Levrieri

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view post Posted on 28/12/2008, 22:15

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Il Deerhound scozzese

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Origini

Fra il più aristocratico delle razze, il Deerhound scozzese è stato utilizzato dalla nobiltà per la sua prodezza nel cacciare i cervi almeno dal sedicesimo secolo. E’ un po’ difficile conoscere la sua esatta storia prima di tale data, ma è probabilmente una razza molto antica, derivante dalle radici ancestrali del Greyhound. Così come per il Greyhound, anche il Deerhound non poteva essere posseduto da persone che non possedessero almeno il titolo nobiliare di conte, questo durante l'età della cavalleria. Poiché il numero dei cervi ebbe un declino in Inghilterra, la maggioranza dei Deerhounds vennero concentrati là dove i cervi erano rimasti numerosi, cioè sugli altopiani scozzesi dove erano richiesti dai capi dei Clan. Questa “palizzata” di divisione, provocò il declino della razza a metà del 1700, seguito dal crollo del sistema dei clan di Culloden. Avvenne poi un ulteriore declino con l'avvento dei fucili nel 1800, poiché i Deerhounds ne furono soppiantati. Dalla metà del 1800, tuttavia, uno sforzo fu fatto per ristabilire la razza che si dimostrò riuscito, ed anche se i Deerhounds non erano numerosi, la qualità dei cani era alta. Il primo Club del Deerhound fu formato in Inghilterra nel 1860, e intorno a quell’anno, il primo Deerhound fu esibito in una esposizione canina. La prima guerra mondiale decimò ancora il numero dei Deerhounds perché la maggior parte dei cani erano di proprietà di un numero limitato di latifondisti, la maggior parte di questi non sopravvisse all’impatto della guerra. Da allora, il Deerhound è rimasto basso nel numero ma alto nella qualità: un classico in tutti i sensi.

Il Temperamento

Il Deerhound scozzese è allegro, gioviale, indolente, gentile, amichevole, grazioso e beneducato. Può essere un’ottima aggiunta per la famiglia. All'aperto, ama correre ed inseguire qualsiasi cosa che si muova. All'interno, ha bisogno di un po’ di spazio per distendersi su una superficie morbida.

Il Deerhound è indipendente ma molto affettuoso; è un Levriero estremamente sensibile. È un cane amabile, ma spesso riservato con gli sconosciuti. Questa razza va d’accordo con i bambini, con gli altri cani e solitamente anche con altri animali domestici, anche se può inseguire gli animali a lui sconosciuti.

Il Deerhound è obbediente e facile da gestire. E’ un cane docile e di buon temperamento, mai sospettoso, aggressivo o nervoso. Un Levriero di grande dignità.
 
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view post Posted on 28/12/2008, 23:17

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I Borzoi



Il levriero russo o borzoi è un cane che si distingue per la sua aristocratica eleganza. Probabilmente è il frutto della selezione fra alcuni cani da pastore autoctoni della Russia (da cui ha ereditato il pelo lungo, setoso e ondulato) e gli antichi levrieri asiatici (agili e veloci). I russi hanno così ottenuto il borzoi, termine che significa veloce. Al passo ed in corsa il borzoi si presenta appunto con un'andatura agile ed elastica che evidenzia le sue forme ed il movimento armonioso. Impiegato anticamente nella caccia al lupo, viene preferito nei colori chiari poiché si ritiene che questa caratteristica del mantello sia funzionale alla mimetizzazione nel bosco, rendendolo meno visibile. Alto circa 80 centimetri, ha gli occhi scuri a forma di mandorla inseriti in una testa allungata e stretta.

PAESE D’ORIGINE: Russia

Breve panorama storico. La Russkaya Psovaya Borzaya è una parte integrale della cultura nazionale e la storia russa da nove secoli. Il Chronicle francese del XI secolo dimostra che tre Borzoi accompagnarono la figlia del Granduca di Kiev, Anna Jaroslavna, quando arrivò in Francia per diventare la moglie di Henri I. Tra i proprietari e gli allevatori c’erano molte persone famose, compreso degli Zar e dei poeti: Ivan il Terribile, Pietro il Grande, Nicola II, Pushkia, Turgenev. La creazione del famoso canile “Pershinskaya ohhota” degli illustri allevatori il Granduca Nicolai Nicolaievitch e Dimitri Valtgev ebbe grande importanza. Dalla fine del XIX secolo, il Borzoi è presente nei più grandi ed importanti allevamenti dell’Europa e dell’America.

Aspetto generale. Cane di aspetto aristocratico, di taglia grande, di costituzione magra e allo stesso tempo robusta, di costruzione leggermente allungata. Le femmine sono generalmente più lunghe dei maschi. I muscoli sono magri, ben sviluppati, specialmente nelle cosce ma non si vedono in rilievo.
L’armonia della forma e del movimento è di primaria importanza.

COMPORTAMENTO/TEMPERAMENTO: Nella sua vita di ogni giorno il Borzoi ha un carattere quieto ed equilibrato. Alla vista della selvaggina si eccita improvvisamente. Ha una vista acuta, capace di vedere molto lontano. La sua reazione è impetuosa.
TESTA: Magra, lunga, stretta, aristocratica. Visto di profilo, le linee del cranio e muso formano una lunga linea leggermente convessa, la linea della cresta sagittale è diritta e leggermente obliqua verso la protuberanza occipitale ben segnata. La testa è così elegante e asciutta che le vene principali si vedono attraverso la pelle.
 
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view post Posted on 1/1/2009, 18:11

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Irish Wolfhound
il gigante gentile d'Irlanda


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Declino e rinascita
La lunga storia di questi levrieri colossali e' stata molte volte vicino al suo epilogo: mantenere in vita cani che necessitano di un grande quantitativo di proteine nobili non e' cosa sempre e dovunque vantaggiosa.
L'antico e leggendario levriero dei Celti veniva utilizzato nella caccia ai grandi ungulati, e il mito ne tramanda le gesta quale implacabile cacciatore di lupi. Quando intorno al 1600 il lupo si estinse sull'isola britannica, i cani utilizzati per la sua caccia cessarono di essere indispensabili e si passo' a produrne di meno impegnativi, abbandonando l'allevamento di un cane che fu sempre un'autentica rarita' e che per questo rapidamente si avvicino', o forse raggiunse, la sua stessa estinzione.
Il salvataggio del gigante d'Irlanda, e la sua storia moderna, risalgono alla fine del 1800, e fu operato da gentiluomini ricchi di passione e di risorse. Le tracce del gigantesco levriero abbondavano nelle saghe e negli antichi testi, illustrazioni e ritratti dal 1500 al 1700 mostravano cani di tipo graioide dei piu' svariati modelli, con mantelli pezzati o unicolori, a pelo liscio o a pelo duro, spesso descritti come ultimo esemplare vivente di levriero irlandese. Per ricostruire la razza, gli allevatori si avvalsero dei pochi soggetti ancora reperibili nelle campagne: un gruppo piuttosto eterogeneo di grandi levrieri a pelo duro che secondo alcuni studiosi furono utilizzati per strappare all'estinzione sia i Wolfhound che i Deerhound. Per incrementare la taglia e la potenza richiesta al possente Wolfhound, fu immesso anche il sangue di Alani, di Borzoi, e di un cane descritto come Grande Cane del Tibet al quale si imputa ancora oggi il riapparire sporadico di un mantello soffice e denso assai indesiderato.
Uno dei piu' noti, se non il piu' noto, tra gli allevatori di questa fasa pioneristica fu il Capitano Graham (1833-1909), un gentiluomo gallese che viene spesso indicato come il salvatore della razza, e che fu senz'altro uno dei piu' autorevoli studiosi della storia e del mito dell'Irish Wolfhound. La vicenda personale del cap. Graham coincise con la istituzione del Kennel Club Inglese e con la svolta che questo comporto' per quasi tutte le razze canine allevate in Gran Bretagna. Il cap. Graham stilo' il primo standard, insieme al colonnello Garnier. Quando nel 1884 il primo Wolfhound fu iscritto ufficialmente nel libro genealogico inglese, nella sezione Razze Straniere, si era ormai a pieno titolo entrati nell'era dell'allevamento in purezza cosi' come oggi lo intendiamo.

Un esordio controverso
Come per quasi tutte le razze allora conosciute anche nel caso dell'Irish Wolfhound il riconoscimento del Kennel Club Inglese e di quello Irlandese fu accompagnato da polemiche, tra sostenitori e detrattori della sua presunta purezza, ma uno studio accurato delle prime registrazioni mostra come non di rado i progenitori di levrieri iscritti come Irish Wolfhound vadano ricercati nel libro dei Deerhound e viceversa.
Per meglio definire le peculiarita' dei Levrieri Irlandesi, Graham pubblico' uno standard gia' sufficientemente preciso, al punto da rimanere sostanzialmente invariato per un centinaio di anni. Il levriero descritto da Graham nei primi anni del 1900 non e' affatto diverso da quello ancora oggi considerato un modello ideale.
L'Irish Wolfhound doveva allora, e deve ancora oggi essere sostanzialmente un grande levriero, piu' potente e massiccio di un Deerhound, ma meno di un Alano. Deve mostrare la sua appartenenza alla stirpe levriera nel disegno fluente delle sue linee dorsale e ventrale, nella testa lunga e mai pesante, dalle orecchie portate a rosa. Come ogni levriero che si rispetti deve essere in grado muoversi con scioltezza, di galoppare impegnando la schiena, di trottare in lunghe falcate radenti, senza la smisurata estensione di un trottatore, ma con la sicurezza e la elasticita' che derivano da una costruzione armonica e da muscoli lunghi e tonici.

Un carattere solare
Nonostante la sua mole e' un cane perfettamente in grado di vivere in citta', una volta che si sia disposti ad accettare gli inconvenienti che possedere un cane gigante comporta inevitabilmente, ma sia il Wolfhound che trascorre le sue giornate sul morbido tappeto di un appartamento che il suo cugino di campagna avranno bisogno di fare con regolarita' delle belle passeggiate.
Il suo carattere socievole e tollerante e' veramente uno dei punti di forza di questo gigante gentile. Non ci mettera' molto a conoscere ed amare tutti i cani del circondario, specialmente quelli piccoli, con i quali sa stringere commoventi patti di solidarita', ma attenzione a non sottovalutarlo troppo: non e'tipo da cercare una rissa, ma nemmeno sopportera' di essere trattato senza il dovuto rispetto.
 
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I Saluki
Levrieri Persiani
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Figli del deserto. Anzi, figli di tanti deserti: Sloughi, Saluki, Afgani ed Azawakh, tutti probabili discendenti di comuni antenati, da millenni vivono a fianco di popolazioni asiatiche e africane eredi della preziosa arte della caccia a vista particolarmente importante in zone dove il vento e la scarsa umidita' rendono difficoltosa la caccia a fiuto. Levrieri orientali che, probabili figli di un antenato comune, hanno mantenuto tra essi numerosi elementi di somiglianza pur essendo diffusi su una vastissima area geografica, e soprattutto una notevole aderenza alla tipologia ancestrale che affonda le proprie radici in ceppi di cani allevati fin dalle origini in base a esigenze funzionali mirate a ottenere veloci e resistenti galoppatori adatti ai piu' vari terreni. E' assai probabile che dopo la prima domesticazione del lupo, presumibilmente avvenuta attraverso un fenomeno quanto mai complesso quale la neotenia spontanea, che, diminuendo la neofobia tipica del canide selvatico, ha permesso l'avvicinamento all'uomo, i levrieri siano stati una delle prime tipologie del canis familiaris ad aver subito pressioni selettive mirate alla funzionalita', che in breve tempo sono state in grado di creare un contesto morfologico particolarmente efficiente che, almeno nell' aspetto generale, si puo' ipotizzare piuttosto somigliante a quello attuale. Soggetti dolicomorfi di un tipo molto simile a quello del Saluki erano infatti gia' presenti in tempi molto antichi in varie zone del medio oriente, dove trovano addirittura rappresentazione all' interno della tomba del faraone Tutankhamon antica di migliaia di anni. E da allora gli sforzi selettivi sono stati in grado di ''mantenere'' pur progredendo in un continuo perfezionamento di questa pregevole macchina da predazione in velocita', che deve i suoi successivi progressi anche alla nota capacita' allevatoriale dei popoli arabi, che fin da tempi remoti tengono in considerazione, seppur per tradizione orale, sia le ascendenze che i concetti di allevamento in purezza. Cosi', il costante confronto con la funzione, che ha espresso forza nel creare e mantenere la tipologia del rustico galoppatore del deserto, ha parallelamente raffinato gli aspetti comportamentali di questi cani, caratterizzati da una scarsa aggressivita' intraspecifica (i levrieri sono animali che vivono bene in muta), e, parallelamente, da una consistente motivazionalita' nei confronti della predazione. In questa particolare ottica bisogna sottolineare come i cacciatori a vista siano animali molto ''primordiali'', che nell'inseguimento, nella cattura e nell'uccisione della preda ripropongono molti comportamenti degli antenati selvatici, comportamenti che hanno subito essenziali modificazioni nei cani da ferma che si caratterizzano, al contrario, per un particolare equilibrio tra forte motivazionalita' predatoria e alta soglia di reazione nei confronti della preda. E per la caccia nel deserto, non sempre sabbioso e pianeggiante come il Sahara delle cartoline, il Saluki ha anche evoluto la propria morfologia, sotto la spinta di una pressione selettiva mirata a ottenere animali capaci di inseguire piccole gazzelle, lepri e altri animali su terreni di vario genere, frequentemente piuttosto aspri. Cosi' nel tipo dolicomorfo galoppatore, gia' di per se caratterizzato da un'andatura con transazione del tronco con significativi spostamenti in senso verticale del baricentro, il Saluki rappresenta in un certo senso il compromesso con caratteristiche indirizzate oltre che alla velocita' anche alla resistenza: scapola di consistenti dimensioni, buone angolature e soprattutto contenuta convessita' della curvatura dorso lombare. Il Saluki, in sintesi, si potrebbe definire un'espressione vagamente ''rustica'' del tipo graioide, caratterizzandosi, nel confronto con altri levrieri, per alcuni tratti di legnosita', generalmente presenti anche all'interno di una variabilita' tipologica abbastanza significativa dovuta al crearsi di ceppi isolati diffusi su un ampio areale di distribuzione, variabilita', quest'ultima, piuttosto evidente ai tempi delle prime importazioni in Europa. Dalle sabbie del deserto alle brughiere dell'Inghilterra Tra i primi soggetti importati , a cavallo tra '800 e '900, si potevano notare significative differenze tra la costituzione piu' longilinea, che caratterizzava i cani originari dell'Egitto di Florence Amherst, e la tipologia piu' pesante del mitico capostipite Sarona Kelb proveniente dalla Siria. Quest'ultimo, allevato nella zona di origine da Lance, ufficiale dell'esercito inglese, era figlio di due soggetti di allevamento locale, entrambi caratterizzati, rispetto ai soggetti ''desertici'' della Amherst, da pelo piu' folto, maggiore profondita' toracica e piu' pesante costruzione della testa. Sarona Kelb, che in Inghilterra ha prodotto ben dieci figli campioni, ha profondamente influenzato non solo l'allevamento britannico ma anche linee di sangue presenti in varie altre nazioni, all'interno delle quali, tuttavia, l'assenza di una vera selezione funzionale e un'eccessiva ricerca di eleganza hanno talvolta prodotto soggetti quasi all'antitesi di quelli originari. Non di rado, infatti, un gusto eccessivamente estetizzante ha ''smorzato'' certe spigolosita' tipiche del Saluki, alla ricerca di un'armonia di profili non del tutto naturale per questo instancabile corridore del deserto. Attualmente soggetti di razza Saluki sono presenti e vengono allevati in numerosi Paesi, all'interno dei quali pur non esistendo vere tipologie nazionali, come talvolta avviene in altre razze, si possono notare alcune differenze, talvolta dettate da scelte di singoli allevatori, altre volte dovute alla fissazione di particolari caratteristiche dovuta a strette consanguineita'. Nelle zone di origine i Saluki sono tuttora allevati e spesso vengono utilizzati, specialmente in Arabia Saudita, per la caccia, talvolta insieme a un falco, come peraltro gia' ricordava Lady Florence Amherst, vera antesignana degli estimatori della razza. In Europa, ovviamente, questo romantico mondo di caccie nel deserto non esiste e i nostri levrieri possono esprimere le loro capacita' sportive solo nelle corse amatoriali e nel coursing, dove hanno modo di dimostrare, rispetto a Greyhounds e altri levrieri, indubbie doti di resistenza su lunghe distanze, dovute non solo alla loro costituzione fisica, ma anche a peculiarita' caratteriali molto particolari. Indipendenti nel carattere, rustici nellÕaffetto ancora oggi i Saluki, come peraltro altri levrieri orientali, mantengono intatte molte delle caratteristiche caratteriali degli antichi cani da caccia a vista, in particolar modo una forte socialita' di branco, una certa diffidenza nei confronti degli estranei e soprattutto un rapporto nei confronti degli esseri umani fondato su meccanismi di attaccamento scarsamente infantilizzati. Nel loro rapporto col padrone i Saluki concedono infatti poco spazio alle interazioni di tipo ludico e soprattutto a quegli atteggiamenti di sottomissione perennemente infantile tipica di altre razze e sicuramente non graditi ai loro originari allevatori di religione mussulmana per i quali, occorre ricordare, il cane rimane comunque un animale impuro. E questa primitiva ''adulticita' '' e' particolarmente evidente in molti comportamenti cosiddetti biologici, per cui ben di rado si possono osservare nei Saluki calo della pulsione sessuale, insufficenti motivazioni verso le cure parentali e comportamenti nevrotici nei confronti della prole, frequentemente riscontrabili in altre razze rimaste rustiche solo nel'apparenza. Io stessa ho avuto modo di osservare, nella mia esperienza allevatoriale, il rigurgito del cibo ai cuccioli da parte del padre, comportamento pieno di affascinante primordialita'. In sintesi il Saluki per non pochi aspetti si potrebbe definire un lupo modificato nella struttura: molto lontano dagli antenati originari per quanto riguarda la costituzione morfologica e, allo stesso tempo, volto vicino per quanto concerne gli aspetti caratteriali. E tutto cio' se da un lato contribuisce a incrementare il fascino di questi splendidi cani non sempre rende facile la relazionalita' con essi, in un mondo dove frequentemente ai cani vengono richiesti atteggiamenti di ''compagnia'' sostitutivi di una relazionalita' umana che nella nostra societa' alcune volte e' venuta a mancare.

 
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Piccolo Levriero Italiano

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Origine: Italia.
Classificazione F.C.I.: Gruppo 10 - levrieri.

Le origini del Piccolo Levriero Italiano sono molto lontane nei secoli. Discende dai levrieri dell'antico Egitto, che vivevano nelle corti faraoniche. E' giunto nella nostra penisola nel quinto secolo a.C. dopo aver attraversato la Laconia in Grecia, dove compare raffigurato in innumerevoli vasi e terrecotte. In questo periodo veniva utilizzato per la caccia ai conigli e alle lepri, data la sua nota velocità nella corsa. E' stato il cane prediletto dei Patrizi romani e di molte case nobili. Nel Rinascimento era considerato il "cane di lusso" ed è anche per questo che la sua diffusione è alquanto limitata.

Aspetto generale: cane di piccola taglia, dolicomorfo, molto intelligente, affettuoso e di singolare vivacità d'andatura. Il suo tronco sta nel quadrato. Alcuni lo definiscono un modello di grazia e distinzione. Viene anche definito il cane "aerodinamico"..
Carattere: cane noto per la sua velocità e tempra. Su brevi distanze può raggiungere i 60 km/h di velocità. Visibilmente, a colpo d'occhio, sembra una razza molto fragile, a causa della sua leggera ossatura e costruzione; ma la sua fragilità è solo apparente perché non ha problemi né fisicamente parlando, né se si parla di carattere. Infatti si dimostra dignitoso e riflessivo nel comportamento. Ha un'innata volontà ad affezionarsi ad una persona in particolare, la quale non verrà mai più abbandonata dalle sue attenzioni. Si dimostra molto schivo con gli estranei e con gli altri animali. Una delle sue particolarità è il portare la coda spesso sotto le gambe, ma questo non deve essere considerato come un segno di sottomissione o di paura. La sua andatura è armonica ed elastica.
Particolarità: ci sono due razze molto simili, anche se sono di dimensioni maggiori: il "Greyhound" e lo "Sloughi".
 
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Levriero Polacco

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Origine: Polonia.
Classificazione F.C.I.: Gruppo 10 - levrieri.

Esiste una documentazione ufficiale del Levriero Polacco (Chart polski) a partire dal XIII secolo in avanti. Questo cane discende con molta probabilità, dai Levrieri asiatici del tipo “Saluki”. L’aspetto immutato nei quadri mostra che la razza è rimasta inalterata fino alla fine del XIX secolo. Questa razza è nata per la caccia alla lepre, alla volpe, alla capra e all’otarda, ma è stato impiegato anche contro il lupo. In Italia la caccia con i Levrieri è vietata, infatti questi cani vengono usati solo come cani da compagnia e per le esposizioni canine.

Aspetto generale: cane di grande taglia, che esprime potenza e forza. È una razza nettamente più forte e di forme meno fini rispetto agli altri Levrieri a pelo corto. Classificato morfologicamente come tipo Graioide. Non deve mai presentarsi né pesante né linfatico. Nell’aspetto ricorda i Levrieri asiatici, suoi antenati.
Carattere: molto sicuro di sé. È una razza molto determinata e talvolta testarda. È piuttosto riservato. Nell’inseguimento è sufficientemente astuto e resistente. In azione reagisce rapidamente. In famiglia è molto amichevole e dolcissimo. Anche in famiglia si rivela talvolta riservato. Docile anche con i bambini, dai quali sopporta qualunque sottomissione.

Altezza:
- maschi tra i 70 ed i 80 cm
- femmine tra i 68 ed i 75 cm.

Tronco: per essere un levriero è abbastanza pesante e potente. Con una eccellente muscolatura.
Testa e muso: tipica da levriero. Lunga e larga tra le orecchie.
Tartufo: di colore scuro.
Denti: completi nel numero e nello sviluppo. Mascelle sufficientemente robuste.
Collo: di giusta lunghezza, in proporzione al corpo. Ben inserito.
Orecchie: sono di grandezza media, molto strette, attaccate all’altezza degli occhi, nel complesso danno l’impressione di essere piuttosto carnose. Portamento ammesso: ripiegate all’indietro fino a toccare il collo; in posizione a forma di tetto; completamente dritte o anche rivolti in avanti quando l’animale è eccitato.
Occhi: sono di colore variabile secondo il manto del cane, ma sono da ricercare quelli scuri; piuttosto grandi e a forma di mandorla, sono molto espressivi (caratteristica fondamentale nella razza).
Arti: ben in appiombo rispetto al piano orizzontale. Diritti e solidi.
Spalla: con una giusta inclinazione.
Andatura: molto rapida al galoppo.
Muscolatura: di eccellente sviluppo in tutto il corpo.
Coda: lunga e grossa alla base.
Pelo: elastico al tocco, molto duro, ma non “fil di ferro” e neppure setoso.
Colori ammessi: tutti i colori sono ammessi.
Difetti più ricorrenti: prognatismo, enognatismo, monorchidismo, criptorchidismo, andatura scorretta, retrotreno difettoso, linea dorsale diritta, testa atipica, coda portata male o troppo corta, depigmentazione, misure fuori taglia, muscolatura insufficiente, cane troppo pesante, carattere troppo timido, angolature eccessiva, orecchie portate male.
 
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LEVRIERO AFGANO - AFGHAN HOUND

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Origine e storia

Il levriero Afghano è un cane molto antico, natale del Sinai ed accennato molte volte in papiri egiziani così come descritto nelle caverne dell'Afghanistan del Nord più di 4000 anni fa. La razza è stata mantenuta pura nei secoli e la relativa esportazione è stata sempre proibita. Quindi ha raggiunto soltanto Europa tramite contrabbando verso la fine dell’ottocento e sui quali fu stilato il primo standard di razza.


Caratteristiche fisiche

L’Afghano è un cane altero, dignitoso, forte e il suo lungo pelo setoso fa di lui il cane più elegante e nobile della razza cinofila, la sua nobiltà ostentata, con il portamento alto e fiero della testa ed il suo movimento elastico, flessuoso e soffice conferisce all’afghano stile e classe

Il Levriero Afghano è un cane aristocratico alto e snello. con testa raffinata, il Cranio Lungo, non troppo stretto, occipite prominente, con Leggero stop.

Regione facciale, il tartufo è di preferenza nero, ma se di color marrone ( fegato ) è ammesso nel mantello chiaro, i denti sono forti con perfetta articolazione, chiusura a forbice o a tenaglia.

Gli Occhi sono preferibilmente scuri, ma non è proibito il colore dorato di forma esotica triangolare e leggermente obliqui, il collo deve essere lungo, forte, dorso dritto, di media lunghezza, regione lombare dritta, larga e piuttosto corta. Groppa leggermente cadente fino all’attacco della coda, le anche sono prominenti e bene aperte, costole molto ben cinturate e petto ben disceso, coda non troppo corta, attaccata bassa e con anello all’estremità. Movimento unito ed elastico, estremamente elegante.

Arti anteriori devono essere in appiombo, posteriori potenti, con grande lunghezza fra l’anca e il garretto, e relativamente fra garretto e piede. I Colori sono tutti ammessi.

I maschi hanno un’altezza di circa 68,5 ai 74 cm al garrese, mentre le femmine misurano dai 68,5 ai 69,5 al garrese.

Carattere: L’Afghano non è mai aggressivo.

Speranza di vita: Circa 14 anni

Utilizzazione: Nel suo paese d’origine è un cane da pastore e cacciatore di lupi, sciacalli e leopardi; in Europa e America è un cane di lusso, da compagnia, amante della casa.

Note: Definito anche “ Levriero in pigiama “, e descritto come “Re dei cani". Maestoso, elegante, nobile e coraggioso.

Il suo mantello ha bisogno di costanti cure. Tollera bene sia il caldo che il freddo.

Caccia a vista ed è il più veloce sui percorsi impervi grazie al suo ampio piede che gli permette di scalare pareti rocciose tanto da sembrare una capra selvatica
 
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Azawakh

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Origine: Mali (patrocinio Francia)
Classificazione F.C.I.: Gruppo 10 - levrieri.

L'Azawakh è un levriero africano. È una razza di modello afro-asiatico che apparve in Europa verso l’anno 1970, provenienti dal bacino nigeriano medio in particolare dalla valle dell’Azawakh. Da centinaia di anni è l’inseparabile compagno dei nomadi subsahariani.

Aspetto generale e carattere

Aspetto generale: cane di media-grande taglia, particolarmente slanciato ed elegante. Da’ un’impressione generale di grande fierezza. Possiede un’ossatura ed una muscolatura che traspaiono sotto tessuti fini e asciutti. È un levriero longilineo la cui figura si inserisce in un rettangolo con il lato più lungo verticale. La lunghezza del corpo : l’altezza al garrese è 0,90. Poco pesante per la sua taglia

Carattere: possiede un carattere vivo, attivo, attento, distante. È piuttosto riservato con gli estranei e può persino essere feroce, se non abituato. Sa essere anche molto dolce ed affettuoso con le persone che riconosce come familiari e come amici. È una razza abbastanza resistente. Si adatta molto bene ad ogni genere di luogo.

Standard

Altezza:
- maschi da 64 a 74 cm al garrese
- femmine dai 60 ai 70 cm al garrese.
Peso:
- maschi circa 20-25 kg
- femmine circa 15-20 kg.

Tronco: linea dorsale dritta, orizzontale o leggermente rialzata verso le anche. Garrese ben evidente. Regione lombare corta, asciutta e sovente leggermente arcuata. Le anche nettamente prominenti e sempre collocate ad un’altezza uguale o superiore all’altezza al garrese. La groppa è obliqua senza essere avvallata. La pettorina non troppo larga. Il petto è ben sviluppato in lunghezza, alto senza tuttavia raggiungere il livello del gomito. Le costole sono lunghe, evidenti, leggermente e regolarmente cinturate fino allo sterno. La linea inferiore ha l’arco sternale accentuato.
Testa e muso: lunga, fine, asciutta e ben conformata, piuttosto stretta ma senza eccesso. Il cranio è quasi piatto, piuttosto allungato. Larghezza del cranio deve essere nettamente inferiore alla metà della lunghezza della testa. Le arcate sopraccigliari e il solco frontale sono poco marcati. Il musello è lungo, rettilineo, affilato. Le guance sono piatte.
Tartufo: di colore nero o bruno. Le narici sono ben aperte.
Denti: completi nel numero e nello sviluppo. Articolazione a forbice.
Collo: ben uscito, lungo, fine e muscoloso, leggermente arcuato.
Orecchie: con attaccatura piuttosto alta. Sono fini, sempre cadenti e piatte, a base piuttosto larga, aderenti al cranio, mai a rosa. La forma è quella di un triangolo a punta leggermente arrotondata. La base si raddrizza quando il cane è in attenzione.
Occhi: a forma di mandorla, piuttosto grandi. Colore scuro o ambrato. Palpebre pigmentate.
Pelle: è sottile e non forma fanoni.
Arti: anteriori lunghi, fini, quasi interamente verticali. Appiombi perfetti. Piedi anteriori di forma arrotondata, con dita sottili e ravvicinate. Posteriori lunghi e asciutti, con appiombi perfetti. Le cosce lunghe con una muscolatura prominente e asciutta. Angolo coxo-femorale molto aperto, di circa 130 gradi.
Andatura: sempre molto soffice e particolarmente rialzata al trotto e al passo. Galoppo saltellante. Grande leggerezza ed elasticità. Punto essenziale della razza.
Spalla: lunga, dotata di muscolatura asciutta e poco obliqua vista di profilo. Angolo scapolo-omerale molto aperto.
Muscolatura: asciutta.
Coda: attaccata bassa, lunga, sottile, asciutta ed affilata. È coperta dallo stesso pelo del corpo con un piccolo pennacchio bianco all’estremità. Portata cadente con la punta leggermente rialzata, ma quando l’animale è eccitato può superare l’orizzontale.
Pelo: raso, fine, sottile fin quasi ad essere assente sul ventre.
Colori ammessi: fulvo a macchie bianche sulle estremità. Sono ammesse tutte le sfumature, da sabbia chiaro al fulvo scuro. Ammesse striature rosso tigrate.
Difetti più ricorrenti: prognatismo, enognatismo, mancanza di premolari, mancanza di tipicità, vizi redibitori, occhio vairone, manto non conforme allo Standard, pelo duro o semilungo, assenza di macchie bianche all’estremità degli arti, misure fuori Standard, carattere pauroso o aggressivo, retrotreno difettoso, movimento scorretto, monorchidismo, criptorchidismo.
 
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