Odissea

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view post Posted on 26/12/2008, 20:36

ottimo

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Odissea




Il poema prende il nome dall'eroe greco Odisseo, del quale racconta il ritorno in patria dopo la fine della guerra contro Troia e quindi la vendetta contro i pretendenti che si erano installati nel frattempo nella sua reggia. L'avventuroso viaggio di ritorno degli eroi greci dalla guerra di Troia costituì un motivo per varie leggende, ma solo quello di Odisseo è rimasto famoso e oggetto di una tradizione letteraria, proprio perchè narrato in forma ampia e unitaria nell'Odissea. La struttura del poema è molto più complessa di quella dell' Iliade, perchè, pur ruotando intorno alla figura di Odisseo, è formata da tre filoni narrativi (la situazione ad Itaca, il viaggio di Telemaco, il viaggio di Odisseo) che procedono contemporaneamente e convergono fino a unificarsi; uno di essi inoltre presenta una lunga digressione retrosspettiva, mediante la quale l'eroe narra ai Feaci le avventure da lui vissute precedentemente. Il poema, composto come l'Iliade in 24 libri, può essere diviso in tre parti: i primi 4 libri costituiscono la Telemachia, cioè il viaggio di Telemaco, figlio di Odisseo, in cerca di notizie del padre; i libri dal V al XII narrano di Odisseo presso i Feaci, ai quali egli racconta le peripezie accadutegli fino ad allora; infine nei libri dal XIII al XXIV è narrato il ritorno dell'eroe dalla patria Itaca e della vendetta contro i pretendenti. Il racconto ha inizio dopo 10 anni dalla fine della guerra di Troia, e copre un arco di 40 giorni. Dopo tanto tempo che tutti i Greci sono tornato in patria, solo di Odisseo non si hanno notizie e quindi viene da tutti creduto morto, eccetto che dalla moglie Penelope e dal figlio Telemaco, i quali lo aspettano ancora; nella reggia ad Itaca spadroneggiano i pretendenti, e premono affinché Penelope si decida a sposare uno di loro. La dea Atena da sempre protettrice di Odisseo, incoraggia Telemaco a recarsi a Pilo e a Sparta per chiedere notizie del padre a Nestore e a Menelao, anch'essi reduci da Troia. Si apprende in tal modo che Odisseo è vivo, ma trattenuto dalla ninfa Calipso, nell' isola di Ogigia. Atena ottiene da Zeus che Calipso venga convinta a lascire libero Odisseo, il quale riesce così a partire su una zattera fabbricata da lui stesso. Dopo 17 giorni di navigazione si imbatte in una violenta tempesta che lo fa naufragare nella terra dei Feaci. Sulla spiaggia viene raccolto da Nausicaa, la giovane figlia del re Alcinoo. Viene quindi ospitato amichevolmente dal re, a cui racconta tutte le sue avventure. Dopo la distruzione di Troia egli era partito con i suoi compagni e le sue navi; aveva toccato le terre dei Ciconi e dei Lotofagi; poi era approdato nella terra dei Ciclopi, dove aveva avuto una terribile avventura con Polifemo, cui aveva accecato l'unico occhio; riuscito a sfuggire, era giunto all'isola del dio dei venti Eolo, che gli aveva donato un'otre in cui erano imprigionati i venti; ma, giunti in vista di Itaca, i compagni di Odisseo avevano aperto l'otre generando una tremenda tempesta che li aveva spinti indietro. Quindi nella sua navigazione era capitato nella terra dei Lestrigoni, uomini cannibali, che gli avevano distrutto 11 delle 12 navi; era poi arrivato presso la maga Circe che lo aveva trattenuto per un anno; prima della partenza Circe gli aveva imposto di scendere nel regno dei morti, allo scopo di conoscere il suo futuro dall' indovino Tiresia; là aveva incontrato anche le anime degli antichi compagni Agamennone, Achille e Aiace, morti nel frattempo. Infine, ripartito era approdato nell'isola del Sole, dove i suoi compagni per la fame avevano divorato alcuni buoi sacri al Sole, del quale avevano così scatenato l'ira e la volontà di vendetta. Dopo che erano salpati Zeus aveva sollevato una grande tempesta da cui solo Odisseo si era salvato: così rimasto senza compagni e senza nave, la corrente lo aveva spinto nell'isola della ninfa Calipso, che lo aveva trattenuto per molti anni. Il lungo racconto di Odisseo commuove l'animo dei Feaci e di Alcinoo, il quale dispone di fare accompagnare con una sua nave l'eroe ad Itaca. Giunto in incogniti nella sua terra da cui mancava da 20 anni, Odisseo si reca presso il fedele pastore Eumeo, da cui apprende la situazione nel regno e nel palazzo. Nella capanna di Eumeo incontra il figlio Telemaco di ritorno dal suo viaggio alla ricerca del padre; si fa riconoscere da lui e insime tramano la vendetta contro i pretendenti. Quindi Odisseo, travestito da mendicante, si reca alla reggia, dove osserva quanto vi succede senza intervenire, lasciandosi anche insultare dai pretendenti. Incontra Penelope, che lo interroga sulla guerra di Troia, ma non si fa riconoscere da lei. Viene riconosciuto, invece, grazie ad una antica cicatrice, dalla nutrice Euriclea, che però mantiene il segreto. Intanto i pretendenti, premono su Penelope perchè scelga tra loro un nuovo marito; essa propone loro una gara, il cui vincitore sarà suo sposo. Dovranno tirare una freccia con l'arco di Odisseo, e dovranno far passare la freccia attraverso gli anelli di 12 scuri piantati per terra. Si tratta di una prova di abilità che solo il marito sapeva compiere. I pretendenti iniziarono la gara, ma ognuno fallisce; Odisseo chiede di poter lanciare la freccia anche lui: quindi tende l'arma e la freccia trapassa gli anelli delle scuri. Subito dopo, con l'aiuto di Telemaco e di Atena, comincia a fare strage dei pretendentie dei servi infedeli. Penelope, assente dalla sala, viene avvisata che il marito è tornato, ma crede a un inganno divino; solo la rivelazione da parte di Odisseo del letto matrimoniale, segreto noto solo ai due coniugi, riesce a convincere Penelope. Il poema si conclude con la ripresa di possesso della reggia da parte di Odisseo e con la sua riappacificazione con le famiglie dei pretendenti.
 
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