Pablo Neruda

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birillino8
view post Posted on 15/6/2009, 22:15 by: birillino8

ottimo

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Oda al día inconsecuente




.Argenteo pesce
dalla coda
arancione,
giorno del mare,
ti sei cambiato
a tutte l'ore
il vestito,
la sabbia
era celeste,
azzurra
fu la tua cravatta,
in una nube
i tuoi piedi
erano schiuma
e poi
totale
fu il volo verde
della pioggia
tra i pini:
una raffica d'acciaio
spazzò
le speranze
dell'Ovest,
l'ultima o la prima
rondinella
brillo bianca ed azzurra
come un revolver,
come orologio notturno
il cielo non
conservò che una lancetta
di platino,
turgido e nero il mare
coprì il suo cuore
di velluto
mostrando all'improvviso
il niveo anello
o l'increspata
rosa del suo radioso delirio.
Tutto ciò
io guardai
inquietamente fisso
dalla mia finestra,
cambiandomi le scarpe
per andare sulla sabbia
piena d'oro
o sprofondare nel fradicio, tra le foglie
dell'eucalipto rosso,
curve come pugnali di Corinto,
e non riuscii
a capire
se l'arcobaleno
che come bandiera messicana
si era elevato, verso Cartagena,
era annuncio
di dolce lune
o torre di tenebre.
Un frammento
di nuvola
come avanzo volante
di camicia
girava
sull'ultima soglia
del pànico celeste.
Il giorno
tremò da parte a parte,
un lampo
guizzò come un ramarro
tra le vestiture
della selva
e di colpo cadde tutta la rugiada
e si perse nella polvere
il diadema selvaggio.
Tra nuvole e terra
d'improvviso
il sole
depositò il suo uovo sodo,
bianco, liscio, ostinato,
e un gallo verde
e alto
come un pino
cantò, cantò
quasi sgranasse
tutto il mais del mondo:
un fiume,
un fiume biondo
entrò dalle finestre
più buie
e non la notte, non il tempestoso
chiarore indeciso
si stabilì sulla terra,
ma semplicemente
un giorno ancora,
un giorno.



 
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