birillino8 |
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| Oda al día inconsecuente
.Argenteo pesce dalla coda arancione, giorno del mare, ti sei cambiato a tutte l'ore il vestito, la sabbia era celeste, azzurra fu la tua cravatta, in una nube i tuoi piedi erano schiuma e poi totale fu il volo verde della pioggia tra i pini: una raffica d'acciaio spazzò le speranze dell'Ovest, l'ultima o la prima rondinella brillo bianca ed azzurra come un revolver, come orologio notturno il cielo non conservò che una lancetta di platino, turgido e nero il mare coprì il suo cuore di velluto mostrando all'improvviso il niveo anello o l'increspata rosa del suo radioso delirio. Tutto ciò io guardai inquietamente fisso dalla mia finestra, cambiandomi le scarpe per andare sulla sabbia piena d'oro o sprofondare nel fradicio, tra le foglie dell'eucalipto rosso, curve come pugnali di Corinto, e non riuscii a capire se l'arcobaleno che come bandiera messicana si era elevato, verso Cartagena, era annuncio di dolce lune o torre di tenebre. Un frammento di nuvola come avanzo volante di camicia girava sull'ultima soglia del pànico celeste. Il giorno tremò da parte a parte, un lampo guizzò come un ramarro tra le vestiture della selva e di colpo cadde tutta la rugiada e si perse nella polvere il diadema selvaggio. Tra nuvole e terra d'improvviso il sole depositò il suo uovo sodo, bianco, liscio, ostinato, e un gallo verde e alto come un pino cantò, cantò quasi sgranasse tutto il mais del mondo: un fiume, un fiume biondo entrò dalle finestre più buie e non la notte, non il tempestoso chiarore indeciso si stabilì sulla terra, ma semplicemente un giorno ancora, un giorno.
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