ATALANTA
Atalanta e Meleagro in un piatto di argento del VII secolo, conservato all' Hermitage di San Pietroburgo.
Atalanta è un'eroina ricollegata ora al ciclo arcade, ora alle leggende beote. Cresciuta sul monte Partenione, dove il padre l'aveva esposta alla nascita perché non voleva che figli maschi, si dedicò alla caccia nei boschi e riportò premi nella corsa e persino nella lotta, con Peleo per avversario.
Non voleva sposarsi sia per fedeltà ad Artemide, sia perché un oracolo le aveva rivelato che se si fosse sposata sarebbe stata trasformata in un animale. Così annunciò che avrebbe sposato solo l'uomo capace di vincerla nella corsa; se fosse stata lei a vincere, avrebbe ucciso il pretendente. Molti giovani avevano trovato così la morte, perché Atalanta, dato all'inizio un lieve vantaggio al suo concorrente, lo raggiungeva facilmente prima della meta, armata di una lancia con cui lo trafiggeva.
Finché si presentò un nuovo pretendente, chiamato ora Ippomene, ora Melanione, che riuscì a vincerla gettando davanti a lei, nel momento in cui stava per essere raggiunto, alcuni pomi d'oro, che spinsero la fanciulla a fermarsi per raccoglierli, e perciò il giovane ottenne il premio pattuito. Più tardi, nel corso di una caccia i due sposi entrarono in un santuario di Zeus e qui si saziarono d'amore, per cui il dio, indignato per questo sacrilegio, li mutò entrambi in leoni
Atalanta ebbe un figlio, Partenopeo, il quale partecipò alla prima spedizione contro Tebe. Si mostrava anche, nella regione di Epidauro, una fonte di Atalanta, generata da un colpo di lancia della cacciatrice assetata, che avrebbe fatto zampillare dalla roccia una sorgente.