Matteo Abbate

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view post Posted on 28/1/2009, 23:35

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Matteo Abbate



Matteo Abbate, nato a Milazzo il 05/09/1975, residente a Barcellona P.G. (Me).

Attore amatoriale e giocoliere, attualmente è impegnato, in una avvincente parentesi, con il gruppo clowns barcellonese dei "Su e Giù".

 
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view post Posted on 30/1/2009, 21:28

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Sette piccoli sorsi



ROMANTICHERIA
(in un millennio futuro)
La ragazza osservò la macchia oleosa espandersi sull'acqua verde. Una dolcezza nuova la colse.
I gabbiastrelli, metà gabbiani e metà pipistrelli, le volteggiavano sopra.
- Anch'io vorrei volare come voi. -
Uno stupendo tramonto color pece striava il tenue grigiore del cielo, mentre una nebbiolina artificiale calava sulla spiaggia di latta.
Nel silenzio irreale, cadenzato dall'onda che ad ogni minuto crollava sulla battigia, passi tranquilli si avvicinavano.
- Sei tu Giulio? -
- Sì. -
- Guarda che meraviglia! -
Giulio respirò a pieni polmoni la nafta nascosta tra le pieghe dell'aria. Un'energia indefinibile penetrò nel suo corpo. Si sentì vivo, libero, invincibile.
- Cosa devi dirmi? - rivolgendo a Marta un tenero sguardo e accarezzandone l'orecchino sul cranio.
La voce di Marta si fece titubante.
- Mi sono innamorata. - riuscì infine a sussurrare.
Marta e Giulio erano amici da quattordici anni. Da quando, a due anni, frequentavano lo stesso asilo nido e dividevano gli stessi videogiochi.
Giunti alla maggiore età, a dieci anni, si iscrissero alla stessa caserma. Conclusi i corsi di preparazione a tempo di record e con ottimi risultati, vennero spediti in guerra. La radiosa guerra contro i mutanti del quarto settore: ciechi, sordi e storpi. In tutto quel tempo, Marta e Giulio stettero l'una vicino all'altro, confidandosi e consigliandosi a vicenda.
- E di chi ti sei innamorata? -
- Di te. -
Il blu della pelle di Giulio divenne fosforescente, mentre il giallo di Marta già lo era da un bel pezzo. Le loro radiazioni riempirono tutto lo spazio C, riservato alle dichiarazioni d'amore.
Il vento caldo del gran condizionatore di agosto passò leggero: primo soffio, secondo, terzo.
Le labbra timide di lui cercarono un bacio sulle labbra viola di Marta: sapevano di fragola transgenica.
Risalirono la spiaggia di latta, mano nella mano, ed uscirono per la porta numero tre. Così come i loro padri, i loro nonni, i loro bisnonni.

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ESTATE
Nella prima mattina d'estate, Ciccio si alzò alle cinque. Ciccio era figlio di pescatori. La sua casa si trovava a cento passi dalla spiaggia e a seicento dal mare.
Ciccio uscì di casa e tutti ancora dormivano. Era domenica. E mentre gli altri riposavano, Ciccio si apprestava a cominciare.
Qualche ora più tardi, mamma Rosa si accorse dell'assenza del figlio, e si recò in riva al mare. Da madre attenta, conosceva bene i luoghi prediletti di Ciccio.
Lo trovò intento ad un'operazione bizzarra. Prendeva i sassi e li scagliava più lontano possibile, sull'acqua. E alternava la mano destra e la sinistra.
Ormai tranquillizzata, mamma Rosa non disturbò il figlio e tornò indietro.
Per tutta l'estate Ciccio si esercitò. Mano destra e mano sinistra. Mano destra e mano sinistra. Suo padre si adirava.
- Qui si lavora. Si sgobba. Si esce in mare aperto, si issano le reti e poi le si rammenda, si vende il pesce. E quella bestia non fa altro che lanciare pietre. -
Di tanto in tanto qualche curioso si avvicinava a Ciccio e gli chiedeva spiegazioni. Il ragazzo rispondeva con un sorriso mansueto e non apriva bocca.
Agli inizi di ottobre, il padre di Ciccio scese sulla spiaggia, dove il figlio si esercitava a lanciare sassi. Bramava di prenderlo a ceffoni.
Ciccio lo guardò, sereno.
- Pensi di essere più forte di me? - chiese al padre, mentre questi già alzava il braccio per colpirlo.
- Certo. - rispose il padre senza esitazione, e colpì il viso di Ciccio.
Ciccio vacillò, ma non si turbò.
- Dimostramelo - e porse una pietra all'uomo - Scagliala più lontano di me. -
L'uomo osservò il sasso, stranito. Forse si trattava di uno scherzo. Comunque raccolse la sfida. Lanciò il sasso lontanissimo. E Ciccio non riuscì nemmeno ad avvicinarsi con il proprio lancio.
- Sei convinto, signorino? Hai sprecato il tuo tempo per una stagione intera. -
- Con il braccio destro hai vinto. Adesso proviamo con l'altro braccio. -
Il braccio sinistro dell'uomo era grosso e muscoloso. Forse più muscoloso del destro. Ma il lancio risultò molto più corto del precedente. Mentre, con il suo esile braccio sinistro, il figlio coprì una distanza cinque volte maggiore.
- È stata solo fortuna. - sbottò il padre. E riprovò a lanciare. E riprovò. E riprovò ancora. Ma le traiettorie risultavano sempre più sbilenche e... autonome. Infatti se il padre direzionava il sasso dritto davanti a lui, il lancio deviava inevitabilmente o verso destra o verso sinistra. Mentre il figlio padroneggiava il braccio sinistro con la stessa maestria ed efficacia che il destro.
- Allora? Mesi e mesi di lavoro sulla barca, ti hanno reso più forte di me? -
Il padre teneva gli occhi bassi e non sapeva cosa rispondere.
- Ora posso ritornare a pescare con te. Andiamo. -
Ciccio abbracciò il padre, ed entrambi rientrarono a casa.
 
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view post Posted on 31/1/2009, 21:10

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Lo spaventapasseraio e altre visioni





Lo spaventapasseraio e altre visioni Favole intriganti e piene di sorprese, surreali come quadri di Dalì.


 
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view post Posted on 1/2/2009, 14:58

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La tipa, il clown e Firenze



Tre racconti pregni d'atmosfera, ti trascinano veloci con il ritmo della scrittura, ti aprono e chiudono gli occhi dinnanzi ad emozioni e suggestioni uniche. Da leggere!
 
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3 replies since 28/1/2009, 23:35   103 views
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