NIOBE-NAIADI-NIKE

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view post Posted on 21/12/2008, 18:42

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NIOBE

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L'uccisione dei Niobi in un bassorilievo su un sarcofago del II sec. presso i Musei Vaticani.



Sul monte Sipilo, in Asia Minore veniva mostrata una roccia da cui scorreva una sorgente; la roccia era stata un tempo Niobe, l'infelice madre alla quale erano stati uccisi tutti i figli: l'acqua della sorgente era generata dalle lagrime che continuarono a sgorgare in eterno dai suoi occhi, anche dopo che gli dei impietositi per la sua sorte, l'avevano pietrificata.

Niobe era figlia di Tantalo e aveva sposato Anfione, al quale aveva dato sette figli maschi e sette femmine. Felice e fiera dei suoi figli, un giorno Niobe affermò di essere superiore a Latona, la quale non aveva che un figlio e una figlia. La dea la udì, si sentì offesa e chiese ai propri figli, Apollo e Artemide, di vendicarla. Ed essi eseguirono la vendetta uccidendo a colpi di frecce, Apollo i ragazzi, e Artemide le ragazze.

Nella versione della leggenda come è raccontata nell'Iliade, i figli di Niobe rimasero senza sepoltura per dieci giorni; l'undicesimo gli dei li seppellirono personalmente, e tramutarono in roccia Niobe, che, impazzita dal dolore, si era rifugiata dal padre a Sipilo.
 
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view post Posted on 22/12/2008, 21:45

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NAIADI

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Gruppo marmoreo di Ninfa con Ittiocentauro sulla cresta dell'onda. II. sec. a.C.
Musei Vaticani



Le Naiadi sono le ninfe dell'acqua nelle sue diverse forme, e personificano la fonte o il fiume che abitano, a volte singolarmente, a volte in gruppo come sorelle. Godono di grande longevità ma sono mortali.

Nelle leggende e nelle genealogie dei mitografi la loro origine è variabile: secondo Omero sono figlie di Zeus, per altri discendono dal dio Oceano, oppure sono le figlie del dio del fiume nel quale abitano.

Ogni fonte ha una Naiade, protagonista della sua personale leggenda, come nel caso della ninfa Aretusa, protetta da Artemide e, come lei, sdegnosa dell'amore, la cui sorgente sbocca vicino Siracusa.

Le Naiadi avevano la fama di essere guaritrici e gli infermi bevevano l'acqua delle loro fonti o vi si bagnavano. A volte, invece, il bagno era considerato sacrilego ed era punito con una vendetta, per lo più espressa in forma di malattia misteriosa
 
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