punto indicato dalla donna. Nel pomeriggio le ricerche sono state eseguite da una squadra del nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco a cui si è aggiunta una squadra di subacquei-speleologi guidati telefonicamente dalla sensitiva. La donna ha infatti precisato che il corpo del piccolo Tommaso si trova in una grotta sotto un molo di cemento in un punto situato alla confluenza del fiume Teglia con il Magra

In un primo momento si riteneva che la medium coinvolta fosse Maria Rosa Busi, la donna che permise di ritrovare nel 2002 il corpo di di Chiara Bariffi, una ragazza scomparsa da tempo, nelle acque del lago di Como. Ma la notizia è stata smentita dalla stessa sensitiva che all'Adnkronos ha affermato di non essere lei ad occuparsi del piccolo Tommaso. ''Mi dispiace che si sia diffusa questa notizia -spiega Maria Rosa Busi- Ma non sono io la persona in contatto con i sommozzatori. Anzi, io non sono nemmeno d'accordo con quel modo di operare. La mia idea sul rapimento di Tommaso Onofri è un'altra. E poi io agisco solo se a chiamarmi sono i genitori. Non mi metto in mezzo in vicende come queste''.

Continuano intanto le indagini dei Carabinieri del Ris di Parma che questa mattina hanno fatto ritorno nella cantina di via Jacchia, acquistata dal papà di Tommaso, Paolo Onofri. Sul luogo era presente anche Paolo Onofri e l'avvocato Caludia Pezzoni. La presenza del legale, in particolare, sta a testimoniare il valore probatorio della perquisizione. Si cercano, dunque, eventuali prove a carico dell'uomo, indagato per pedopornografia, dopo che proprio all'interno di un computer rinvenuto nella cantina, i militari avevano trovato qualche giorno fa centinaia di fotografie e filmini aventi a soggetto minori. Materiale che è valso al papà del piccolo Tommaso, l'iscrizione al registro degli indagati per detenzione, appunto, di materiale pedopornografico.

Lo stesso Onofri ieri, sciogliendo il riserbo mantenuto fino a quel momento sulla vicenda, aveva giustificato l'esistenza delle immagini con un ''mi piacciono le ragazze giovani, niente più'' e ha riconosciuto l'errore commesso nello scaricarle da internet, assicurando, pero' di non averle mai scambiate con nessuno. Fotografie che, tra l'altro, ha precisato ieri Onofri, erano contenute in un computer vecchio e rotto. Intanto, sul posto, è giunto anche il pm della Procura di Parma Pietro Errede.


Da: Birillino8 Inviato: 18/03/2006 13.32

Don Mazzi scende in campo per Tommy
Vertice tra investigatori: stiamo seguendo tutte le piste. L’ipotesi è che il piccolo sia ancora vivo
Ieri il sacerdote si è offerto come intermediario per far riabbracciare ai genitori il bambino malato rapito sedici giorni fa
di GIORGIA BENTIVOGLI PARMA — Giornata strana, la quindicesima dal sequestro di Tommaso Onofri. La scena sembra quasi allontanarsi da Parma. L'appello di Don Antonio Mazzi (nella foto in basso) per la sua liberazione arriva da Milano; gli inquirenti, polizia e magistrati, si spostano a Bologna per fare il punto delle indagini. La riunione, per la quale arrivano in Procura anche gli uomini dello Sco della polizia, dura oltre tre ore e in serata il pm di Parma Pietro Errede si limita a spiegare: «Contrariamente a quanto si dice stiamo lavorando in modo tecnico-scientifico e non mediatico, ed è normale che ci troviamo con la polizia giudiziaria per fare il punto della situazione. Stiamo setacciando tutto e stiamo valutando tutto». E sul tipo di accertamenti tecnici compiuti dallo Sco, il pm della Dda di Bologna Lucia Musti chiarisce che «sono tutto quello che non è verbale, quel complesso di attività compiute con macchinari e supporti informatici». L'ipotesi di lavoro degli inquirenti resta sempre quella che il bimbo sia vivo, ma è più che altro una sensazione, una speranza. «Non ci sono novità e per oggi non facciamo dichiarazioni» dice infatti secca nella prima mattinata l'avvocato Claudia Pezzoni, amica dei genitori del piccolo rapito e legale del padre indagato per pedopornografia. «Staremo bene solo quando Tommaso tornerà a casa. Vogliamo riportare Tommaso a casa, e basta», taglia corto poco dopo lo zio materno di Tommy, Cesare Fontanesi, che risponde così ai giornalisti in attesa avanti alla sua casa di Martorano, dove è temporaneamente alloggiata la famiglia Onofri. La visita di don Mazzi ieri sera «sì, è stata un conforto», ma in casa si pensa solo al bambino. Nemmeno un'ora dopo, a Milano, don Antonio Mazzi, si offre come intermediario affinchè il bambino rapito possa ritornare a casa. L'annuncio arriva dallo stesso sacerdote durante un incontro alla fondazione Exodus con Romano Prodi e Savino Pezzotta. «Mi offro come intermediario - dice - perchè il problema di Tommaso torni in evidenza e perchè si smetta da parte del mass media di ragionare su altre cose». È in sintonia con l'assessore del Comune di Parma Giampaolo Lavagetto. «Mi auguro che su questa vicenda si abbassino i toni, soprattutto da parte di chi fa informazione, concentrandosi sul vero obiettivo: portare Tommaso a casa. Perchè l'unica cosa certa in questa vicenda è che manca un bimbo». Gli Onofri sono usciti dalla villetta di Martorano solo per qualche ora al mattino, il padre è andato via sulla sua auto attorno alle 16 ed è tornato dopo un paio d’ore. Non una parola davanti alle telecamere ferme al cancello. Ma non è andato in questura, nè in procura. I Ris sono intanto al lavoro. C’è attesa per i risultati su quanto sequestrato a Casalbaroncolo e nella cantina di via Jacchia che dovrebbero arrivare la prossima settimana.

sabato 18 marzo 2006




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Da: Birillino8 Inviato: 20/03/2006 22.23
Massimo riserbo, ma per i magistrati si troverebbe nelle campagne emiliane
Indagine su un passaggio di denaro a favore della sorella di Onofri
Tommaso, gli inquirenti: "E' vivo"
Presi documenti bancari del padre
Appello di Paolo Onofri in tv: "Rapitori, prendete me"




PARMA - Il piccolo Tommaso sarebbe vivo e potrebbe trovarsi non lontano da Parma: più o meno nelle campagne fra la città emiliana, Reggio Emilia e Mantova. E' la "robusta ipotesi" degli inquirenti, sulla quale però si mantiene un rigoroso riserbo. Per il fine settimana si attende l'esito delle perizie condotte dai Ris di Parma nella casa degli Onofri. Da qualche giorno comunque, girano diverse pattuglie delle forze dell'ordine nella zona e, nella giornata di oggi, sono stati segnalati anche alcuni posti di controllo.

Gli appelli di maghi e cartomanti che sostengono di conoscere il luogo in cui Tommaso è recluso si avvicendano sul numero di cellulare messo a disposizione dal comitato per la liberazione del bambino, ma dopo il recente exploit negativo che ha portato a dragare il fiume Magra, restano senza ascolto. Tante anche le telefonate di solidarietà ricevute dalla famiglia da privati cittadini.

La pista che la procura della Repubblica di Parma ha deciso di seguire è l'acquisizione della documentazione relativa alle movimentazioni bancarie di Paolo Onofri. Risulta poco chiaro un passaggio di denaro sul conto della sorella di lui, pari a circa 190 milioni di vecchie lire. Il trasferimento sarebbe stato giustificato come parte di eredità ricevuta da una zia. "Non c'è stato alcun sequestro di conti correnti", sottolineano gli inquirenti, "altrimenti sarebbe impossibile per la famiglia qualsiasi transazione, e questo non è il caso". Si continua comunque ad indagare sul passato degli Onofri nella speranza di scovare qualche traccia utile.
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Da: Birillino8 Inviato: 23/03/2006 18.15

Paolo Onofri: pentito dei file proibiti "I rapitori di Tommy ci conoscono"

"Lo scriverò nel memoriale difensivo"
A tre settimane dal rapimento, il papà di Tommaso si racconta in un'intervista a Panorama dove parla a 360 gradi: "Non ho niente da nascondere: i file proibiti sono una trentina - dice l'uomo che poi torna a parlare di quella notte - i due rapitori si muovevano come se fossero a casa loro". E giura: "Mai toccato una donna con meno di 18 anni"


 
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view post Posted on 21/12/2008, 23:46

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Da: Birillino8 Inviato: 23/03/2006 18.16
Tommy,cane non ha camminato da solo
Lo sostiene veterinario dopo visita
"Il cagnolino non è arrivato da solo da Casalbaroncolo a Sissa. Qualcuno lo ha probabilmente lasciato in zona". Ne è convinto il dottor Andrea Ragazzini, il veterinario che ieri ha "catturato" e poi visitato Tody, il meticcio di sette anni della famiglia Onofri scomparso da casa alcuni giorni prima del rapimento del piccolo Tommaso, il bimbo di 18 mesi sequestrato tre settimane fa alle porte di Parma.



"L'animale era ben nutrito, non aveva ferite. Non credo che possa aver fatto da solo quei 20 chilometri" ha spiegato lo specialista. "In genere un cane, se segue le tracce di una femmina in calore, può allontanarsi per due o tre giorni, poi ritorna nella sua area. E' più probabile che sia stato lasciato in zona, in un raggio di 4-5 chilometri".

Ad avvisare i carabinieri della presenza di un cagnolino che sembrava proprio quello degli Onofri è stata mercoledì pomeriggio una famiglia di agricoltori di Sissa: "Nonno, nonno, ma quello è il cane che ho visto sul giornale", ha detto la nipote a Franco Dall'Olio, che da una settimana vedeva il cagnolino aggirarsi nei pressi di casa, attirato dalla presenza di una femmina in calore che appartiene proprio agli agricoltori. I militari sono arrivati sul posto e subito dopo hanno chiamato il veterinario del paese. "Sono riuscito a catturare il cane con uno stratagemma - racconta il dottor Ragazzini - mi sono munito di un guinzaglio e ho preso con me la cagnetta. Tody all'inizio non si avvicinava, era spaventato, poi ce l'ho fatta, l'ho fatto entrare in un recinto e gli ho messo un collare".

A confermare che si trattava proprio del meticcio scomparso da Casalbaroncolo sono stati il microchip e - spiega il veterinario - una vecchia ferita sottopelo nella parte posteriore del corpo, che era stata segnalata da Paolo Onofri agli investigatori e che è stata riscontrata sull'animale. "Il cane girava attorno alla casa dei Dall'Olio da qualche giorno, più o meno una settimana - ha spiegato Ragazzini - Si avvicinava all'abitazione per mangiare e i padroni di casa gli davano sempre qualcosa, poi lo allontanavano e lui si rifugiava in un casolare abbandonato a circa 200 metri di distanza".

Mercoledì sera Paolo Onofri e la moglie Paola Pellinghelli, con la loro auto, si sono recati nella caserma dei carabinieri per recuperare il cagnolino, sistemato in una gabbietta. Il padre di Tommy, dopo il rapimento del bimbo avvenuto la sera del 2 marzo, aveva ipotizzato che l' animale fosse stato fatto sparire dai sequestratori: "Ogni tanto - aveva raccontato - se ne andava in giro, ma al massimo per 24 ore. Subito dopo la sparizione abbiamo pensato che fosse stato investito da un'auto o che avesse ingerito un boccone avvelenato". Gli inquirenti ora cercano di capire se il cagnolino è stato abbandonato dai rapitori del piccolo Tommy.

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Da: Birillino8 Inviato: 23/03/2006 18.17
22/3/2006
Tommy: 60 persone sotto controllo
Il padre: "Fossi un mago saprei dov'è"
Proseguono senza svolte le indagini sul rapimento del piccolo Tommaso Onofri, scomparso da casa lo scorso 2 marzo. Gli interrogatori, almeno quelli dei principali protagonisti della storia, sembrano per ora finiti. Il ventaglio di ipotesi e sospetti è molto ampio, tanto che quasi sessanta persone sono attualmente "controllate" dagli uomini in divisa. Intanto il padre di Tommy dice: "Solo se fossi un mago saprei dov'è".


Paolo Onofri ha deciso di fare il tutto per tutto per provarea riportare a casa suo figlio. E così è iniziata un'iniziativa mediatica massicia, con interventi e partecipazioni a molte delle trasmissioni più popolari, da "Matrix" a "Chi l'ha visto" a "La vita in diretta".

Proprio ai microfoni della Rai ha ribadito di non avere la minima idea di chi potrebbe aver rapito suo figlio e perché. "Non lo so - ha detto - se sapessi dov'è Tommaso sarei un mago. Credo di avere fatto una risonanza magnetica nei ricordi dall'età di cinque anni ad oggi. Ho indicato tutto quello che mi è venuto in mente: valido, meno valido, importante, meno importante. Con senso e senza senso".

Intanto le indagini vanno avanti: "E' un momento delicato - ha detto il Pm di Parma Pietro Errede - si continua a lavorare e si acquisiscono elementi nuovi. C'è grande impegno da parte delle forze dell'ordine". Un impegno che ha portato a mettere sotto controllo il telefono di circa 60 persone, il che dà anche l'idea di come il ventaglio di ipotesi al momento resti ampio.
Si setacciano ancora alcuni casolari e ci sono posti di controllo delle forze dell'ordine nella pianura parmense, non si tralascia comunque alcun dettaglio, compresi gli sms che continuano ad arrivare al telefonino del comitato per la liberazione di Tommaso. Fra questi, nelle ultime ore, uno arrivato da una cabina telefonica della Sicilia che invitava a indagare sulle telefonate fatte prima del sequestro. Molti sms però sono opera di mitomani e le piste investigative restano diverse.

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Da: Birillino8 Inviato: 24/03/2006 22.04


Una sarebbe una donna, come avevano ipotizzato Paolo e Paola Onofri. Ventidue giorni dopo il sequestro, gli investigatori si lasciano sfuggire dichiarazioni ottimiste: "importanti novità nell'indagine". I due sarebbero collegate al gruppo mafioso che già da diversi giorni è nel mirino dei carabinieri » Foto: i protagonisti della vicenda » Comitato "Tommaso Libero"

Due giorni fa il comandante dei Ris, Col. Luciano Garofano, aveva detto, sibillino: "Siamo molto ottimisti per quello che può uscire dai nostri riscontri".
Oggi, altri investigatori hanno annunciato "importanti novità nell'indagine". Attorno al casale di Casalbaroncolo, tornato a disposizione della famiglia Onofri, c'è aria di fermento: ventidue giorni dopo il sequestro di Tommaso, forse si intravede una soluzione all'orizzonte.
Da ambienti vicini alle indagini è filtrato che le indagini sono concentrate su una coppia di malviventi, un uomo e una donna, legati alla 'ndrangheta calabrese.

Le ricerche del bambino di 18 mesi sono concentrate nella zona vicino a Brescello, nella bassa reggiana, venti chilometri da Parma, paese dove la malavita organizzata da tempo ha affondato le sue radici.
Che uno dei due rapinatori fosse una donna era un'impressione che avevano avuto da subito i coniugi Onofri: aveva il viso completamente nascosto da un casco intergrale, ma la dolcezza con cui aveva accarezzato il viso del piccolo Tommaso prima di trascinarlo via, aveva fatto supporre che il rapitore non potesse essere un uomo.
Numerosi sono i posti di blocco ancora istituiti dalle forze dell'ordine nella pianura tra Parma, Reggio Emilia e, soprattutto, a Brescello, due passi dal Po.

Intanto, secondo fonti investigative, la sparizione di Tody, il cane della famiglia Onofri, ritrovato mercoledì 22 marzo a Sissa, difficilmente avrebbe a che fare con il rapimento: il piccolo cane meticcio era sparito dalla casa di Casalbaroncolo, e non era la prima volta che si allontanava, pochi giorni prima del sequestro.
Ma a portare via un piccolo cane, o farlo sparire poco prima del rapimento - è il ragionamento degli inquirenti - non avrebbe fatto altro che aumentare il rischio di lasciarsi sul terreno altri pericolosi indizi.

Da: Birillino8 Inviato: 26/03/2006 20.05
Bimbo rapito, scritta minacciosa vicino casa famiglia
domenica, 26 marzo 2006 5.18


PARMA (Reuters) - Una scritta minacciosa è stata trovata stamane a Casalbaroncolo in una strada a poche decine di metri dall'abitazione della famiglia Onofri, il cui figlio Tommaso, di 17 mesi, è stato rapito il 2 marzo scorso.

Lo hanno riferito fonti della polizia, aggiungendo che la scritta "Ne hai abbastanza?" è stata fatta con vernice bianca sull'asfalto a circa 70 metri dalla casa della famiglia e, dopo i rilievi effettuati dalla sezione anti-crimine, i carabinieri del Ris la stanno esaminando dopo averla scrostata dalla sede stradale.

Le fonti hanno detto di ritenere che gli autori possano aver agito nella notte approfittando dello sciopero dei giornalisti tv che di solito presidiano la zona, ma hanno definito "inquietante e rischioso" l'atto visto che l'area, dopo il sequestro, è spesso pattugliata da polizia e carabinieri.

La scritta non viene attribuita con sicurezza ai rapitori, ma potrebbe rafforzare l'ipotesi che il sequestro del bimbo possa essere una vendetta nei confronti del padre Paolo Onofri, come aveva detto nei giorni scorsi la moglie, Paola Pellinghelli.

"Che il rapimento di mio figlio sia una vendetta nei confronti di mio marito è una concreta possibilità", aveva detto, aggiungendo però di non riuscire a capire il movente della vendetta stessa.

Onofri è indagato per pedopornografia dopo il ritrovamento di una serie di file di foto e filmati in un suo computer.

IMPRONTA RITROVATA IN CUCINA

Nel frattempo, le fonti hanno riferito che i carabinieri hanno analizzato una impronta trovata su un oggetto sul tavolo di cucina dell'abitazione degli Onofri e risalente alla notte del sequestro. L'impronta non è presente nell'archivio informatico delle forze dell'ordine e appartiene quindi a un incensurato, cosa che, hanno spiegato le fonti, complica l'identificazione.

Gli investigatori, hanno aggiunto le fonti, stanno anche valutando con attenzione l'alibi di una delle persone interrogate a lungo nei giorni scorsi. Si tratta, hanno detto, di uno dei due manovali che avevano lavorato nella casa: ha dichiarato di essere stato in un bar all'ora del rapimento, ma questa circostanza non sarebbe stata confermata nell'esercizio pubblico.

Il piccolo Tommaso, che è affetto da una forma di epilessia e ogni 12 ore ha bisogno di prendere medicine, è stato rapito nella notte tra il 2 e il 3 marzo da due persone mascherate, che hanno fatto irruzione in casa, rubato 150 euro e legato la madre e il fratello maggiore, mentre il padre sarebbe stato picchiato e immobilizzato.



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Da: Birillino8 Inviato: 28/03/2006 20.19
Tommaso, indagato uno dei muratori
E' accusato di concorso in sequestro

Uno dei muratori che hanno lavorato nella casa di Casalbaroncolo dove è stato rapito il piccolo Tommaso Onofri è stato iscritto nel registro degli indagati per concorso in sequestro. L'uomo, Mario Alessi, originario della Sicilia, non avrebbe un alibi per la sera del rapimento. Intanto è stata identificata l'impronta lasciata sul nastro adesivo del rapimento: apparterrebbe a un pregiudicato siciliano che non è Alessi.




Il manovale, Mario Alessi, già processato per stupro, aveva raccontato agli investigatori di essere andato in un bar la serata del 2 marzo, quando Tommaso venne rapito ma la titolare del bar non avrebbe confermato la sua versione. Resta da capire se per questo motivo gli inquirenti lo hanno indagato o se nei suoi confronti c'è qualcosa di più. E intanto, le ricerche dei Ris sulle impronte trovate nella casa degli Onofri sembrano far puntare l'attenzione degli inquirenti verso una pista calabrese. Una banda di sequestratori di cui farebbe parte anche una donna.

"Non ne hai avuto abbastanza"
Gli agenti della polizia anticrimine hanno poi trovato una scritta sulla strada che conduce a casa Onofri, a qualche centinaio di metri dalla cascina di Casalbaroncolo. "Ne hai abbastanza?", recita il messaggio. Gli investigatori non si sbilanciano circa gli autori del gesto: potrebbe trattarsi effettivamente di qualcuno legato al rapimento del bimbo oppure essere opera di qualche 'sciacallo'. Quel che è certo è che chiunque abbia realizzato la scritta lo ha fatto tra la notte e le prime ore dell'alba, dal momento che fino a sabato l'asfalto era pulito.





"L'autore di questo gesto è stato plagiato da chi ha rapito il bambino", ha detto il padre di Tommaso, commentando il ritrovamento della scritta. Paolo Onofri ha anche aggiunto: "Se vogliono qualcosa me lo devono dire, sono pronto a tutto".

Gli esperti del Ris hanno intanto grattato parte della vernice grigia, con la quale la stessa scritta era stata coperta dopo i primi accertamenti, per eseguire prelievi e controlli di polizia scientifica.
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Compare un graffito sul muro
"Tau", scritto quasi in corsivo, con colore nero tenue, come fosse stato usato un grosso pastello: è la piccola scritta, lunga non più di 15 centimetri, comparsa su un muretto di via Quarta, alla prima periferia di Parma, vicino all'abitazione dell'avvocato Claudia Pezzoni, che segue la famiglia di Tommaso Onofri. Il "tau" è la croce di legno francescana che Paolo Onofri, papà di Tommy, ha spesso mostrato appesa al collo nei giorni successivi al sequestro. La scritta è stata oggetto dei rilievi della polizia scientifica e dei carabinieri. Ovviamente è altamente probabile che si tratti del gesto di un mitomane, o soltanto di uno scherzo di dubbio gusto.

Da: Birillino8 Inviato: 26/03/2006 20.05
Bimbo rapito, scritta minacciosa vicino casa famiglia
domenica, 26 marzo 2006 5.18


PARMA (Reuters) - Una scritta minacciosa è stata trovata stamane a Casalbaroncolo in una strada a poche decine di metri dall'abitazione della famiglia Onofri, il cui figlio Tommaso, di 17 mesi, è stato rapito il 2 marzo scorso.

Lo hanno riferito fonti della polizia, aggiungendo che la scritta "Ne hai abbastanza?" è stata fatta con vernice bianca sull'asfalto a circa 70 metri dalla casa della famiglia e, dopo i rilievi effettuati dalla sezione anti-crimine, i carabinieri del Ris la stanno esaminando dopo averla scrostata dalla sede stradale.

Le fonti hanno detto di ritenere che gli autori possano aver agito nella notte approfittando dello sciopero dei giornalisti tv che di solito presidiano la zona, ma hanno definito "inquietante e rischioso" l'atto visto che l'area, dopo il sequestro, è spesso pattugliata da polizia e carabinieri.

La scritta non viene attribuita con sicurezza ai rapitori, ma potrebbe rafforzare l'ipotesi che il sequestro del bimbo possa essere una vendetta nei confronti del padre Paolo Onofri, come aveva detto nei giorni scorsi la moglie, Paola Pellinghelli.

"Che il rapimento di mio figlio sia una vendetta nei confronti di mio marito è una concreta possibilità", aveva detto, aggiungendo però di non riuscire a capire il movente della vendetta stessa.

Onofri è indagato per pedopornografia dopo il ritrovamento di una serie di file di foto e filmati in un suo computer.

IMPRONTA RITROVATA IN CUCINA

Nel frattempo, le fonti hanno riferito che i carabinieri hanno analizzato una impronta trovata su un oggetto sul tavolo di cucina dell'abitazione degli Onofri e risalente alla notte del sequestro. L'impronta non è presente nell'archivio informatico delle forze dell'ordine e appartiene quindi a un incensurato, cosa che, hanno spiegato le fonti, complica l'identificazione.

Gli investigatori, hanno aggiunto le fonti, stanno anche valutando con attenzione l'alibi di una delle persone interrogate a lungo nei giorni scorsi. Si tratta, hanno detto, di uno dei due manovali che avevano lavorato nella casa: ha dichiarato di essere stato in un bar all'ora del rapimento, ma questa circostanza non sarebbe stata confermata nell'esercizio pubblico.

Il piccolo Tommaso, che è affetto da una forma di epilessia e ogni 12 ore ha bisogno di prendere medicine, è stato rapito nella notte tra il 2 e il 3 marzo da due persone mascherate, che hanno fatto irruzione in casa, rubato 150 euro e legato la madre e il fratello maggiore, mentre il padre sarebbe stato picchiato e immobilizzato.


Da: Birillino8 Inviato: 28/03/2006 21.55
Si rafforza l'ipotesi di un mandante distinto dagli esecutori materiali del rapimento
Parma, sei rapitori coinvolti nel sequestro del piccolo Tommy
Secondo gli investigatori la prima persona sarebbe il muratore siciliano identificato grazie all'impronta lasciata sullo scotch. Ma spunta anche una donna
Parma, 28 mar. - (Adnkronos/Ign) - Serebbero almeno sei le persone coinvolte nel rapimento del piccolo Tommaso Onofri avvenuto il 2 marzo scorso a Casalbaroncolo alle porte di Parma, secondo una ricostruzione degli investigatori. Stando, infatti, all'ipotesi formulata, uno di questi sarebbe il muratore siciliano che è stato identificato grazie all'impronta lasciata sullo scotch.

Una seconda persona è quella che, secondo quanto dichiarato dai familiari del bambino, stava con lui all'interno della casa. La terza figura sarebbe la donna che è già stata identificata dagli inquirenti e che sicuramente non è quella che in questo momento tiene il bambino.

Quarta persona, presumibilmente, Mario Alessi, l'unico indagato, ad oggi, per concorso in sequestro, l'uomo che lavorò alla ristrutturazione della cascina degli Onofri insieme ad altri.

Quinta persona sarebbe quella che ha in custodia il piccolo Tommaso in questo momento e che gli investigatori suppongono sia una donna. Sesta figura, infine, il mandante del rapimento. Che vi sia un mandante distinto dagli esecutori materiali del rapimento è ipotesi avanzata dallo stesso Paolo Onofri, che in questi ultimi giorni ha più volte dichiarato anche davanti alle telecamere di avere maturato questa forte convinzione.

Ma non solo. Uno degli uomini che la sera del 2 marzo scorso rapì il piccolo Tommaso Onofri si sarebbe tolto per un istante il guanto che indossava, per riuscire a strappare un pezzo di scotch con il quale doveva legare i famigliari. Questa, secondo gli investigatori, la ragione per la quale una impronta sarebbe stata trovata sul nastro adesivo, la stessa che ha portato ad identificare un pregiudicato di origini siciliane.

In particolare, il fatto che vi sia una sola impronta, quella del dito indice, dimostrerebbe che il malvivente avrebbe indossato subito dopo nuovamente il guanto, sperando forse di non aver lasciato traccia alcuna. Questa ipotesi concorderebbe con la ricostruzione che Paolo Onofri ha dato agli inquirenti durante le lunghe ore di deposizione in Procura e in Questura.


Da: Birillino8 Inviato: 01/04/2006 19.32
01.04.2006
Bimbo rapito: fermate tre persone per il sequestro
di red

Sono giunte ad una svolta le indagini del sequestro del piccolo Tommaso Onofri a Parma: tre persone sono state sottoposte a fermo di polizia giudiziaria per il reato di sequestro di persona. A confermarlo il procuratore capo di Bologna Enrico Di Nicola.

I tre fermati sono: Mario Alessi, il manovale siciliano già indagato per concorso in sequestro, Salvatore Raimondi, il pregiudicato di cui era stata trovata un'impronta digitale sul nastro adesivo servito per legare i famigliari del bimbo, e Antonella Conserva, moglie di Alessi.

I fermati erano tra le persone messe sotto interrogatorio dal comando provinciale dei carabinieri di Parma e dall'Ufficio stranieri della Questura, che nell'ambito dell'inchiesta sul rapimento di Tommaso, hanno fermato più di 25 persone tra cui molti siciliani e stranieri. I fermi sono avvenuti durante le perquisizioni in diversi casolari della bassa Parmense, Reggiana e Mantovana.

Il 27 marzo era filtrata la notizia che un manovale di 44 anni, di origini siciliane, era indagato con l'ipotesi di reato di concorso in sequestro. Aveva partecipato ai lavori di ristrutturazione della casa della famiglia Onofri e aveva con il padre rapporti di lavoro. L’uomo in questione era Proprio Mario Alessi che aveva respinto ogni accusa, indicando anche un alibi per la sera del sequestro.

Le indagini negli ultimi giorni erano tornate a muoversi lungo la pista del riciclaggio. Tra l'altro, gli inquirenti avrebbero indagato anche nella direzione della famiglia di Onofri: infatti, starebbero valutando la posizione del secondo marito, attualmente in carcere, di Francesca Traina, la prima moglie di Paolo Onofri.

Il legale della famiglia Onofri, Claudia Pezzoni, si è mostrata fiduciosa lasciando intendere che la speranza è che si arrivi al più presto possibile al piccolo rapito. Anche Di Nicola ha dichiarato che le ricerche del bambino continuano, «Le speranze di trovarlo vivo sono ancora in tutti noi e siamo tutti mobilitati per questo».



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Da: Birillino8 Inviato: 01/04/2006 19.35
"Tommaso è morto": confessione
di Mario Alessi, uno dei fermati

Lo ha rivelato alla polizia
Mario Alessi, uno dei tre fermati, ha confessato agli investigatori che Tommaso Onofri, il bimbo rapito il 2 marzo scorso a Parma, è morto. La polizia, guidata dallo stesso Alessi, sta adesso cercando il corpo a S.Ilario D' Enza, nei pressi di un torrente. Precedentemente erano stati fermati oltre a Mario Alessi, Salvatore Raimondi, Antonella Conserva.










 
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Da: Birillino8 Inviato: 01/04/2006 19.36
Tommy, chi sono i 3 fermati
Alessi, la moglie e uomo dell'impronta
Uno dei muratori che fecero i lavori nella casa di Casalbaroncolo, sua moglie, un pregiudicato che ha lasciato l'impronta sul nastro adesivo utilizzato per immobilizzare i genitori e il fratello di Tommaso la sera del sequestro. Ecco chi sono le tre persone sottoposte a fermo di polizia giudiziaria per il reato di sequestro di persona.


Sono loro i tre fermati per il reato di sequestro di persona. Raimondi è stato sentito nella caserma dei carabinieri, mentre Alessi e la moglie sono stati interrogati dalla polizia in questura. Mario Alessi, 44 anni, siciliano di origine, che era già stato accusato formalmente di concorso in sequestro a scopo di estorsione, è uno degli operai che dall'estate al dicembre scorso, fecero alcuni lavori di ristrutturazione nella casa di Casalbaroncolo. Antonella Conserva è sua moglie. Sarebbe invece di Salvatore Raimondi, anche lui di origini siciliane, quell'impronta digitale lasciata dai rapitori sullo scotch utilizzato per legare la sera del 2 marzo Paolo e Paola Onofri, papà e mamma di Tommaso, e il fratello di 8 anni, Sebastiano

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Da: Birillino8 Inviato: 01/04/2006 19.38
Alessi confessa: "Tommaso è morto"
Parma, confessione di uno dei fermati

Il piccolo Tommaso Onofri sarebbe morto. Lo ha confessato uno dei fermati, Mario Alessi. La polizia, guidata dallo stesso Alessi, sta adesso cercando il corpo a S.Ilario D'Enza, nei pressi del fiume Enza. Per questo motivo ora l'operaio, insieme agli investigatori della polizia, sta battendo le campagne del Parmense per indicare il posto dove sarebbe stato nascosto il corpicino del piccolo.
Mario Alessi, il manovale siciliano, era stato fermato per il sequestro insieme alla moglie e a Salvatore Raimondi. La polizia ora sta setacciando la zona di Sant'Ilario, dove c'è anche un torrente, seguendo le indicazioni fornite dal muratore. Fino a due giorni fa, lo stesso Alessi aveva dichiarato: "Ho un figlio anch'io, non farei mai del male a un bambino". Purtroppo però le cose sono andate diversamente: in attesa di capire chi ha davvero ucciso il piccolo Tommy, i genitori del bimbo e l'intera cittadinanza di Parma sono precipitate nello sconforto.

Da: Birillino8 Inviato: 02/04/2006 22.19
Tommaso: la cronistoria

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Paolo Onofri, il papà di Tommaso, il bambino di 18 mesi rapito il 2 marzo scorso e poi ucciso alle porte di Parma

Il 2 marzo il rapimento e, immediata, l'uccisione del poccolo di 18 mesi, febbricitante e malato di epilessia. Da quel giorno, un mese tra speranza e misteri. Con Alessi, l'assassino, che recita la parte dell'accusato ingiustamente e Paolo Onofri indagato per pedopornografia... Queste le tappe principali della tragica vicenda di Tommaso » Foto: i protagonisti della vicenda » Forum



A un mese dal rapimento, la terribile notizia, appresa dai genitori dalla tv: Tommaso Onofri è morto.
L’hanno ucciso Alessi e il "compare" Raimondi, con una pala. Era buio pesto quando sono entrati in quel bosco. Tommaso piangeva e loro gli hanno stretto le mani al collo. Cercavano di farlo tacere. Il bambino era terrorizzato, continuava ad urlare. Allora l’hanno colpito. Una volta, due. Poi c’è stato il silenzio. Sul corpo hanno buttato un po’ di terra. E l’hanno abbandonato.È morto così Tommaso, neanche mezz’ora dopo essere stato portato via dalla sua casa. Lo racconta Mario Alessi, uno dei due rapitori.
Ecco la cronologia del rapimento.

2 MARZO
Tommaso Onofri, 18 mesi, viene rapito da due persone - tra cui forse una donna - dalla casa di Casalbaroncolo, nella campagna di Parma, di fronte ai genitori e al fratellino che vengono legati: il piccolo viene strappato dal seggiolone e, nonostante vengano quasi subito avvertite le forze dell'ordine, di lui si perde ogni traccia. Tommy è malato di epilessia e ha bisogno di un farmaco, il Tegretol. Vengono lanciati appelli ai rapitori per la sommistrazione del farmaco. Si parla quasi subito di sequestro anomalo.

7 MARZO
I magistrati che indagano sul caso chiedono il silenzio stampa per tre giorni. In procura a Parma vengono ascoltati due operai che hanno lavorato alla ristrutturazione della casa degli Onofri dove è avvenuto il rapimento ma le attenzioni degli inquirenti sono sempre più concentrate sulla figura del papà del bambino, Paolo Onofri, 46 anni, direttore di un ufficio postale della zona.

9 MARZO
«Mi sento sotto accusa e non so perchè» confida in un'intervista Paolo Onofri, allo stesso tempo accusato e vittima.

10 MARZO
L'inchiesta registra una novità clamorosa ma anche questa destinata a perdere valore con il passare dei giorni. Paolo Onofri viene indagato per detenzione di materiale pedopornografico: centinaia di file trovati dagli inquirenti nei computer dell'uomo sono custoditi nella cantina di Via Jacchia.

16 MARZO
È forse la giornata più lunga e dolorosa del sequestro di Tommaso: su indicazione di una sensitiva milanese, Costantina Comoderi, il corpo del piccolo viene cercato dai sommozzatori dei vigili del fuoco di Livorno nel fiume Magra, vicino Pontremoli. Fortunatamente si tratta anche questa volta di una falsa pista.

26 MARZO
Compare una scritta sulla strada lasciata da mani ignote sulla strada a circa 200 metri dalla casa di Casalbaroncolo, forse un avvertimento: «Ne hai abbastanza?».

28 MARZO
Si registra un'accelerazione nelle indagini che si concentrano su un gruppo di almeno cinque persone, tra cui una o forse due donne, seguite a vista dai carabinieri. Tra gli indagati, con l'accusa di concorso nel sequestro a scopo di estorsione, finisce il muratore siciliano Mario Alessi, 44 anni, che ha lavorato alla ristrutturazione della casa degli Onofri. L'indizio decisivo, nelle indagini, diventa un'impronta lasciata sullo scotch da uno dei rapitori, che viene ricondotta a un pregiudicato siciliano.

29 MARZO
L'attività investigativa si concentra anche nell'agrigentino, nella zona di San Biagio Platani (Agrigento) paese di origine di Mario Alessi. In un paese poco distante abitano i familiari dell'ex moglie di Paolo Onofri, papà di Tommy, Francesca Traina.

1 APRILE
Svolta nelle indagini e tragico epilogo del rapimento. Tre persone vengono fermate per il sequestro di Tommy: si tratta di Mario Alessi, di Salvatore Raimondi e della moglie Antonella Conserva. Carabinieri e polizia hanno setacciato nella mnotte i casolari della bassa Parmense, Reggiana e Mantovana e trovato tracce del passaggio del bambino. Una quarantina di persone interrogate. Poi la confessione di Alessi: Tommaso è stato uccsiso.

Da: Birillino8 Inviato: 02/04/2006 22.20
Così Alessi fu condannato per stupro
Il fratello gemello: «Non lo posso assolutamente perdonare. Per me è morto». E torna a chiedere l'affido del nipote
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Una folla inferocita colpisce con calci e pugni un'auto a bordo della quale si crede ci sia Mario Alessi (Ansa)
PALERMO - Tra qualche mese la Corte di cassazione si pronuncerà definitivamente sulla condanna a sei anni di carcere, per violenza sessuale, inflitta, dalla corte d'appello di Palermo, a Mario Alessi, sequestratore del piccolo Tommaso Onofri. A San Biagio Platani (Agrigento), paese d'origine di Alessi, la storia dello stupro per cui il muratore è stato processato la ricordano tutti. Nell'estate del 2000 una coppia, che si era appartata nelle campagne vicine, venne aggredita da due uomini. I fidanzati furono rapinati; l'auto danneggiata per evitare che chiedessero aiuto; il ragazzo legato ad un albero; la giovane violentata. Le vittime si rivolsero ai carabinieri ma degli aggressori non fu possibile trovare traccia fino a quando uno di loro telefonò alla ragazza chiedendole un incontro. Lei finse di accettare e portò all'appuntamento i militari ma i due non si presentarono. Restarono, però, le tracce della chiamata che consentirono agli investigatori di risalire all'identità degli aggressori: Mario Alessi, ed un suo amico, G.B., anche lui di San Biagio Platani. Il resto lo fece la comparazione del dna prelevato dal liquido seminale trovato nella biancheria della vittima con quello estratto dalla saliva dei due indagati.

IL GEMELLO:NON POSSO PERDONARLO - «Non posso assolutamente perdonarlo per quello che ha fatto, per me è morto». Lo ha detto Salvatore Alessi, fratello gemello di Mario Alessi. Salvatore, insieme con la moglie Antonella Paci, ha incontrato i giornalisti nella sua abitazione. L'uomo, costretto da oltre vent'anni su una sedia a rotelle, ha nuovamente preso le distanze dal gesto compiuto dal fratello gemello. «Non riesco a farmi un'idea di ciò che è accaduto - ha detto - è assurdo tutto ciò». Poi, ammette di avere aiutato in passato economicamente il fratello. «È successo - ha detto - che mio fratello era in difficoltà ma era un grande lavoratore, quindi l'ho aiutato volentieri. D'altro canto la famiglia è fatta proprio per aiutare. Noi lo facevamo, soprattutto, per il bambino di 6 anni che amiamo». Salvatore Alessi, oltre a percepire un sussidio per l'invalidità totale, svolge anche l'attività di agente assicurativo.

Salvatore Alessi, visibilmente scosso, ha poi ripercorso gli ultimi giorni, da quando cioè ha saputo che il fratello gemello era stato iscritto nel registro degli indagati. «Ci siamo sentiti giovedì scorso - ha ricordato ancora - e io gli ho chiesto più volte se c'entrava qualcosa con il sequestro del bimbo, ma lui ha ripetuto più e più volte che non c'entrava niente. Poi, ieri sera ha invece confessato questo delitto e il nostro stato d'animo è profondamente cambiato. Non ce lo aspettavamo». Alessi e la moglie poi si sono, ancora una volta, dissociati dal fratello. «Di lui e della compagna - hanno detto all'unisono - non vogliamo più sapere niente». Hanno poi ribadito di avere intenzione di ottenere l'affido del figlio di Mario Alessi e della compagna Antonella che ha 6 anni e soffre di una cardiopatia congenita. «Per ora - hanno spiegato - vive con i nonni materni ma sono persone anziane e malate. Noi siamo disponibili a prenderci cura di lui. Speriamo che il Tribunale ci possa dare una mano». Alla domanda se ha mai avuto dubbi sulla colpevolezza del fratello, Salvatore Alessi ha risposto: «No, perchè ci chiamava spesso e ci diceva sempre che non c'entrava niente con il sequestro. Come si fa a non credere a un fratello? Non so cosa gli sia scattato nella mente».

Salvatore Alessi e la moglie Antonella hanno quindi sottolineato che «Mario pagherà per quello che ha fatto, noi ne vogliamo più sapere niente». Proprio questa mattina Antonella Paci ha parlato al telefono con il nipotino, che vive a Parma con i nonni materni. «Il piccolo -ha detto- non sa ancora niente, ha parlato con me e con suo zio ed era tranquillo. Gli abbiamo detto che i suoi genitori sono fuori per lavoro per costruire un grande palazzo con tante stanze». Il piccolo è nato 6 anni fa proprio in Sicilia, a Santo Stefano di Quisquina, piccolo centro a pochi chilometri da San Biagio Platani. «La madre - ha detto adesso Antonella Paci - ce lo lasciava spesso quando era impegnata, gli siamo molto affezionati». I coniugi Alessi si augurano «che il bimbo non vada a finire in istituto. Vogliamo che cresca in una famiglia».

02 aprile 2006

Da: Birillino8 Inviato: 02/04/2006 22.22
Contrastano le versioni fornite agli inquirenti dai due manovali
Il bambino sarebbe stato ucciso circa mezzora dopo il rapimento
I rapitori si accusano a vicenda
"E' stato Alessi a strangolarlo"
Sul corpicino del piccolo trovata una lesione alla testa
Sconteranno la condanna in un'area protetta del carcere

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Mario Alessi

PARMA - Adesso si accusano a vicenda. Mario Alessi e Salvatore Raimondi, due dei tre fermati ieri (la terza persona è Antonella Conserva, compagna di Alessi) per il sequestro di Tommaso Onofri, si rimpallano la responsabilità dell'omicidio. Nella notte del ritrovamento del corpo del bambino, davanti ai carabinieri, Raimondi ha accusato Alessi. Questo, sentito dalla polizia, ha detto che è stato il complice a uccidere Tommaso. Due versioni contrastanti, che gli investigatori dovranno verificare. Quel che è certo, è che sul volto del bambino sono stati trovati segni di colpi inferti con un oggetto contundente. I due, è stato reso noto oggi, saranno tenuti in una sezione protetta del carcere di Parma, per scongiurare "punizioni" da parte degli altri detenuti.

Secondo la versione fornita da Raimondi ai carabinieri, Alessi aveva strangolato Tommaso, uccidendolo. Una rivelazione che ha scatenato la reazione dell'altro manovale: "Ad ammazzare il bambino non sono stato io", avrebbe detto, "ma Raimondi, che l'ha colpito più volte al volto". L'oggetto usato sarebbe una pala, o una cazzuola.

Il primo a confessare dopo ore di interrogatorio è stato Salvatore Raimondi, il pregiudicato 27enne. La sua impronta digitale era stata ritrovata sullo scotch utilizzato per legare i genitori e il fratellino di Tommaso la sera del sequestro. Ieri, nella caserma provinciale dei carabinieri, ha raccontato di aver partecipato al rapimento, ma ha ribadito di non aver ucciso il bambino: è stato Alessi, ha insistito, ad averlo strozzato.

Mentre Raimondi rendeva la sua confessioni, il complice si trovava negli uffici della Questura di Parma. E ha replicato: non è vero nulla, è stata Raimondi ad ammazzare Tommaso colpendolo al volto.



Secondo quanto riferito da fonti investigative, il bambino dovrebbe essere stato ucciso subito dopo il sequestro, al massimo mezz'ora dopo. Il cadavere presenterebbe una lesione alla testa, ma una risposta precisa sul momento e sulle cause della sua morte verrà solo dall'autopsia, prevista lunedì o martedì.

Resta da chiarire anche il ruolo di Antonella Conserva, la compagna di Alessi. La sera del rapimento, almeno secondo alcuni tabulati telefonici e le informazioni delle microcelle, la donna sarebbe stata in giro, a bordo della utilitaria nera di Raimondi. Cosa abbia effettivamente fatto nei minuti in cui i due facevano irruzione nella casa di Casalbaroncolo, ancora non è chiaro. Certo è che anche lei ieri è stata fermata con la stessa accusa degli altri due: concorso in sequestro di persona a scopo di estorsione.

Nella giornata di oggi il lavoro degli investigatori è continuato per aggiungere altri tasselli di verità alla terribile vicenda. E' stato deciso il sequestro della casa in cui vivevano Alessi e la moglie, e l' abitazione è stata perquisita insieme ad uomini del gruppo Ert (Esperti ricerca tracce) della Scientifica della polizia di Stato.

Sul luogo del delitto, a circa 2-300 metri dal punto dove è stato trovato il corpo del piccolo Tommaso, le forze dell' ordine hanno trovato una vanghetta. Ma non è ancora stato però possibile capire se si tratta dell'oggetto usato dai sequestratori per colpire il bimbo.

Intanto Sebastiano Ardita, responsabile del trattamento dei detenuti del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, fa sapere che i colpevoli del sequestro e dell'uccisione del bambino rischiano il linciaggio da parte degli altri detenuti - il crimine è fra i più esecrati dal "codice d'onore" dei reclusi - e per questo saranno tenuti in una sezione protetta del carcere nel quale sconteranno la condanna,senza entrare in contatto con nessuno.

Questo meccanismo di assegnazione scatta a tutela di chi ha compiuto crimini di "particolare riprovazione sociale". Proprio stamani, con un comunicato, l'Associazione detenuti non violenti ha espresso "rabbia, indignazione e dolore" per la morte di Tommaso: "Siamo vicini alla famiglia, i carnefici meritano una giusta punizione e - ha scritto il presidente Evelino Loi - non potranno sfuggire all'ira ed alla rabbia di tutti i detenuti delle carceri italiane".

(2 aprile 2006)

Da: Birillino8 Inviato: 02/04/2006 22.24
02.04.2006
Tommy, l'orrore di Ciampi e del Papa. Cordoglio e sdegno in piazza a Parma
di red

Giurava, ai cronisti, alle telecamere, con una offesa faccia d'attore: «Per me i bambini sono angeli scesi dal cielo. Io un bambino non sono neanche capace di guardarlo male, figuriamoci di rapirlo». Pareva sincero, convincente. Ieri pomeriggio Mario Alessi ha confessato. Ha partecipato al rapimento del piccolo Tommaso; complici la moglie e un amico, Salvatore Raimondi, tutti rei confessi. E poi ha dato la notizia che nessuno avrebbe voluto sentire, che il bambino è morto. Ucciso subito, «perché piangeva troppo» e sepolto in un terreno neppure troppo distante da casa, in riva al fiume Enza, tra le province di Parma e Reggio Emilia, dove il corpo è stato ritrovato su indicazione dello stesso Alessi. Ora Mario Alessi e Salvatore Raimondi -- in stato di fermo con l'accusa di sequestro insieme ad Antonella Conversa, moglie del primo -- si accusano a vicenda dell'omicidio del piccolo Tommaso.

Lo sconcerto, l'orrore è stato unanime. Espresso da papa Benedetto XVI all'Angelus, e dal capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi. Anche il mondo del calcio si è fermato, negli stadi, a compinciare dall'Olimpico a Roma, un minuto di raccoglimento per la tragica, assurda fine del bambino rapito e ucciso dalla banda di balordi. In alcuni stadi sono stati esposti striscioni in ricordo di Tommaso, alcuni che chiedevano la pena di morte per i sequestratori.

A Parma circa trecento persone hanno attraversato la città per un piccolo corteo in suo ricordo. In testa gli uomini della Croce Rossa, il vicesindaco di Parma Paolo Buzzi e il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli, insieme al vicario vescovo monsignor Ranieri. Tra i presenti anche l'avvocato Claudia Pezzoni, legale e amica della famiglia Onofri, insieme a Claudio Borghi, fondatore del comitato "Liberate Tommaso". Fra i parenti del bimbo l'unico a essere in piazza è stato Alessandro Fontanesi, cugino di Tommy e figlio dello zio materno del bimbo. Alcune bambine che erano in piazza hanno lanciato dei palloncini colorati con scritte come:”Aiutaci a perdonare, Tommy”; “Ti ringraziamo e speriamo che tu possa vivere in pace”;”Addio Tommy!” e “Scusali Tommy, non sapevano quello che facevano".

Una piccola manifestazione di mamme e papà e cittadini - una ventina in tutto - si è svolta anche a Roma, in piazza Santi Apostoli, dove sono stati lanciati dei palloncini. La manifestazione sit-in è stata convocata attraverso un blog aperto dall'avvocato della famiglia Onofri, Claudia Pezzoni.

I parenti dei Mario Alessi e di Antonella Conserva, anche lei coinvolta nel sequestro, sono ora preoccupati di come riuscire a dire quanto è successo al figlio della coppia, un bambino di sei anni che si trova da ieri con i nonni materni. Salvatore Alessi e la moglie Antonella Pace, fratello e cognata di Mario Alessi hanno raccontato ai giornalisti che la coppia di sequestratori aveva problemi economici.


Doveva essere il sequestro-lampo di questo gruppetto di manigoldi senza onore né pietà fuggiti in scooter. Il bambino rapito era in mezzo, sul motorino. Lo hanno ammazzato quasi subito, a pochi chilometri da casa sua: «Andandocene, abbiamo visto un lampeggiante. Ci siamo spaventati, la moto è sbandata, siamo caduti - ha raccontato Alessi -. Tommaso è scoppiato a piangere». E così l'hanno ammazzato, con un colpo alla nuca: una badilata, forse. E hanno nascosto il corpo sul posto, sotto il fienile di una cascina abbandonata, lungo l'argine dell'Enza. Perché poi avessero rapito Tommaso, non è chiaro.

Soldi, certamente, per quanto pochi fossero quelli di Paolo Onofri. Forse anche, avrebbe detto Alessi, per obbligare il papà ad aprire, la mattina dopo, l'ufficio postale che dirigeva. Ma questo non l'avevano detto, a Paolo Onofri; non è un'ipotesi molto probabile. Dalla questura, ammanettato, scortato da un nugolo di poliziotti, verso sera Alessi 'u spaccalegna parte verso S.Ilario d'Enza, per indicare il luogo dove è sepolto il corpicino. È la strada del Traglione, l'ennesima stradina isolata di questa tragedia, che si dirama dalla via Emilia e costeggia gli argini del torrente Enza. Tutta la zona viene blindata, illuminata da cellule fotoelettriche, i vigili del fuoco sbancano e cercano nel luogo indicato dal rapitore, si vedono da lontano smuovere cumuli di paglia. Pochi minuti prima delle 23, il corpicino viene recuperato: sepolto, poco profondamente, sotto il fieno. È l'epilogo più choccante di questa storia, un pugno nello stomaco per tutti. Arriva ad un mese esatto dal rapimento.

La giornata era iniziata con una maxiretata, e tre persone - Mario Alessi, la sua compagna Antonella Conserva e Salvatore Raimondi, l'uomo dell'impronta - arrestate. È finita malissimo. L'operazione è stata decisa venerdì, non senza qualche contrasto fra gli investigatori sulla sua opportunità, dopo un mese di inchiesta prudentissima: inutilmente prudentissima, col senno di poi. Cosa l'abbia determinata è difficile capirlo. Forse nel corposo rapporto dei Ris c'erano elementi nuovi. Forse le fughe di notizie sul gruppo sospettato, sempre più precise, rischiavano di vanificare le indagini: tesi sostenuta dalla procura distrettuale antimafia. Di sicuro c'erano la speranza ed il concreto obiettivo di trovare Tommaso: vivo, va da sé.

Dunque: sabato, fra le tre e le quattro del mattino, trecento carabinieri perquisiscono case e cascine di tutte le persone fin qui tenute d'occhio più o meno discretamente, nei paesi attorno a Casalbaroncolo, a Sorbolo, a Brescello, a Viadana, a Traversetolo. In un caso si sono spinti fino ad un paese in provincia di Torino. Sono ventiquattro le perquisizioni, altrettanti i «sospettati» che finiscono nella caserma dei carabinieri di Parma per essere interrogati. Appartengono, per lo più, al giro dei «muratori» siciliani - con l'aggiunta di alcuni extracomunitari - che hanno partecipato alla ristrutturazione della cascina degli Onofri, o che sono «amici degli amici». Poco dopo, scatta, stavolta prevalentemente in città, una analoga retata della polizia: un'altra ventina di persone condotte in questura, nell'ufficio stranieri di Borgo Riccio, semplicemente per ragioni di spazio. La mattinata si apre con raffiche di interrogatori. Li conducono i due pm della Dda, Silverio Piro e Lucia Musti, ed il sostituto di Parma, Pietro Errede. Si capisce presto chi sono le persone maggiormente torchiate.

Dai carabinieri c'è Salvatore Raimondi: è, ed ha finalmente un nome, l'«uomo dell'impronta», quello che ha lasciato impressa una parte di polpastrello sullo scotch usato per immobilizzare gli Onofri. Trentadue anni, origini siciliane, ex tossicodipendente, numerosi precedenti per furto, rapina, spaccio e reati minori: gli ultimi, l'incendio delle auto di un paio di persone che «gli dovevano dei soldi». Fa il muratore, come Alessi. Abita a Sorbolo, in pieno centro: a un tiro di schioppo da Casalbaroncolo. Però ha la disponibilità di un altro paio di appartamenti, a Parma ed a Colorno. Le sue abitazioni vengono perquisite per l'intera giornata, dai carabinieri finiscono, su un carro attrezzi, anche auto, una Y10, e scooter dell'uomo. È lo scooter del sequestro. Raimondi era sotto strettissima sorveglianza da almeno una settimana. Gli lasciavano la corda lunga, nella speranza di arrivare a Tommaso. Lui intanto lavorava tranquillo, in un piccolo cantiere nel ferrarese.

In questura, invece, arriva, portato dagli agenti, Pasquale Luigi Barbera, il micro-imprenditore edile amico e socio d'affari di Onofri, quello che gli ha ristrutturato la cascina impiegando una micidiale manovalanza. Poi lo raggiunge la moglie, Monica. Ma è soprattutto la comparsa di un'auto a far drizzare le antenne: i poliziotti scortano Mario Alessi e la sua compagna Antonella Conserva, e poco dopo arriva anche il difensore, l'avvocato Laura Ferraboschi. Alessi è l'unica persona, fin qui, formalmente indiziata per il sequestro di Tommaso. È stato interrogato più volte. Che bisogno c'è di sentirlo ancora? Semplice. Tutte le sue versioni sono crollate. Nella sua vecchia Tipo sono stati trovati i peli di Tody, il cane degli Onofri che qualcuno ha portato via da Casalbaroncolo cinque giorni prima del rapimento. Alessi ha 45 anni, un passato burrascoso. Viene da San Biagio Platani, nell'agrigentino. Là ha lasciato moglie, due figli, un fratello paralizzato dopo una sparatoria fra parenti. Nel luglio 2000, a S.Biagio, ha partecipato al sequestro-stupro di una ragazza, è stato condannato a cinque anni. Appena libero, è salito nel parmense, stabilendosi a Coenzo, in una cascina verso il Po: pure ad una manciata di chilometri da Casalbaroncolo. Con Antonella ha avuto un figlio, di 8 anni, sofferente di cuore. Lavoricchiava come muratore. Quando è stato indiziato, ha fornito una serie di alibi improbabili. Dal suo telefono, la sera e l'ora del sequestro, era partita una telefonata: la «cella» di rete era quella di Casalbaroncolo. «Avevo lasciato il cellulare a mia moglie», si era difeso. E adesso anche la moglie è in carcere. Energica, strafottente, Antonella aveva diretto la regia difensiva del compagno, smistando e «consigliando» i cronisti, cascando dalle nuvole, spargendo veleni sulla famiglia Onofri, protestando: «Questi sospetti sono una ferita che mi porterò sempre dentro». A lei, secondo la ricostruzione, sarebbe spettato il compito di «accudire» il piccolo Tommaso. Esce in manette dalla questura mentre vi rientra il marito: per lui riprende l'interrogatorio, dovrà fare altri nomi.

Da: Birillino8 Inviato: 02/04/2006 22.26

Tommaso è stato ucciso
Era lì, sotto un piccolo cumulo di paglia, a pochi chilometri da casa, il corpo del piccolo Tommy. Il bimbo, rapito un mese fa dalla sua casa di Casalbaroncolo (Parma), è stato ucciso dai suoi sequestratori, Mario Alessi e Salvatore Raimondi. I due hanno raccontato che, dopo il sequestro, erano corsi via in scooter con il piccolo. Lo strazio dei genitori

Parma, 2 aprile 2006 - Era lì, sotto un piccolo cumulo di paglia, a pochi metri da casa, il corpo del piccolo Tommy. Il bimbo, rapito un mese fa dalla sua casa di Casalbaroncolo (Parma), è stato ucciso dai suoi sequestratori, Mario Alessi e Salvatore Raimondi, forse con la complicità della compagna di Alessi stesso. I tre si accusano a vicenda dell'uccisione del bambino, e hanno raccontato che, dopo il sequestro, erano corsi via in scooter con il piccolo. Ma una caduta li ha fermati. Tommaso, impaurito, aveva cominciato a piangere. E loro, per la paura di essere scoperti (quella zona è molto frequentata da prostitute,che avrebbero potuto sentirlo), lo hanno ucciso a colpi di badile, nascondendo poi il suo corpicino. L'intenzione dei complici era quella di chiedere, per restituire il bimbo ai genitori, un riscatto, soprattutto sapendo che Onofri aveva facile accesso a fondi postali a causa del suo lavoro. Il cadaverino è stato riconosciuto dallo zio di Tommaso.

Straziati i genitori dopo aver saputo la notizia. Il papà è corso in cortile e ha urlato "no!" per poi richiudersi nella casa della cognata, dove si trova anche la moglie. Il fratello Sebastiano, 8 anni, ancora non sa. Parole di cordoglio per il dramma sono arrivate anche dal presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che avrebbe confidato ai suoi collaboratori: ''Abbiamo provato un orrore agghiacciante che mozza il fiato. I bambini sono sacri''.

''Siamo tutti colpiti dalla vicenda del piccolo Tommaso, barbaramente ucciso. Preghiamo per lui e per tutte le vittime della violenza'', ha detto papa Benedetto XVI al termine dell' Angelus.


Da: Birillino8 Inviato: 03/04/2006 20.47
Si tratta di Pasquale Barbera, accusato di favoreggiamento
Trovata una mappa con le indicazioni del luogo dove portare il bambino

Morte Tommaso, indagato un artigiano
La Procura: "Onofri non c'entra niente"
Eseguita l'autopsia: ucciso un mese fa, da stabilire tipo lesioni
Il procuratore di Bologna: "L'obiettivo era la liberazione in vita del bambino"

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Fiori e biglietti
davanti a casa Onofri

BOLOGNA - "Allo stato, Paolo Onofri non ha nulla a che fare con il rapimento". Il procuratore capo della Repubblica di Bologna, Enrico Di Nicola, durante una conferenza stampa presso la Procura del capoluogo emiliano, ribadisce l'estraneità del padre di Tommaso. Ma l'indagine sul sequestro e la morte del bambino va avanti. C'è un nuovo indagato, per favoreggiamento: Pasquale Giuseppe Barbera, titolare di una piccola impresa, che con Mario Alessi e Salvatore Raimondi aveva lavorato alla ristrutturazione del casale di Casalbaroncolo. Emergono intanto i primi risultati dell'autopsia eseguita sul corpo del bambino: Tommaso Onofri è stato ucciso un mese fa ma il medico legale ha precisato che bisogna ancora stabilire la natura delle lesioni che hanno provocato la morte del bambino. E durante una perquisizione è stata trovata una piantina topografica in cui sono indicati i luoghi dove i sequestratori avrebbero dovuto portare Tommaso, e quello nel quale ricevere il pagamento del riscatto.

Il nuovo indagato. Barbera, 32 anni, è originario di Pantelleria ma vive a Parma da molti anni. Difeso dall'avvocato Paolo Mingori, non era mai stato interrogato da magistrati e investigatori nelle vesti di indagato, ma solo ascoltato, finora, come persona informata sui fatti. A chiamarlo in causa per la contestazione di favoreggiamento ci sarebbero, fra l'altro, diverse telefonate con Alessi. Secondo la difesa, questi contatti non sarebbero, tuttavia, significativi, poiché i due si conoscevano bene: fu proprio Barbera, infatti, a ingaggiare Alessi come manovale per i lavori presso l'abitazione della famiglia Onofri.



Da: Birillino8 Inviato: 03/04/2006 20.50
Alessi, l’incappucciato dai mille volti - di Enrico Lagattolla -


Il muratore siciliano, 45 anni, aveva detto: «Per me i bambini sono creature scese dal cielo. Non potrei mai fare del male a un piccolo»

Enrico Lagattolla

da Milano

Dopo quella notte, era «l'incappucciato». Mario Alessi che esce dalla Procura di Parma, dopo il primo dei tanti interrogatori, col viso coperto da una maglietta. «L'incappucciato», lo chiamava la gente. Il manovale di Coenzo, dalla Sicilia ai casolari della campagna parmense, quello che «di Tommaso non ne so niente, e che volete che vi dica, io non c'entro con il sequestro», si nascondeva alle telecamere. Poi, alle telecamere, «l'incappucciato» ci fa l'abitudine. Parla, e mostra il suo volto. Meglio, mostra tutti i volti di cui è capace.
Il primo. Mario Alessi, 45 anni, muratore agrigentino trapiantato in Emilia, un fratello in sedia a rotelle per una pallottola che l'ha rovinato, e una condanna in primo grado per violenza a una sedicenne, davanti al fidanzato legato a un albero. Una storia di sei anni fa, chiusa tra carcere e arresti domiciliari. Riservato, sigaretta accesa e comportamento nervoso, schiva i giornalisti e ogni tanto sbotta «perché questa non è vita, mi hanno messo addosso un timbro che fa paura, hanno sconvolto l'esistenza della mia famiglia. Io non ho fatto nulla ma sono in un mare di guai, sconto il prezzo di aver avuto rapporti di lavoro con gli Onofri». Punto, e «andatevene».
Il secondo. Alessi Mario, alto e brizzolato, anche lui «padre di famiglia, e so cosa provano i genitori di Tommaso», accanto alla sua convivente che lo protegge e forse lo «copre», e come lui «la sera quando vedo mio figlio penso a Tommaso». Ai giornalisti Alessi comincia a parlare.




Da: Birillino8 Inviato: 03/04/2006 20.51
Alessi, l’incappucciato dai mille volti - di Enrico Lagattolla -


E racconta che i peli di Tody (il cane degli Onofri) che gli hanno trovato addosso ai vestiti «forse sì, c'erano. È possibile, perché io i vestiti li lasciavo nel cascinale di Casalbaroncolo, proprio nella cuccia del cane». O ancora, ricorda che «la sera del 2 marzo ero al bar Sagittario, nella frazione di Casaltone», a un chilometro dal casolare di Casalbaroncolo dove vivono gli Onofri. Allora «chiedete lì, mi hanno visto». Ma lì, al «Sagittario», nessuno ricorda.
Ancora un volto, un altro. Ed è quello degli appelli alle telecamere e delle interviste, e «se sapessi qualcosa per indirizzare le indagini, lo farei subito», perché «non si può vivere con un peso simile sul cuore», perché «è una cosa che ci ha distrutti totalmente, Tommy lo conosco», e «per favore, liberatelo». Quasi convincente, Alessi, quando dice che «per me i bambini sono angeli scesi dal cielo, e ora mi vedo contestare un crimine simile. Proprio a me, che non sarei nemmeno capace di guardare male un bambino, figuriamoci una cosa così». «Figuriamoci».
Ogni faccia e il suo contrario. Come quando «con gli Onofri c'è solo un rapporto di reciproca cortesia, ma non li conosco», e poi si scopre che al suo legale, l'avvocato Laura Ferraboschi, Alessi dice di voler parlare col padre di Tommaso. Così decidono di scrivere una lettera. Lo fanno giovedì, confida la Ferraboschi ad alcuni cronisti. Il giorno dopo la lettera è pronta, sabato la devono consegnare. «Gentile Paolo Onofri», inizia. «Da padre a padre, da uomo a uomo», scrive Alessi.


Da: Birillino8 Inviato: 03/04/2006 20.51

Alessi, l’incappucciato dai mille volti - di Enrico Lagattolla -


Che parla di «un'occasione per offrirle il mio sostegno e il mio conforto», per «testimoniare la mia buona fede». Mai arrivata, quella lettera. E sabato è già troppo tardi.
E il «gioco» va avanti fino alla fine, fino a quando lo inchiodano davanti allo specchio. Così, di fronte al magistrato, accusa il complice. «Tommaso l'ha ucciso Raimondi». Non confessa l'omicidio, ma del sequestro ha già parlato. È il giorno in cui cade la maschera dell'«incappucciato». Dietro, un altro volto di Mario Alessi. L'ultimo. Quello vero.


Da: Birillino8 Inviato: 03/04/2006 20.55
Tommaso Onofri: completata l'autopsia dopo cinque ore e mezza
L'esame è durato cinque ore e mezza
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L’autopsia del piccolo Tommaso Onofri è durata 5 ore e mezza, eseguita dai medici legali incaricati dal Pm Pietro Erede (Guglielmo Masotti e Nicola Cucurachi) insieme alla dottoressa Maria Francesca Del Sante, nominata dalla famiglia Onofri.

Geo Ceccaroli, dirigente della polizia scientifica di Bolognache si è occupato di filmare e fotografare l'esame autoptico perchè "operazione irripetibile", si è limitato a comunicare la fine dell’autopsia aggiungendo che per i risultati ci vorranno i “consueti 60 giorni”.

Finalmente il piccolo Tommaso potrà ritrovare la pace che fino ad ora gli era stata negata.

Da: Birillino8 Inviato: 04/04/2006 21.29
Alessi, ho visto uccidere Tommaso da Raimondi
Il manovale, accusato di concorso in omicidio, scarica la responsabilità
del delitto su Raimondi, che però fornisce un'altra versione dei fatti:
«Sapevo del sequestro, ma non dell'omicidio»
4/4/2006



Mario Alessi
Gli accusati
PARMA. «Ho partecipato al sequestro, lo abbiamo organizzato insieme io e Raimondi, ma non ho ucciso il bambino, ho visto uccidere il bimbo da Raimondi». Queste le parole di Mario Alessi, il manovale accusato di concorso in omicidio, occultamento di cadavere e sequestro di persona, nelle indagini sul rapimento di Tommaso Onofri, nel corso dell'udienza di convalida del fermo per i tre indiziati. Lo ha riferito l'avvocato Laura Ferraboschi, che difende Alessi, spiegando che l'uomo ha avuto con i pm un «atteggiamento collaborativo, ha messo tutte le sue risorse per illustrare le modalità del fatto».

Alessi ha riferito ai pm di essere stato sul luogo dell'omicidio, vicino le sponde del torrente Enza e di aver visto Raimondi uccidere il bimbo proprio la sera del sequestro. Durante l'udienza di convalida, alla presenza del gip di Parma, Armando Mammone e del pm Silverio Piro, si è tornati «sui punti oscuri della vicenda», ha spiegato il legale. Ad Alessi sono state rivolte delle domande sulle scarpe che portava quella notte, «non so se per le orme trovate o perché pensano che siano state utilizzate per colpire il bambino», ha proseguito Ferraboschi. L'avvocato del manovale siciliano, infine, ha specificato che «non è vero che la cartina trovata si trovava in casa di Alessi». Il gip si è riservato di decidere, entro domani, sulla convalida del fermo e sulla misura di custodia cautelare.

Alessi ha poi ammesso di aver organizzato insieme a Raimondi il sequestro del piccolo Tommaso e di avervi partecipato. Il suo legale non ha invece risposto sulla domanda se Alessi abbia anche ideato il rapimento. «C'è stata una attività collaborativa - ha spiegato l' avvocato Ferraboschi - e lui ha messo tutte le sue risorse per illustrare le modalità del fatto». Durante l'interrogatorio si è tornati anche sui punti oscuri.

Il Procuratore aggiunto di Bologna, e coordinatore della Dda, Silverio Piro ha chiesto anche diversi particolari riguardanti per esempio «l'utilizzo delle scarpe», ha riferito ancora il legale. «Non so se in relazione ad alcune orme trovate o per colpire il bambino». Alessi ha poi negato che le cartine sulle quali erano indicati il luogo del rapimento e il luogo per il pagamento del riscatto siano state trovate a casa sua. «Non si è parlato di soldi». Secondo quanto riferito dal difensore, la decisione del giudice dovrebbe essere comunicata entro domani, sia in relazione alla convalida del fermo che all'eventuale custodia cautelare.

RAIMONDI: SAPEVO DEL SEQUESTRO MA NON DELL'OMICIDIO
Sapevo del sequestro, ma non che Tommaso sarebbe stato ucciso: lo ha detto nell'interrogatorio davanti al Gip per l'udienza di convalida del fermo Salvatore Raimondi, che ha così ribadito le accuse contro il complice, Mario Alessi. Le parole sono state riferite dal suo legale, l' avvocato Franca Uggeri, uscita dal carcere di via Burla, a Parma, poco dopo le 13.30. Sapevo del sequestro - ha ribadito in sostanza Raimondi - ma dell'uccisione di Tommaso l'ho saputo solo il giorno successivo.

«Abbiamo detto la nostra verità - ha spiegato l'avvocato Franca Uggeri - e Raimondi ha risposto alle domande. Lui non sapeva dove era il bambino e ha saputo il giorno successivo che era stato ucciso». «Raimondi cerca di collaborare - ha continuato il legale - perchè è la cosa più saggia, più giusta e più vera». La proposta del sequestro è arrivata da Alessi?, hanno chiesto i cronisti: «Forse, mi pare». Di importi per il riscatto invece non sono state fatte cifre certe: «Non saprei - ha spiegato il legale - ne ho sentiti tanti, a dir poco due, tre, quattro». Il difensore ha detto di aver chiesto gli arresti domiciliari: il Gip Armando Mammone si è però riservato la decisione sia sulla convalida che sulla misura cautelare.

Da: Birillino8 Inviato: 04/04/2006 21.32
Il padre di Tommy: mi manca sempre di più
"Sì, Barbera lo conoscevo, e anche Alessi - ha ribadito Onofri - Raimondi io non l'ho mai visto. Però non è finita qui"

PARMA (4 apr. 2006) - "Tommaso mi manca sempre di più, non so come faccio ad andare avanti". Così ha risposto Paolo Onofri ai giornalisti assiepati davanti alla cascina di Casalbaroncolo. L'uomo è tornato a casa insieme alla moglie, per prendere alcuni oggetti. Sulla porta d'ingresso c'erano mazzi di fiori e bigliettini. Dopo un'ora la coppia si è allontanata, forse verso la casa di famiglia dove ha soggiornato nelle ultime settimane.

I genitori del piccolo Tommy sono tornati al casale dopo avere accompagnato il figlio Sebastiano a scuola. Lì si sono fermati per circa un'ora, hanno dato da mangiare al cagnolino Tody, la mamma di Tommaso ha letto qualcuno dei numerosi bigliettini lasciati sul posto da chi vuole testimoniare solidarietà alla famiglia. Nello sguardo del papà e della mamma di Tommy erano evidenti i segni della sofferenza e delle notti passate insonni, prima per aspettare notizie del loro bimbo poi èer lì'angoscie e il dolore per la sua morte. mostravano Prende dei farmaci?, è stato chiesto a Onofri. "Si", ha risposto l'uomo. I coniugi hanno ribadito di non aver mai conosciuto Salvatore Raimondi. Di Pasquale Barbera ha parlato Paola Pellinghelli, spiegando che sembrava "una bravissima persona, almeno allora". "Sì, Barbera lo conoscevo, e anche Alessi - ha ribadito Onofri - Raimondi io non l'ho mai visto. Però non è finita qui".
I coniugi sono usciti da casa prendendo alcuni dei mazzi di fiori lasciati nell'aia, e anche alcuni oggetti dal casale, tra cui dei pannoloni per bambino, poi hanno chiuso il cancello su cui c'è un cartello lasciato dai volontari della Croce Rossa di Rubiera: "Tommy i tuoi occhi e il tuo sorriso saranno sempre nei nostri cuori. Ciao piccolo angelo". Salendo in auto, la mamma del bambino ha detto, riferendosi a chi in questi giorni è stato vicino alla famiglia con messaggi e gesti di solidarietà e di amicizia: "Vorrei solo dire un grazie a tutti, tutti, tutti, di cuore".
Da: Birillino8 Inviato: 04/04/2006 21.35

Il quarto complice è l’amico del papà di Tommy
Il medico legale Masotti che ha eseguito l’autopsia: «Il bambino può essere stato ucciso un mese fa»
Luigi Giuseppe Barbera, 45 anni, chiamò Alessi per i lavori in casa Onofri: è indagato con l’accusa di favoreggiamento e calunnia
di LUIGI GARBATO PARMA — «È un corpo macerato» sono state le prime parole, dette a bassa voce, del professor Guglielmo Masotti, direttore dell'Istituto di Medicina legale di Parma, che ha eseguito l’autopsia sul piccolo Tommaso Onofri. L’esame, durato cinque ore, è stato filmato dagli agenti della polizia scientifica della Direzione Centrale anticrimine. «Un corpicino che è stato un mese nella terra bagnata e umida. È quindi un corpo macerato» ha spiegato il medico che non ha voluto aggiungere altro: «Per i risultati finali ci vorranno i consueti 60 giorni. Abbiate pazienza, non abbiamo parlato ancora con i magistrati». Il piccolo Tommaso Onofri «può essere stato ucciso circa un mese fa» ha comunque affermato il professor Guglielmo Masotti. Le prime analisi - anche se ne serviranno di ulteriori per stabilire l'esatta causa di morte - confermerebbero dunque la compatibilità fra la data del decesso e il racconto, pure contraddittorio, dato dai rapitori: Tommy sarebbe stato ucciso poco dopo il sequestro. «Per ora non può essere identificata con assoluta certezza la causa di morte del piccolo Tommaso Onofri, perchè «le lesioni» trovate sul corpicino «possono essere mortali o post mortem», cioè verificatesi dopo il decesso» ha detto poi il professor Masotti. Potrebbe essere stato un colpo di badile? «Allo stato non è la prima opzione», ha risposto il professore. Poi, alla domanda precisa se sul corpicino ci fossero fratture ossee ha detto: «Preferirei non rispondere». I pm avevano chiesto anche di verificare se ci fossero le cause per una morte asfittica. «Per questo - ha risposto Masotti - sono stati fatti prelievi dai due polmoni. Ora dovremo vedere». Non ci può essere, per ora, certezza che ad uccidere il piccolo Tommaso Onofri, rapito il 2 marzo scorso alle porte di Parma e trovato senza vita sabato notte, è stato un colpo di pala al capo: «È una possibilità - ha spiegato l'avvocato Claudia Pezzoni, amica della famiglia Onofri, che ha nominato un consulente per l'autopsia - ma senza gli esami istologici non è possibile averne la certezza». Il colpo di pala per uccidere il bambino di 18 mesi era stato citato negli interrogatori dei sequestratori agli investigatori sabato, poco prima dei fermi di polizia giudiziaria. È stata formalizzata nell'atto di notifica dell'autopsia sulla salma di Tommaso Onofri l'accusa di omicidio e di occultamento di cadavere in concorso per Mario Alessi e Salvatore Raimondi, due delle persone fermate sabato sera per il sequestro di Tommy. I due, in concorso con Antonella Conserva, rispondono ovviamente anche dell'accusa di sequestro di persona a scopo di estorsione e di possesso di armi od oggetti atti ad offendere. Nell'ambito dello stesso procedimento risulta indagato anche Luigi Giuseppe Barbera, 45 anni, l'artigiano amico di Onofri, che chiamò Alessi per i lavori di ristrutturazione nella casa di Casalbaroncolo: l'accusa è di favoreggiamento. Nei suoi confronti pende anche l'ipotesi di calunnia per un episodio seguito a un suo interrogatorio come persona informata dei fatti durante i primi giorni dell'inchiesta. Il nome di Paolo Onofri risulta nelle carte processuali solo in merito all'accusa di possesso di immagini pedopornografiche che però, al momento, non ha alcuna attinenza, secondo gli investigatori, all'indagine sul sequestro. Una piantina topografica in cui erano indicati i luoghi dove i sequestratori avrebbero dovuto portare il piccolo Tommaso e quello dove avrebbe dovuto avvenire il pagamento del riscatto è stata trovata durante una delle ventidue perquisizioni eseguite prima dei fermi avvenuti ieri l'altro. Lo ha riferito il procuratore aggiunto di Bologna Silverio Piro durante l'incontro stampa che si è tenuto alla Procura del capoluogo emiliano.













 
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view post Posted on 22/12/2008, 21:21

ottimo

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Da: Birillino8 Inviato: 04/04/2006 21.40
"Tommy lo ha strangolato Alessi"
Raimondi: "Volevamo riscatto da 5 mln"
Fu Mario Alessi a strangolare il piccolo Tommaso Onofri poco dopo il rapimento e, prima che le cose precipitassero, i rapitori avevano già scelto la località dove nascondere il bimbo e il riscatto da chiedere: 5 milioni di euro. Sono questi gli elementi che emergono dal verbale dell'interrogatorio dell'altro uomo arrestato, Salvatore Raimondi, la cui confessione ha portato alla soluzione del caso.

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E' il Corriere della Sera a riportare i dettagli di quell'interrogatorio di sabato pomeriggio quando Raimondi, che fino a quel momento aveva negato qualsiasi coinvolgimento nella vicenda, è crollato. "Effettivamente l'ho prelevato quel bambino, l'ho fatto insieme ad Alessi Mario. E' stato lui a propormelo". Secondo Raimondi l'idea del piano è tutta frutto della mente di Alessi: "Lui mi ha detto che Paolo Onofri avrebbe potuto ricavare dal suo ufficio postale 5 milioni di euro. In un primo momento mi parlò di un milione di euro, in un secondo momento mi disse che si trattava di 5 milioni e che la mia parte sarebbe stata un milione".

Il gruppo aveva anche deciso il luogo del covo dove il bambino doveva essere custodito. "Avevamo fatto dei sopralluoghi prima del 2 marzo, sicuramente uno la sera prima del rapimento. Il luogo in cui lasciare Mario e il bambino lo avevamo deciso prima [...] Avevamo trovato un casale abbandonato in cui tenere il bambino". Il casolare si trovava a Selva di Cisterna, verso La Spezia.

Ma quella sera poi qualcosa va storto. Raimondi dice di non sapere nulla di quello che è accaduto perché subito dopo il rapimento se ne sarebbe andato. E' lo stesso Alessi a raccontargli l'imprevista svolta degli eventi. "Mario mi ha detto di averlo strangolato. Non so quando lo abbia fatto - racconta Raimondi al magistrato - io l'ultima volta che ho visto il bambino è stato quando ho lasciato Mario e la moglie al passaggio a livello vicino a Casaltone. Che aveva ucciso il bambino - continua - Mario me l'ha detto il giorno dopo che lo avevamo preso, dopo che in disparte aveva detto a me di dire ad Antonella che il bambino era caduto mentre lo portavo via con lo scooter. Non mi ha detto perché aveva strangolato il bambino".
Da: Birillino8 Inviato: 04/04/2006 21.42
Tommy, trovata mappa per riscatto
Due fermati per concorso in omicidio
Gli investigatori del sequestro e dell'uccisione di Tommaso Onofri hanno trovato una piantina topografica in cui erano indicati i luoghi dove i sequestratori avrebbero dovuto portare il bambino e quello dove avrebbe dovuto avvenire il pagamento del riscatto. Il procuratore aggiunto di Bologna, Silverio Piro, ha precisato che ci sono due fermati per concorso in omicidio; un terzo per concorso in sequestro di persona.
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"Banda di infimo livello"
Poi riferendosi ai sequestratori Silverio Piro, coordinatore della Dda di Bologna li ha definiti:"Una banda di sequestratori di livello molto infimo".

"Papà estraneo al rapimento"
Poi in conferenza stampa ha preso la parola il Procuratore capo Enrico Di Nicola, che ha tenuto a precisare l'estraneità nel sequestro del papà di Tommaso: "Allo stato Paolo Onofri non ha nulla a che fare con il rapimento del figlio". Poco prima però Di Nicola aveva tenuto a sottolineare che la vicenda della pedopornografia è un fatto "considerato in modo separato dalla vicenda del sequestro".

"Due i fermati per concorso in omicidio"
Il procuratore capo di Bologna Enrico Di Nicola ha spiegato che le accuse nei confronti di due dei tre fermati sono di concorso in omicidio e occultamento di cadavere. La terza persona fermata ha invece solo l'accusa di concorso in sequestro di persona. Il procuratore non ha voluto invece confermare le indiscrezioni sul quarto indagato, nei confronti del quale ci sarebbe l'accusa di favoreggiamento.

"Sentiamo la sconfitta morale"
"Con rammarico noi oggi dobbiamo dire che sentiamo la sconfitta morale per quello che è accaduto. La viviamo profondamente". Così ha continuato Enrico Di Nicola nella conferenza stampa. La morte del piccolo Tommaso è "un risultato estremamente negativo anche se da noi non previsto", ha proseguito il procuratore capo di Bologna che ha parlato invece di "risultato positivo sotto il profilo meramente investigativo".

"Il 31 marzo una telefonata dava ancora speranze"
"Nelle intercettazioni del 31 marzo rumori di sottofondo davano la presenza di un bambino nella casa di uno di quelli che seguivamo" e quindi la speranza che Tommaso "fosse vivo". Così hanno concluso i magistrati nel corso di una conferenza stampa.

Da: Birillino8 Inviato: 04/04/2006 21.43
Gip:"Alessi può ancora delinquere"
E' scritto nell'ordinanza del 2000
"Una personalità pericolosa e violenta che potrebbe tornare a delinquere". Queste parole sono scritte nell'ordinanza di custodia cautelare per Mario Alessi emessa nel 2000 dal gip di Agrigento. L'uomo, uno dei sequestratori del piccolo Tommaso Onofri, era anche sottoposto all'obbligo di dimora che gli imponeva la residenza in Emilia Romagna vietandogli di lasciare la sua abitazione dalle 22 alle 5 di ogni giorno.



L'accusa è aver rapinato e violentato una giovane del suo stesso paese, San Biagio Platani (Agrigento). Nel provvedimento cautelare, richiesto dalla procura ed eseguito il 3 agosto del 2000, il magistrato scriveva, riferendosi alla violenza sessuale: "lo svolgimento dei fatti, per le loro modalità concrete e per la loro gravità, denota una personalità violenta tale da fare presumere il concretissimo pericolo di reiterazione di delitti dello stesso genere".

Mario Alessi continuò per mesi a tentare di contattare la ragazza che aveva stuprato. Un comportamento giudicato emblematico della personalità dell'indagato dal gip di Agrigento. "Alessi - proseguiva Carlisi - continuò a cercare la vittima al fine di avere ulteriori rapporti con lei con o contro la sua volontà".

Lo stupro del 2000 e la sentenza di condanna
Durante l'estate del 2000, la giovane di San Biagio Platani, all'epoca appena maggiorenne, si era appartata in auto con il fidanzato, carabiniere di leva, nelle campagne del paese. La coppia fu aggredita da due uomini, che staccarono i fili elettrici dell'auto, legarono lui ad un albero, li rapinarono, violentarono lei ripetutamente. I due giovani si rivolsero ai carabinieri e presero il via le indagini.

Dopo qualche settimana dallo stupro, Alessi richiamò al telefono la ragazza dal suo cellulare, chiedendole un incontro. Lei, dopo aver informato gli investigatori, finse di accettare ma all'appuntamento non si presentò nessuno. Della chiamata rimase la traccia, ma Alessi sfuggì per giorni alla cattura. Poi, incidentalmente, un giorno venne riconosciuto da un militare, che lo fermò. Si riuscì anche a risalire al complice, G.B., amico e compaesano di Alessi. La comparazione del Dna del liquido seminale trovato nella biancheria della giovane con quello degli indagati fu la prova risolutiva.

Alessi e il complice sono stati condannati in primo grado il 26 marzo del 2002 e in appello, con sentenza emessa dalla IV sezione della corte di Palermo, l'11 febbraio del 2004. La condanna a sei anni di reclusione non è ancora definitiva: la Cassazione deve fissare la data di inizio del processo. Alessi ha scontato complessivamente nove mesi di custodia cautelare: cinque e mezzo in carcere e altri due e mezzo agli arresti domiciliari. Poi la misura restrittiva è stata sostituita con l'obbligo di dimora nella provincia di Parma, dove il manovale si era trasferito, obbligo poi esteso a tutta l'Emilia Romagna.

Secondo i magistrati erano infatti venute meno le ragioni che avevano imposto il carcere: cioè la tutela della vittima del presunto stupro. Il trasferimento di Alessi in una regione diversa dalla Sicilia, in qualche modo riduceva eventuali rischi di reiterazione del reato, del tutto scongiurati, poi, con l'obbligo di dimora. Secondo il legale di Alessi, comunque, il dibattimento di primo e secondo grado, concluso con la condanna di Alessi a 6 anni di reclusione in abbreviato, "è stato del tutto indiziario". "L'esame del Dna ritenuto fondamentale dall'accusa - ha aggiunto il legale - non dà alcuna certezza sulla responsabilità di Alessi. Si tratta solo di valutazioni probabilistiche".

Da: Birillino8 Inviato: 04/04/2006 21.46
Tommaso, sequestratori interrogati in carcere a Parma
martedì, 4 aprile 2006 4.05


PARMA (Reuters) - Il gip di Parma Armando Mammone si è riservato oggi di decidere sulla convalida i fermi per i tre indagati accusati del sequestro e dell'uccisione del piccolo Tommaso Onofri, ritrovato morto lungo l'argine di un fiume sabato scorso, a circa un mese dal suo rapimento.

Lo hanno riferito fonti giudiziarie, mentre potrebbero tenersi sabato nel duomo di Parma i funerali del bimbo.

Mammone e il procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia Silverio Piro si sono recati questa mattina presso il penitenziario di via Burla per sentire i tre indagati -- il muratore pregiudicato Mario Alessi, sua moglie Antonella Conversa e Salvatore Raimondi -- accusati a vario titolo del sequestro e dell'omicidio del bimbo di un anno e mezzo, malato di epilessia, che la sera del 2 marzo scorso fu rapito dalla casa dei genitori a Casalbaroncolo, in provincia di Parma.

ALESSI, CASTELLI DISPONE ACCERTAMENTI

Il ministro della Giustizia Roberto Castelli ha disposto intanto accertamenti sul caso di Alessi -- condannato in primo grado e in appello per violenza sessuale -- che era sottoposto all'obbligo di dimora e aveva il divieto di allontanarsi dalla sua casa dalle 22 alle 5 del mattino.

L'uccisione del piccolo Tommaso -- avvenuta secondo le prime ricostruzioni poche ore dopo il suo sequestro -- ha scosso l'Italia e suscitato sdegno da parte delle più alte cariche istituzionali e di Papa Benedetto XVI.

Il funerale del bambino -- al quale potrebbe partecipare anche il capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi -- si potrebbe tenere sabato prossimo alle 15 nel Duomo di Parma, ha detto il legale della famiglia.

Alessi e Raimondi, che si accusano a vicenda di avere ucciso Tommaso, sono sospettati di omicidio e occultamento di cadavere. La moglie di Alessi è indagata per concorso in sequestro di persona. Gli inquirenti sono interessati anche ad una quarta persona, un capomastro.

Il gruppo aveva eseguito dei lavori di restauro presso la casa della famiglia Onofri. Un contesto, ipotizzano gli inquirenti, dove sarebbe maturata l'idea del rapimento.


Da: Birillino8 Inviato: 04/04/2006 21.48
04 apr 20:58 Bimbo ucciso: Conserva, "All'oscuro fino all'ultimo"
PARMA - Antonella Conserva sarebbe stata tenuta all'oscuro di quanto era successo al piccolo Tommaso Onofri e avrebbe saputo della morte del bimbo dalle tv. E' stata la donna, compagna di Mario Alessi e anche lei indagata per il rapimento del bimbo, a dirlo oggi ai magistrati di Parma, durante l'udienza per la convalida del fermo. A riferire la sua versione dei fatti e' stato uno dei suoi legali, l'avvocato Lorenzo Isoppo. La decisione del gip sulla convalida del fermo e' attesa per domani. (Agr)

Da: Birillino8 Inviato: 05/04/2006 20.59
Tommaso, gip convalida fermo, restano in carcere i tre indagati
mercoledì, 5 aprile 2006 8.08


PARMA (Reuters) - Il gip di Parma ha disposto la custodia cautelare in carcere per i tre fermati per il rapimento e l'omicidio del piccolo Tommaso Onofri, i due manovali Mario Alessi e Salvatore Raimondi, e la convivente del primo Antonella Conserva.

Lo riferiscono fonti giudiziarie.

Il gip Armando Mammone ha motivato tale decisione con "il pericolo di reiterazione del reato e d'inquinamento delle prove", oltre ai gravi indizi di colpevolezza, dicono le fonti.

Il piccolo Tommaso è stato ritrovato morto lungo l'argine di un fiume sabato scorso, a circa un mese dal suo rapimento.

I tre indagati -- che restano nel carcere parmigiano di via Burla -- sono accusati a vario titolo del sequestro e dell'omicidio del bimbo di un anno e mezzo, malato di epilessia, che la sera del 2 marzo scorso fu rapito dalla casa dei genitori a Casalbaroncolo, in provincia di Parma.

Alessi e Raimondi, che si accusano a vicenda di avere ucciso Tommaso, sono sospettati di omicidio e occultamento di cadavere. La convivente di Alessi è indagata per concorso in sequestro di persona.

Il gruppo aveva eseguito dei lavori di restauro presso la casa della famiglia Onofri. Un contesto, ipotizzano gli inquirenti, dove sarebbe maturata l'idea del rapimento.


Da: Birillino8 Inviato: 05/04/2006 21.01
"Onofri era in affari con Alessi"
Si legge in notifica fermo per manovale
Dopo il tragico epilogo del rapimento di Tommaso Onofri, gli inquirenti cercano di fare luce sugli aspetti ancora oscuri della vicenda. In particolare, secondo i magistrati, il vero motivo del rapimento del bimbo potrebbe stare in un "affare rilevante" in cui erano coinvolti Paolo Onofri e Mario Alessi, come emerge dal provvedimento di fermo a carico dello stesso Alessi, della compagna Conserva e del complice Raimondi.

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Segnatamente come riporta il Corriere della Sera, nel documento, firmato dall'autorità giudiziaria sabato scorso dopo le discordanti confessioni rilasciate da Alessi e Raimondi sull'omicidio del bambino, si legge tra le motivazioni del fermo: "Dalle analisi dei tabulati e da alcune specifiche intercettazioni, emerge lo strano coinvolgimento di Paolo Onofri in un affare di rilevante portata economica con Alessi".

Sul risvolto i magistrati mantengono il massimo riserbo, ma di sicuro è una pista importante che gli inquirenti stanno seguendo con grande attenzione. Da quanto trapela pare che durante i controlli eseguiti sulla banda di manovali che hanno rapito Tommaso siano state captate alcune conversazioni telefoniche nelle quali si parla di grosse somme di denaro. Tra gli interlocutori sarebbero stati individuati il capomastro Pasquale Barbera, l'ultima persona finita nel registro degli indagati, Mario Alessi e il padre del bimbo, Paolo Onofri. Barbera quando fu interrogato, al proposito, ammise che si parlava di un'operazione di "qualche milione di euro", senza fornire però spiegazioni convincenti. Onofri invece spiegò di "avere fornito alcuni suggerimenti su investimenti" della portata non meglio precisata. In questo quadro ancora fumoso, potrebbe prendere forma l'ipotesi di un giro di riciclaggio di denaro sporco in cui Onofri potrebbe essere rimasto coinvolto in qualità di direttore del locale ufficio postale. E che Tommaso sia stato rapito per spingere Onofri ad aiutare la banda con maggiore solerzia nei suoi traffici. Perchè qualcosa sia andato storto e il bambino sia stato ucciso quasi subito resta però ancora difficile da capire.

Paolo Onofri:"Nessun rapporto economico con Alessi"
"Io non avevo nessun rapporto economico con Mario Alessi, se non per quello che gli ho pagato per il lavoro che ha fatto" nella ristrutturazione della casa di Casalbaroncolo. Lo ha ribadito ai giornalisti Paolo Onofri, sottolineando che "da adesso non ho nessun rapporto con Alessi". Il papà di Tommy ha aggiunto: "La parola riciclaggio non mi riguarda".


Da: Birillino8 Inviato: 05/04/2006 21.03
Antonella Conserva si dice estranea al rapimento di Tommaso
05/04/2006 - Mario Alessi e Salvatore Raimondi, accusati di concorso nel sequestro e nell' omicidio di Tommaso Onofri, hanno confermato il reciproco scambio di accuse e responsabilità anche davanti al Gip per l' udienza di convalida. "Io ho visto uccidere il bambino da Raimondi", ha detto Alessi, come riferito dal suo difensore; "sapevo del sequestro, ma non che Tommaso sarebbe stato ucciso", ha spiegato invece Raimondi. La compagna di Alessi, Antonella Conserva, asserisce invece di essere sempre stata all'oscuro di tutto: "Ho vissuto con un mostro, ma non mi ha mai insospettito". La donna sostiene di aver prelevato il marito sulla strada, la sera del rapimento, perchè questi le aveva chiesto di andarlo a prendere al bar di Casaltone. La Conserva sostiene insomma di essere sempre stata con il figlio cardiopatico di sei anni, che era in macchina con lei quando andò a prendere Alessi. Intanto il ministro della giustizia Roberto Castelli ha dato mandato agli ispettori ministeriali di compiere accertamenti sul 'caso' di Alessi.

Il guardasigilli, in particolare, intende far luce sul perché l'uomo, nonostante fosse stato condannato in primo grado e in appello per lo stupro di una ragazza, fosse sottoposto solo ad un obbligo di dimora.
Intanto la notizia che si è diffusa ieri circa il ritrovamento di un armadio con grata che sarebbe stato predisposto dai rapitori per trattenere il piccolo Tommaso a Terenzo è stata smentita dalla Dda di Bologna.

Da: Birillino8 Inviato: 05/04/2006 21.14
Quei due milioni di riscatto che nessuno poteva pagare - di Guido Mattioni -


Guido Mattioni

È l'orrore, fino a ora, il solo dato certo di questa vicenda. Perché sul sequestro del piccolo Tommaso Onofri e sulla sua fine rimangono ancora tanti, troppi, punti oscuri. O quanto meno particolari che a rigor di logica - se mai la logica sarà mai in grado di spiegare un fatto così raccapricciante - non tornano. O tornano soltanto in parte.
Il movente. Quello indicato da Mario Alessi (il muratore finito in carcere insieme con la convivente Antonella Conserva e il complice Salvatore Raimondi) sarebbe stato la richiesta di una cifra molto forte - «Due milioni di euro» - che Paolo Onofri, il papà di Tommy, avrebbe dovuto prelevare dalle casse dell'ufficio postale di cui è direttore. Idea balzana, spiegabile con la sprovvedutezza dei protagonisti, definiti proprio ieri dal pm Silverio Piro «sequestratori di infimo livello». Una simile cifra ci potrebbe anche essere, nelle casse di una filiale come quella di via Mirabello a Parma, ma solo in certi giorni e unicamente a conoscenza dei dirigenti. Ed esistono poi «barriere» di sicurezza che possono impedire anche al direttore di aprire da solo le casse. Soprattutto fuori orario.
Comunque, in caso di sequestro lampo, finalizzato al recupero di una forte somma in tempi brevissimi, ai parenti dell'ostaggio viene di norma impedito di dare l'allarme. Mentre in casa Onofri i rapitori hanno lasciato a disposizione i telefoni cellulari. Perché?
Un altro movente potrebbe essere stato la scatola piena di banconote che il capomastro Pasquale Barbera (accusato ieri soltanto di favoreggiamento) avrebbe detto di aver visto un giorno nelle mani di Onofri.



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E di cui avrebbe poi parlato con i suoi manovali. E agli occhi di gente come Alessi e Raimondi, perennemente alla ricerca di denaro, il papà di Tommy potrebbe essere così diventato (oltre che per la posizione professionale e per un tenore di vita molto superiore al loro) un ghiotto bersaglio.
Strani messaggi. Restano ancora prive di esauriente interpretazione alcune frasi criptiche pronunciate da Onofri. Come quella in cui, rivolgendosi ai rapitori ingiunse loro: «Ridatemi mio figlio, prima che venga a riprendermelo io». O quella ripetuta più volte, in cui riferendosi agli esecutori materiali li ha definiti come individui «plagiati dal vero mandante», lasciando quasi intendere l'esistenza di due livelli criminali.
Come, dove, quando è morto Tommy? Per mano di chi? Ieri l'autopsia ha confermato che le condizioni del corpo sono compatibili con la sepoltura di una trentina di giorni nel luogo dove è stato ritrovato. Ma serviranno ulteriori approfondimenti per stabilire giorno e ora esatti del decesso, elementi chiave per confermare o meno l'ipotesi che il bimbo abbia perso la vita immediatamente dopo il sequestro (come dichiarato pur se in modo contrastante da Alessi e Raimondi), oppure altrove e in un momento anche di poco successivo. Da questo potrà dipendere inoltre l'accertamento di come è morto il piccolo (accidentalmente o ucciso deliberatamente), per mano di chi e con quale mezzo. Se, per esempio, il badile di cui ha parlato Alessi accusando il complice di omicidio. Oppure altro: le mani di Alessi,

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controaccusa Raimondi. Ma viene da chiedersi: chi va a rapire un bambino in scooter portandosi dietro un badile, per quanto piccolo?
La prigione e gli altri complici. Nella conferenza stampa di ieri gli inquirenti hanno detto di aver trovato le piantine relative sia a dove tenere l'ostaggio sia a dove avrebbe dovuto essere incassato il riscatto. Particolare, questo, che a prima vista sembra però cozzare contro quella definizione di «sequestratori di infimo livello» di cui sopra. Gente così non arriva alla sofisticazione di disegnare piantine. Gente così si perde infatti nel buio in motorino, come infatti è successo. Esiste allora quel secondo livello, quel mandante a cui sembra accennare Onofri?
I luoghi delle due piantine restano comunque ancora sconosciuti, così come l'identità dell'eventuale carceriere, o carceriera. Che a rigor di logica avrebbe potuto essere Antonella Conserva, la compagna di Alessi. La quale tuttavia, oltre all'ostaggio, un bimbo di 18 mesi come Tommy, perdipiù affetto da epilessia e bisognoso di medicine specifiche due volte al giorno, avrebbe però dovuto seguire anche il proprio bambino di 7 anni, cardiopatico fin dalla nascita. Un duplice impegno che sulla carta sembrerebbe difficile da adempiere a patto che le indagini non portino all'individuazione di altri complici, fino a oggi sconosciuti.
Le intercettazioni e l'impronta. La Mobile di Parma aveva fatto irruzione per la prima volta nella casa di Alessi il 5 marzo scorso, ovvero tre giorni dopo il rapimento, a seguito di intercettazioni telefoniche compromettenti tra lui e Raimondi.


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Ma gli uomini della polizia non sapevano, all'epoca, che sul nastro adesivo usato per immobilizzare gli Onofri era stata trovata dai carabinieri una netta impronta digitale del Raimondi stesso. Lo avrebbero saputo soltanto pochi giorni fa. Un ulteriore episodio di scarsa comunicazione tra le diverse forze dell'ordine che ha probabilmente ritardato di molto il blitz dello scorso weekend. Un pasticcio - o un bisticcio - proprio come quella scritta minacciosa davanti a casa Onofri e cancellata dalla Polizia prima dell'arrivo dei Ris

Da: Birillino8 Inviato: 09/04/2006 14.24
9/4/2006
Tommy, papà: "Grazie a tutti"
"Sembrava sogno, ma forse è incubo"

Paolo Onofri, il padre del piccolo Tommaso, ha voluto ringraziare le 50mila persone che hanno partecipato ai funerali di Parma. "Dico loro grazie e spero che accolgano il nostro pensiero, cioé che il sacrificio di Tommy non sia stato inutile. Perché la vita umana è sacra", ha detto. Poi ha aggiunto: "Ho provato profonda emozione e angoscia. Sembrava un grande sogno, ma forse è il più grande incubo".


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"Al termine delle esequie io e mia moglie ci siamo sentiti male e sono dovuto risalire in macchina", così Onofri ha ricordato la lunga giornata di sabato, chiusa con la sepoltura a Tizzano, del piccolo Tommaso. "C'era un sacco di gente anche a Casalbaroncolo - ha continuato l'uomoi - e anche a Tizzano (sull'Appenino, a circa 40 chilometri da Parma, ndr) tutta la montagna è scesa".

Intanto, una distesa di fiori bianchi, soprattutto rose, margherite e lilium, sono ancora appoggiati nel giardino della casa di Martorano, l'abitazione degli zii del piccolo Tommy dove dai giorni successivi al rapimento sono andati a vivere i genitori e il fratellino maggiore del bambino rapito e ucciso a Parma. Molte corone e composizioni di fiori sono state portate in mattinata da Cesare Fontanesi, zio di Tommaso, nella vicina chiesa di San Prospero, mentre molte altre sono rimaste appoggiate alle mura della casa.

Alcune persone sono passate a Martorano per chiedere la foto di Tommy, quella distribuita ieri durante i funerali, che lo rappresenta in primo piano con un pigiamino azzurro e con le piccole fotografie di Papa Giovanni Paolo II e Padre Pio. Dietro la foto, c'era anche il messaggio scritto dai genitori, sotto forma di una lettera composta dal bambino.












 
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