ERCOLE Ottava Fatica: le cavalle di Diomede-ERCOLE Nona Fatica: la cintura di Ippolita

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view post Posted on 26/12/2008, 20:25

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Ottava Fatica: le cavalle di Diomede



L'ottava Fatica di Eracle fu quella di catturare le quattro cavalle selvagge del tracio re Diomede, che governava sui bellicosi Bistoni. Le sue stalle, poste nella città di Tirida, erano il terrore di tuta la Tracia. Diomede infatti teneva le sue cavalle legate con catene di ferro a mangiatoie di bronzo, e le nutriva con la carne dei suoi ospiti ignari. Un'altra leggenda vuole che si trattasse di stalloni ed i loro nomi erano Podargo, Lampone, Xanto e Dino. Con un piccolo gruppo di volontari, Eracle arrivò in Tracia, e giunto Tirida soproffece gli stallieri di Diomede e condusse le cavalle sulla riva del mare, dove le lasciò in custodia a Abdero. Dopo questo, tornò indietro ad affrontare i Bistoni. Quest'ultimi erano numerosi, ma Eracle riuscì a sconfiggerli con l'astuzia, infatti tagliò un canale e l'acqua del mare invase la bassa pianura. Sconfitti i Bistoni, Eracle stordì Diomede con un colpo di clava, e nè trascinò il corpo lunghe le rive del lago artificiale e lo gettò in pasto alle cavalle, che lo divorarono ancora vivo. Così dopo aver placato la fame delle bestie, Eracle potè domarle facilmente.
 
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view post Posted on 26/12/2008, 21:44

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Nona Fatica: la cintura di Ippolita



Come nona Fatica Euristeo impose a Eracle di portare ad Admeta, sua figlia, l'aurea cintura di Are usata da Ippolita, regina della Amazzoni. Le Amazzoni erano figlie di Are e della Naiade Armonia, nate nelle segrete valli della frigia Acmonia, altri dicono invece, che loro madre fu Afrodite. Dapprima vissero lungo le rive del fiume Amazzonia, chiamato ora Tanai, dal nome del figlio dell'Amazzone Lisippa che offese Afrodite col suo disprezzo per il matrimonio e il suo amore per la guerra. Vendicandosi, Afrodite fece si che Tanai si innamorasse di sua madre. Piuttosto che cedere a quell'incestuosa passione, Tanai si gettò nel fiume e annegò. Le Amazzoni soltanto la discendenza madrilineare, e Lisippa stabilì che agli uomini toccasse sbrigare le faccende domestiche, mentre le donne combattevano e governavano. Venivano perciò fratturate le braccia e le gambe dei bambini perchè non fossero in grado di viaggiare o battersi in guerra. Queste donne non rispettavano nè la giustizia ne il pudore, ma erano guerriere stupende e per prime usarono la cavalleria. Avevano archi di bronzo e piccoli scudi a forma di mezzaluna, i loro elmi, le loro vesti e le loro cinture erano fatti con le pelli di animali feroci. Lisippa prima di morire in battaglia, fondò la grande città di Temiscira e sconfisse la tribù nemiche fino al fiume Tanai. Con il bottino delle sue vittorie innalzò templi ad Are e ad Artemide Tauropolo. Le sue discendenti estesero a occidente l'impero delle Amazzoni, fino alla Tracia, e più a sud fino alla Frigia. Al tempo che Eracle visitò le Amazzoni, esse erano tornate tutte sulle rive del fiume Termodonte e le loro città erano governate da Ippolita, Antiope e Melanippa. Arrivato alla foce del fiume, Eracle gettò l'ancora nel porto di Temiscira, dove Ippolita gli fece visita e, attratta dal suo corpo muscoloso, gli offrì la cintura di Are come pegno d'amore. Nel frattempo Era, travestita da Amazzone, girava per la città spargendo la voce che gli stranieri avevano intenzione di rapire Ippolita. Indignate, le guerriere balzarono a cavallo e si lanciarono all'assalto della nave. Eracle, sospettando un tradimento, uccise Ippolita le tolse la cintura, si impadronì della sua ascia e di altre armi e si preparò a difendersi. Uccise le Amazzoni che guidavano le attaccanti e fece ritirare le rimanenti. Riscosso il bottino, Eracle, salpò verso Micene dove consegnò la cintura ad Euristeo, che la dono ad Admeta. Per quanto riguarda il resto del bottino carpito alle Amazzoni, Eracle offrì le loro ricche vesti al tempio di Apollo a Delfi, e l'ascia di Ippolita alla regina Onfale.
 
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